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Veicoli elettrici, il circuito dove si sperimenta la ricarica ‘a induzione’

Ecco il circuito sperimentale Arena del futuro, lungo l’autostrada A35 Brebemi, dove si sperimenta la ricarica a induzione per i veicoli elettrici. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di luglio-agosto 2022 .

Arena del Futuro, dove i veicoli si ricaricano come i telefonini. Proprio così: la ricarica ad induzione è già pronta per uno sviluppo commerciale. In altre parole, la transizione ecologica verso la decarbonizzazione nel mondo dei trasporti potrebbe offrire tra non molto un’alternativa alle pesanti batterie collocate a bordo, come si vede già nel circuito sperimentale ‘Arena del Futuro’, lungo l’autostrada A35 Brebemi, dove si prefigurano progetti di sviluppo concreti all’interno di infrastrutture strategiche nazionali e internazionali. Presentata il 10 giugno a Chiari in provincia di Brescia, la tecnologia di ricarica ad induzione per auto e veicoli elettrici o Dwpt (Dynamic wireless power transfer), testata ormai in diverse parti nel mondo, arriva anche in Italia. Nata per la prima volta a Tel Aviv nel 2017 con la prima pista di prova e attualmente in sviluppo in Australia e Cina, oltre che, per rimanere in Europa, in Svezia e in Germania, questa tecnologia è stata applicata al progetto pilota italiano coordinato da A35 Brebemi e Aleatica, operatore globale di infrastrutture di trasporto con una presenza in Europa e America Latina specializzato in soluzioni di mobilità sostenibili e innovative; si tratta di quello allo stadio più avanzato di sperimentazione e vede cooperare realtà che sono punti di riferimento nei loro settori: Abb, Electreon, Iveco, Iveco Bus, Mapei, Pizzarotti, Politecnico di Milano, Prysmian, Stellantis, Tim, Fiamm Energy Technology, Università Roma Tre, Università di Parma, Vigili del Fuoco e ministero dell’Interno – Polizia Stradale.

La tecnologia permette ai veicoli elettrici di ricaricarsi viaggiando su corsie dedicate, grazie a un sistema di spire posizionate sotto l’asfalto, che trasferiscono l’energia necessaria ai mezzi (auto, camion, bus). Un sistema di mobilità a zero emissioni che include differenti elementi studiati dai partner industriali: asfalto, centraline, cavi, veicoli elettrici e connettività 5G. Al momento, il sistema ha un costo non trascurabile, che si aggira su 1,2 mln di euro al chilometro, ma che può variare a seconda del tipo di strada e della quantità di energia che si vuole trasmettere. La tecnologia trova applicazioni anche in termini statici; la ricarica senza cavo, quindi, sarà possibile ai semafori, ma anche in molti posti dove gli automobilisti parcheggiano: i posteggi dei supermercati o degli ambulatori medici, gli autosili, gli autogrill lungo le autostrade o le stazioni di servizio. Nel ciclo urbano è realistico supporre che durante queste soste temporanee, denominate ‘snack charging’, la batteria agli ioni di litio raggiunga tramite ricariche brevi un livello di carica pari al 60-70%. Il vantaggio dei cicli di ricarica brevi è che 4-5 cariche al giorno aumentano la vita utile della batteria. Solo in previsione di lunghe percorrenze è necessario collegare il veicolo elettrico al cosiddetto supercharger.

Solo qualche settimana fa è stato presentato dagli esperti coinvolti dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, nell’ambito della “Struttura per la transizione ecologica della mobilità e delle infrastrutture” (Stemi), un documento denominato ‘Decarbonizzare i trasporti, evidenze scientifiche e proposte di policy’ che indica nella tecnologia della ricarica ad induzione una delle possibili soluzioni verso gli obiettivi prefissati, alla luce dell’attuale discussione in sede di Consiglio europeo del Pacchetto Fit for 55, presentato dalla Commissione europea in attuazione della strategia del Green Deal. Alla luce dei vari test effettuati e in corso su questa tecnologia, in particolare all’interno del progetto italiano “Arena del Futuro”, si conferma che la Dwpt offre concreti vantaggi. Nel percorso verso la decarbonizzazione dei trasporti attraverso la mobilità elettrica, a fronte di criticità legate alla vita e all’ingombro delle batterie, la ricarica a induzione può contribuire ad una transizione verso modelli di mobilità sostenibile che migliorino ulteriormente l’esperienza degli utenti. Tra i tanti vantaggi della tecnologia di ricarica ad induzione vanno sottolineate una maggior efficienza energetica del veicolo grazie alla ricarica in viaggio, una riduzione del volume delle batterie nei veicoli senza impattare sulla capacità di carico merci e persone, un aumento della vita media della batteria stessa, grazie al fatto che si eviterebbero picchi di ricarica, dal momento che questa sarebbe alimentata a intervalli durante il giorno.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di luglio-agosto 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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