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Lavoro da remoto: “Ecco perché sono diventata Assistente virtuale”

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Prima, ha lasciato un lavoro dipendente, “non gratificante e non sostenibile”. Poi, dopo anni e “tanta formazione”, si è re-inventata in un mestiere “che permette di coniugare realizzazione professionale e flessibilità”. Così Roberta Longoni è diventata coach e assistente virtuale, e ha fondato, durante il lockdown del 2020, la sua Virtual Academy.

Un’accademia che serve a insegnare a diventare un assistente virtuale: una persona che, da remoto, offre supporto professionale per imprenditori in ambito amministrativo, tecnico e creativo. La fondatrice ha organizzato ‘La settimana dell’assistenza virtuale’ proprio per questo: un evento online di tre giorni (fino al 15 settembre) dedicato ad aspiranti assistenti. La domanda, racconta Longoni, arriva soprattutto dalle donne.

“Per me personalmente, l’idea è nata dopo un’esperienza come assistente di direzione tradizionale che definirei traumatica, e che mi ha fatto preferire il rischio di un’attività in proprio alla sicurezza di un posto fisso”, spiega Longoni.

I compiti di un assistente virtuale possono essere tanti: dall’organizzazione di viaggi online, alla redazione di fatture contabili e contratti da remoto, all’indicazione di strategie di marketing per lanciare prodotti e servizi sul web. Dai temi legali, al benessere psicofisico, alla segreteria generale, alla gestione di blog e social media, produzione audio video e finanza.

“È un lavoro scelto quasi esclusivamente da donne poiché, così come l’assistenza di direzione offline, viene visto alla stregua di un lavoro di segreteria, e non come altamente professionale, così come è per esempio negli Stati Uniti, dove ci sono fior fiore di aziende che fatturano 6 cifre che si occupano di assistenza virtuale”, racconta.

È anche vero, però, che quello che spinge le donne è il “non dover più chiedere permessi per occuparsi dei figli”. La figura dell’assistente virtuale nasce negli anni ’90, “ma oggi, anche a seguito della pandemia, è diventata una professione molto richiesta, quasi esclusivamente da donne, in media sopra i 40 anni, purtroppo, ancora troppo spesso, costrette a scegliere tra famiglia e lavoro – spiega la fondatrice della ‘Virtual Academy’ – Sogno un mondo in cui le donne siano appassionate di ciò che fanno, siano gratificate e realizzate”.

Anche economicamente secondo Longoni, che snocciola qualche dato: “Nel mondo il fatturato degli assistenti virtuali può arrivare a 5.600 dollari al mese, mentre il 49% delle aziende che li assumono hanno più di mille dipendenti”. Su Glassdoor, dove molte aziende sono alla ricerca di virtual assistant o remote virtual assistant, lo stipendio medio annuale è di 37mila dollari, mentre i dati sembrano ancora troppo esigui per una valutazione del mercato italiano.

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