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La geografia del nuovo Parlamento, le donne solo un terzo

Aula della Camera

Nonostante l’implementazione delle rigide quote rosa del Rosatellum, con le candidature femminili al 50%, le donne elette domenica saranno meno del 35% dei membri del nuovo Parlamento. Questo è dovuto principalmente all’uso delle pluricandidature, soprattutto da parte del partito che ha ottenuto più voti, ossia Fdi.

Il partito guidato da Giorgia Meloni ha utilizzato questa strategia soprattutto a favore delle proprie candidate, ma l’effetto è stato quello di favorire i candidati maschi che subentrano. Questo emerge dai dati forniti dall’Ufficio elettorale nazionale della Cassazione, in attesa dei dati definitivi che saranno disponibili nei prossimi giorni. Inoltre, dai dati emerge in modo più chiaro la geografia parlamentare dei diversi partiti, con un dato sorprendente: Fdi si configura come il partito del Nord, mentre Fi e Lega si sono “meridionalizzati”. Oggi la polemica sul numero esiguo di donne elette è continuata.

Il ministro per le Pari Opportunità, Elena Bonetti (Iv), ha fornito una statistica non ufficiale, rivendicando per il Terzo Polo il record delle donne elette, pari al 46%. Seguono il M5s con il 45%, il Pd e l’Alleanza Verdi e Sinistra al 31%, Fi e Fdi al 30% e la Lega al 29%. All’interno del Partito Democratico, Simona Malpezzi, Alessia Morani e Loredana Capone hanno nuovamente criticato i dirigenti maschi del proprio partito per aver portato poche donne nelle Camere, candidandole in collegi difficili. La media generale è stata abbassata dal centrodestra, che ha il maggior numero di eletti, a causa delle pluricandidature eccessive. Considerando solo il partito con il maggior numero di parlamentari, ossia Fdi, la candidatura di Giorgia Meloni in un uninominale in Abruzzo (dove è stata eletta) e come capolista in cinque liste proporzionali, fa sì che in queste ultime i secondi in lista, ossia cinque uomini, vengano eletti a causa della regola dell’alternanza uomo/donna prevista dal Rosatellum.

Tuttavia, sono state candidati un numero considerevole di donne in diversi collegi (solo alla Camera Cristina Caretta, Paola Frassinetti, Chiara La Porta, Ylenia Lucaselli, Augusta Montaruli, Marta Schifone, Wanda Ferro, Carolina Varchi, Chiara Colosimo, Monica Ciaburro), quindi su 69 eletti nel proporzionale, le donne, inizialmente 33, scendono a 13, che salgono a 16 solo grazie alle 3 donne che subentrano a tre candidati uomini capolista in altrettanti collegi proporzionali (Giovanni Donzelli, Tommaso Foti e Francesco Lollobrigida).

La pluricandidatura di Silvio Berlusconi in Senato in quattro collegi porta al contempo l’elezione di altrettante senatrici, dato che il Cavaliere è stato eletto all’uninominale di Monza. Riguardo alla geografia degli eletti, viene confermata l’impressione di Fdi come nuovo partito del Nord. Dei 69 eletti alla Camera nella parte proporzionale, più della metà, ossia 35, provengono dalle regioni settentrionali, 13 dalle regioni del Centro (Toscana, Marche, Umbria, Lazio), 14 dalle regioni del Sud e 7 dalle Isole.

Dei 23 deputati della Lega eletti tramite il proporzionale, 15 provengono dal Nord (ma nessun eletto in Trentino, governato da Fugatti), 4 dal Centro, 3 dal Sud e 1 dalle Isole.

Fi si è nettamente “sudizzata”, poiché non ha eletto nessun rappresentante in alcune regioni del Nord (Trentino, Friuli e Liguria) e solo uno a Milano. Dei 22 deputati eletti tramite il proporzionale, 9 provengono dalle regioni settentrionali, 4 dal Centro, 6 dal Sud e 3 dalle Isole. Al contrario, il Pd si è ulteriormente settentrionalizzato, eleggendo tramite il proporzionale 28 dei suoi 57 deputati al Nord, 14 al Centro, 10 al Sud e 5 tra Sicilia e Sardegna.

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