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Gas serra, appello dell’Onu: tagliare le emissioni, siamo a un passo dalla catastrofe planetaria 

“Le emissioni di gas serra devono essere tagliate del 45% in questo decennio ma rimangono a livelli pericolosi e record e sono ancora in aumento. Dobbiamo colmare il divario con quanto è necessario fare sulle emissioni prima che la catastrofe climatica si avvicini a tutti noi”. L’appello accorato è del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, alla presentazione del rapporto Unep sulle emissioni. Il divario rispetto a quanto è necessario fare sulle emissioni è “un divario negli impegni, nelle promesse e nelle azioni e quel divario deve essere colmato a partire dal vertice Cop27 in Egitto” spiega Guterres.

Rapporto Unep. L’appello accorato del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres  (Foto Onu)

 

 Per il segretario generale dell’Onu l’indicazione del rapporto è chiara: smettere di affidarci ai combustibili fossili; evitare di restare bloccati con nuove infrastrutture con fonti fossili;  investire massicciamente nelle rinnovabili. “La finestra di tempo per agire per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi si sta chiudendo rapidamente”, osserva Guterres. Purtroppo quello che emerge è che l’ultimo anno, quello della coda pandemica, è stato un anno “sprecato” per il clima, con progressi “tristemente inadeguati” nonostante gli impegni al vertice Cop26 di Glasgow. Siamo lontanissimi dagli obiettivi di Parigi e al momento non esiste un percorso credibile verso un riscaldamento globale di 1,5 gradi mentre le politiche attualmente in vigore, se non saranno rafforzate, porterebbero a un aumento di 2,6-2,8 gradi. È questo il messaggio inequivocabile del rapporto dell’Unep sulle emissioni intitolato “The Closing Window”. Siamo all’ultima chance. Solo una “rapida” e “radicale” trasformazione del sistema può evitare il disastro per l’Onu. 

Gli impegni aggiornati in seguito alla Cop26 di Glasgow riducono di meno dell’1% le emissioni di gas serra previste per il 2030. Devono essere invece dimezzate del 45% per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, secondo il rapporto. “È un’impresa ardua, e alcuni direbbero impossibile, riformare l’economia globale e quasi dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, ma dobbiamo provarci”, afferma il direttore esecutivo del Programma Onu per l’ambiente, Inger Andersen. “Ogni frazione di grado conta: per le comunità vulnerabili, per le specie e gli ecosistemi e per ognuno di noi”, aggiunge.

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“Anche se non raggiungiamo i nostri obiettivi per il 2030, dobbiamo sforzarci di avvicinarci il più possibile a 1,5°C. Ciò significa – ha spiegato – gettare le basi di un futuro a zero emissioni: un futuro che ci consentirà di ridurre gli sbalzi di temperatura e offrire molti altri vantaggi sociali e ambientali, come aria pulita, posti di lavoro ecologici e accesso universale all’energia” Nella migliore delle ipotesi, la piena attuazione dei contributi stabiliti a livello nazionale promessi (in inglese Ndc, nationally determined contribution) e ulteriori impegni a zero emissioni indicano un aumento di 1,8 gradi, quindi c’è speranza. Tuttavia, questo scenario non è giudicato dall’Unep “attualmente credibile in base alla discrepanza tra le emissioni attuali, gli obiettivi Ndc a breve termine e gli obiettivi zero-netti a lungo termine”. Il rapporto presenta quindi una guida alla trasformazione necessaria nei settori della fornitura di energia elettrica, dell’industria, dei trasporti e degli edifici, nonché nei sistemi alimentari e finanziari. 

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