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Twitter, Elon Musk contro il Ceo di Apple Tim Cook

Scontro tra titani della tecnologia. Elon Musk ha infatti alcuni problemi con Apple e il suo Ceo, Tim Cook. E il nuovo proprietario di Twitter non fa nulla per nasconderlo.

Lunedì, Musk ha affermato che Apple ha “quasi interrotto” la pubblicità su Twitter. Ha twittato: “Odiano la libertà di parola in America?”, e ha poi aggiunto “Cosa sta succedendo qui @tim_cook?”.

Se ciò che ha detto Musk è vero, sarebbe un duro colpo per le entrate di Twitter. E Apple sarebbe un altro importante inserzionista a lasciare il servizio dopo la recente acquisizione della piattaforma da parte Musk, sulla scia di altri come Volkswagen, Pfizer e Chipotle.

Già all’inizio di novembre, Musk aveva dichiarato che Twitter aveva registrato un “massiccio” calo delle entrate, incolpando gli attivisti di aver fatto pressioni sugli inserzionisti.

Nel primo trimestre di quest’anno, Apple è stata la principale inserzionista su Twitter, spendendo 48 mln di dollari in pubblicità, secondo il Washington Post, che ha citato un documento compilato dai dati interni di Twitter. Ciò ha rappresentato oltre il 4% delle entrate complessive di Twitter per quel trimestre.

Musk ha anche affermato che Apple ha “minacciato di trattenere” l’app di Twitter dall’App Store di Apple. “Ma non spiegherà perché”. E la stessa Apple non ha risposto immediatamente alla richiesta di chiarimento di Fortune.

Intanto, il capo dell’App Store di Apple, Phil Schiller, ha disattivato il suo account Twitter personale questo mese. E all’inizio di questa settimana, Musk ha chiesto ai suoi quasi 120 milioni di follower se fossero a conoscenza della tassa “segreta” di Apple.

“Sapevi che Apple applica una tassa segreta del 30% su tutto ciò che acquisti tramite il suo App Store?”, ha scritto, riferendosi alla commissione che Apple si prende su abbonamenti e altri acquisti fatti tramite app iOS.

Non è la prima volta che Musk critica Apple per la sua commissione del 30%. Anche prima di acquistare Twitter, Musk aveva detto: “Il negozio Apple è come avere una tassa del 30% su Internet. Sicuramente è una cosa che non va bene”. E che la percentuale era “letteralmente 10 volte più alta di quanto dovrebbe essere”.

In ogni caso, a Musk sembra quasi divertire questa ‘lotta’, come dimostra il meme da lui pubblicato in cui ci bisogna scegliere tra due strade: una con cui pagare il 30% e una verso la guerra. Con un’auto che sfreccia in direzione della guerra.

In precedenza, un altro magnate della tecnologia si era lamentato della commissione del 30% di Apple: il Ceo di Meta, Mark Zuckerberg. Zuckerberg aveva affermato che il 30% di Apple rende “più difficile” per i creatori guadagnare con il proprio lavoro.

In un precedente post sul blog, Fidji Simo, allora capo dell’app di Facebook, aveva scritto: “Speriamo che Apple consideri la possibilità di modificare in modo permanente il requisito per le app di utilizzare la sua piattaforma di elaborazione dei pagamenti e di ridurre la tassa del 30%. Una tassa così alta impone un onere finanziario sproporzionato e inutile alle piccole imprese, in particolare quelle che si affidano ad altre piattaforme, come Facebook, per connettersi con il proprio pubblico perché non hanno le risorse per sviluppare la propria app”.

Zuckerberg e Cook hanno già avuto le loro divergenze in passato. L’anno scorso Apple ha rilasciato una funzione di privacy che richiedeva agli utenti di scegliere specificamente di consentire ad app come Facebook o Instagram di seguirli su altre app. È stato un duro colpo per il business degli annunci online di Facebook, che in parte dipendeva dai dati per valutare gli interessi dei suoi utenti.

L’articolo completo è su Fortune.com

 

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