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Trust, le ultime novità dall’Agenzia delle entrate

È uno strumento versatile e flessibile che garantisce il passaggio generazionale dell’azienda, la protezione del patrimonio da rischi familiari, professionali ed imprenditoriali. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di dicembre 2022 – gennaio 2023.

Diverse famiglie e imprese hanno fatto ricorso negli ultimi anni in Italia all’istituto del trust in quanto si tratta di uno strumento versatile e flessibile che consente e garantisce tra gli altri, il passaggio generazionale dell’azienda, la protezione del patrimonio dai rischi familiari, professionali, imprenditoriali, la tutela e il mantenimento di immobili vincolati, l’unitarietà di collezioni e oggetti d’arte, il perseguimento di finalità benefiche e liquidatorie o non ultimo per importanza la protezione di un soggetto debole.

Ebbene è proprio in virtù dell’importanza che questo istituto ricopre nel panorama degli strumenti utilizzati per la pianificazione personale, familiare e aziendale di patrimoni, che si attendeva la pubblicazione della versione definitiva del documento di prassi da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Così, dopo poco più di un anno di consultazione pubblica, la pubblicazione è avvenuta recentemente recependo le numerose osservazioni dei professionisti e delle associazioni di categoria e fornendo chiarimenti importanti sulla normativa fiscale dei trust.

Per questo motivo è opportuno fare il punto sulle novità introdotte dal documento di prassi che hanno il merito di apportare un grande beneficio per i clienti sia del corporate che del private banking e wealth management.

Nel documento di prassi vengono forniti, importanti chiarimenti, alla luce della consolidata giurisprudenza di legittimità in materia di imposizione indiretta e delle modifiche normative introdotte per le imposte sui redditi da un non troppo recente decreto.

Ai fini delle imposte sui redditi, in particolare, ci si riferisce in primis al trattamento fiscale dei trust stabiliti in giurisdizioni, che si considerano a fiscalità privilegiata e poi ai trust interposti. Nello specifico si è previsto con riferimento al primo tema la tassazione anche di quei redditi corrisposti a residenti italiani di trust stabiliti in Paesi a fiscalità privilegiata anche qualora i percipienti non possano essere considerati beneficiari individuati. Con riferimento al secondo tema l’amministrazione pare riconoscere come interposti quei trust in cui gli attori coinvolti vale a dire il disponente e i beneficiari mantengono un controllo sui beni in trust o trattengano alcuni diritti e facoltà facendo perdere l’autonomia nell’amministrazione e nella disposizione dei beni nonché dei redditi prodotti in capo al trustee.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di dicembre 2022 – gennaio 2023. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

 

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