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Da benzina ad autostrade, il 2023 inizia con i rincari

auto diesel ibride

Puntuali, con l’anno nuovo arrivano i rincari. Auguri amari soprattutto per gli automobilisti. Il primo aumento è infatti quello del prezzo dei carburanti. Dopo nove mesi di riduzione delle accise e dunque del prezzo dei carburanti, l’orientamento è quello di non prorogare più lo sconto. L’aumento automatico dei listini a partire dal primo gennaio sarà il primo salasso. Ah, tranquilli. Il rincaro sarà democratico. Colpirà tutti: benzina e diesel.

Oggi, stando alle ultime rilevazioni settimanali del ministero dell’Ambiente, il prezzo medio nazionale della benzina verde si attesta a 1,625 euro al litro, ovvero ai minimi da giugno del 2021. Il diesel è invece arrivato a 1,689 euro, cioè al minimo da poco meno di un anno, precisamente dal 31 gennaio 2022. In entrambi casi a livelli abbondantemente inferiori a quelli raggiunti dopo lo scoppio della guerra tra Kiev e Mosca. Vediamo che cosa ci riserverà il 2023. Nulla di buono per quel che riguarda il prezzo alla pompa del carburante.

E siccome le cattive notizie non arrivano mai da sole, a rischio ci sono anche i pedaggi autostradali. All’inizio di ogni anno le tariffe vengono tradizionalmente aggiornate. Da quattro anni , dopo il crollo del Ponte Morandi, sono rimaste congelate. Il 2023 potrebbe registrare il ritorno agli aumenti, per la prima volta dal 2018. Le concessionarie hanno presentato le loro richieste di rimodulazione, attualmente al vaglio del ministero dei Trasporti e del ministero dell’Economia che dovranno tenere conto degli investimenti effettuati.

Sul tavolo ci sono i Piani economico-finanziari delle diverse società che, come spiegato dall’Aiscat, sono però “attualmente a stadi di approvazione differenti”. Autostrade per l’Italia ha chiesto un aumento del 2%, le altre concessionarie percentuali anche maggiori, ma in generale, secondo l’associazione, gli incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie “sono assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili”, come la Francia, dove l’aumento è del 4,7% e la Spagna, a +4%.

Sul fronte bollette, gli aggiornamenti potrebbero invece essere contrastanti. Per l’elettricità l’Autorità per l’energia ha appena annunciato nel primo trimestre dell’anno un provvidenziale calo di oltre il 19%, ma per il gas l’andamento potrebbe essere opposto. In attesa della comunicazione dell’Arera a inizio gennaio, Nomisma stima un aumento mensile del 20% dovuto all’andamento dei prezzi internazionali di inizio dicembre.

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