NF24
Cerca
Close this search box.

Sustainability Forum a Venezia, Brunetta: “Mose un’invenzione da esportare” | VIDEO

Renato Brunetta forum sostenibilità fortune italia

“Il 70% della popolazione mondiale vive sulle coste, e verrà impattata dall’innalzamento del livello del mare. Proteggerci diventa un must. Non dico che il Mose vada esportato dappertutto, ma dico che in casi specifici la tecnologia sperimentata a Venezia, pagandola anche cara, possa essere esportata. Questa eccellenza si chiama sostenibilità, perché tiene una laguna viva e disinquinata”. Lo ha detto Renato Brunetta, presidente di ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, intervistato da Paolo Chiariello, direttore di Fortune Italia, durante il quinto Sustainability Forum di Fortune Italia, tenuto proprio a Venezia.

L’idea di Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità “non è mia, è nata in sede regionale, per far sì che Venezia diventasse un modello per il resto del mondo: non solo la città che stava sprofondando, distrutta dall’alta marea o dello scandalo del Mose”, ha raccontato Brunetta. “La città che con la sua storia poteva essere un esempio di sostenibilità, una parola passpartout, ormai, un po’ antipatica, che comunque è un tema fondamentale”.

Venezia, dice Brunetta, può essere un “modello per il resto del mondo. Questo perché, per chi ne conosce la storia, si tratta di una città costosissima nella sua artificialità, perché sorge dentro una laguna. I veneziani l’hanno resa un unicum al mondo. Una città specializzata in produzioni e traffici tali da sostenere enormi investimenti necessari per mantenerne l’artificialità. Il miracolo di Venezia è stato quello della sostenibilità ambientale, dal controllo severissimo delle acque allo scavo dei canali, ma anche del commercio, della ricchezza, ma anche il welfare: Venezia aveva condizioni di welfare per indigenti, lavoratori, sanità, ospedali”.

Renato Brunetta forum sostenibilità fortune italia

Passata anche da attività fondamentali nel ‘900, come quelle industriali a Porto Marghera, ora Venezia si ritrova con un fenomeno economico che non crea lo stesso valore aggiunto delle grandi attività del passato: il turismo di massa, che ha anche “un enorme impatto ambientale che sta desertificando la città, che così non ha più valore aggiunto endogeno per fare quello che ha sempre fatto”.

Ovvero “scavare canali, disinquinamento. Così subisce gli effetti della cattiva economia e diventa il luogo dell’assistenzialismo statale: i soldi del Mose li ha messi lo Stato, perché Venezia non produce più il valore aggiunto per difendersi”.

Nell’intervista a Renato Brunetta c’è anche spazio per un aneddoto, che riassume il concetto dell’importanza dell’opera del Mose secondo l’ex ministro: “Un po’ di mesi fa mi mandano le notizie sui livelli del medio mare, con il Mose alzato, e i livelli della laguna fuori e dentro, e mi sono messo a piangere”, racconta commuovendosi sul palco del Sustainability Forum.

I livelli erano “197-195 fuori, 86-88 dentro. Io ricordo il ’66: avevamo un negozietto, ricordo la distruzione totale. Ecco cosa significa mettere in sicurezza la città. Ci siamo riusciti, mi sono stufato di questo modo duale di leggere la storia. L’opera si è fatta, è costata un sacco di soldi ma qualcuno ci dice: non così tanti rispetto ai progetti alternativi, come quelli in città come San Pietroburgo. Nessuno è a scomparsa come il Mose. Io la considero la più grande opera idraulica mobile della storia dell’umanità”.

Insomma, secondo Brunetta il Mose è “un’invenzione da esportare”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.