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L’Ue aggiorna le stime, si allontana lo spettro della recessione

L’invasione russa in Ucraina tiene alta l’incertezza che accompagnerà  l’Europa nei prossimi mesi. Rispetto allo scorso novembre, però, la Commissione europea, nell’aggiornamento delle previsioni economiche che saranno presentate oggi, 13 febbraio, torna moderatamente a sorridere. Le nuove stime, che saranno illustrate dal commissario Paolo Gentiloni, potrebbero essere riassunte con un concetto: per l’eurozona e l’Ue, si allontana lo spettro di una profonda recessione.

Le previsioni di febbraio sono varate dall’esecutivo europeo in una versione molto scarna ma significativa. Riguardano, infatti, solo il Pil e l’inflazione. Ma le stime includono comunque le analisi Paese per Paese. Capiremo dunque quali paesi Ue e dell’eurozona hanno dimostrato una maggiore capacità di resilienza rispetto alla crisi pandemica che stiamo per mettersi alle spalle e alla guerra in Ucraina. E, a prescindere dai singoli casi, il documento che sarà illustrato da Gentiloni rispecchierà un contesto che, in soli quattro mesi, appare sensibilmente cambiato.

L’Europa, per una serie di motivi legati anche al clima meno inclemente rispetto agli altri anni, ha superato l’inverno senza incappare nei tanto temuti blackout energetici. Non è stata registrata alcuna sofferenza soprattutto nei cicli produttivi industriali. Nessuna attività stata fermata per mancanza di energia.

Non solo. Il prezzo del gas, di fronte alla solidità delle forniture per il Vecchio continente e con la messa a punto del price cap, è calato a livelli inferiori a quelli precedenti alla guerra. La corsa anche autonoma dei singoli paesi alle forniture di gas di altri paesi e all’affrancamento dalle forniture russe ha funzionato. L’inflazione, sia pur elevata, legata alla crisi energetica e al calo dei consumi, ha cominciato a decrescere toccando quota 8,5% rispetto al 9,2% di dicembre.

L’effetto sulle previsioni del Pil dovrebbe essere tangibile. A novembre la Commissione prevedeva un Pil allo 0,3% nel 2023 per l’eurozona e l’Ue, contro il 3,2% e il 3,3% registrato, oltre le aspettative, nel 2022. L’aggiornamento delle stime sarà più ottimistico e potrebbe aumentare di mezzo punto le stime del Pil per quest’anno. Insomma niente crescita zero o peggio recessione. Alcuni paesi dell’Ue (anche l’Italia?) potrebbero crescere dell’1% e oltre.

La fiducia nella resilienza dell’Europa risulta rafforzata. E da qui si partirà nella riunione dell’Eurogruppo e dell’Ecofin di inizio settimana. L’obiettivo è mantenere un forte coordinamento delle politiche fiscali dei Paesi membri, su modello di quanto successo nella crisi pandemica. Evitando che politiche fiscali nazionali indeboliscano i target di riduzione dell’inflazione. Insomma, la coesione politica dell’Europa è certamente un segno di successo e resilienza rispetto a sfide geopolitiche ed economiche. Certo non fa bene a Bruxelles l’Europa a due velocità o, se gradite, l’Europa in cui Francia e Germania decidono e gli altri Paesi si accodano.   

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