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Editoria, il progetto di Cattelan: mettiamo l’accento sui talenti

Conduttore televisivo e radiofonico di successo, Alessandro Cattelan si è imposto negli anni come uno dei personaggi più versatili e brillanti della televisione italiana. Il suo nome è legato ai programmi X Factor ed E poi c’è Cattelan, quel late show all’americana di cui è stato il principale fautore entro i confini nazionali. Si è cimentato nel cinema, nel teatro e nella scrittura di romanzi. E proprio dalla passione per la letteratura nasce l’ultimo progetto di Cattelan, stavolta nei panni di imprenditore: Accento è la piccola casa editrice fondata alcuni mesi fa insieme a Matteo B. Bianchi, scrittore e autore televisivo, a cui è stata affidata la direzione editoriale. L’obiettivo è quello di dare spazio ai giovani talenti.

Accento Acuto, la principale collana della casa editrice, pubblicherà infatti solo scrittori esordienti. Fra i molti manoscritti pervenuti in redazione, la scelta è ricaduta su Senza Respiro di Raffaella Mottana e su Tutto ciò che poteva rompersi di David Valentini. Accento Grave punterà alla riscoperta di autori e libri dimenticati, come il bestseller americano Manuale di caccia e pesca per ragazze di Melissa Bank. Hostaggio di Elena Ghiretti, in libreria dall’8 febbraio, inaugura invece la sezione Dieresi, dedicata a titoli di saggistica freschi ed innovativi sugli argomenti più eterogenei.

Lei è un affermato conduttore televisivo e radiofonico, come nasce lidea di mettersi in discussione e di fondare una casa editrice? 

Non credo sia un mettersi in discussione, ma piuttosto aprirsi a un nuovo progetto. Sono due mondi non separati e non in contrasto tra loro.

Che cosa l’ha colpita dei primi due romanzi che avete scelto di pubblicare?

Il tono di questi due libri ci è sembrato nuovo, profondo ma fresco al tempo stesso. Sono due romanzi credibili che tutti noi abbiamo letto con sincero trasporto e questo ci ha fatto pensare che avrebbe potuto essere lo stesso anche per il pubblico.

Pubblicare esordienti è una mossa commerciale rischiosa, in che modo renderà il progetto sostenibile dal punto di vista economico?

Facendo piccoli passi un poco alla volta, con una gestione del budget accorta e che non si faccia prendere dall’entusiasmo, anche se non è facile visto come sono andati bene i primi titoli. Pubblichiamo poco e in maniera molto mirata. Poi ovviamente all’intuito va aggiunta anche un po’ di fortuna.

Quanti manoscritti sono arrivati finora e quali criteri vi hanno guidato nella selezione?

Una miriade, ma per fortuna per capire se un libro vale, alla prima scrematura, non serve leggere più di qualche pagina. A quel punto arriva il difficile, perché di bei romanzi ne sono arrivati molti ma per il discorso di prima dobbiamo fare ulteriore selezione. Lì ci fidiamo semplicemente del nostro gusto unito a un pizzico di esperienza.

Se Accento Acuto dà spazio agli autori di domani, la collana Accento Grave guarda invece al passato.

Ci sono tanti bei libri che sono stati accantonati, a volte ingiustamente. Questo lavoro di ricerca è interessante. Se notiamo una “sparizione” di un titolo che ci era molto piaciuto anni fa ci mettiamo alla ricerca dei diritti da acquistare.

Che ruolo sta giocando la sua notorietà nella strategia promozionale?

Credo importante, ma per fortuna Accento è stata accolta come una realtà credibile, e questo mi fa molto piacere perché è esattamente quello che vogliamo essere.

Il mantra che sentiamo ripetere sempre è che in Italia si pubblicano molti libri per pochi lettori. In che modo Accento vincerà la sua scommessa?

Con una somma di quello che ti ho raccontato finora, quindi credibilità onestà intuito fortuna, e soprattutto seguendo una linea editoriale precisa. Dobbiamo guadagnarci la fiducia del lettore, pubblicando titoli validi fino a quando una nuova uscita di Accento susciterà interesse nel lettore in maniera quasi automatica.

Ci dica qualcosa del suo rapporto con la letteratura.

La nascita di questa casa editrice è diretta conseguenza della mia passione per la letteratura. Leggo ovunque costantemente, ma ho ancora tante lacune.

Che cosa ha compreso ad oggi dei meccanismi che regolano il settore editoria e dei problemi che lo affliggono?

È un mercato che ha i problemi di tutti gli altri, legati ai costi dei materiali e via dicendo. In più il libro è un prodotto che deve lottare con competitor importanti come telefonini, videogame, piattaforme streaming, che occupano gran parte del tempo libero delle persone.

Crede che le istituzioni facciano abbastanza per supportare il comparto editoria e nello specifico il mercato dei libri?

Quando ci si lamenta delle istituzioni ognuno tira sempre solo l’acqua al suo mulino. Credo che si faccia il possibile. Non ho le competenze per ridistribuire le priorità delle istituzioni.

Se avesse un potere decisionale, dove interverrebbe?

Inserirei nelle scuole la letteratura contemporanea parallelamente a quella dei grandi classici.

Dove vorrebbe che si posizionasse Accento nel panorama editoriale italiano?

Credo nella linea editoriale di cui parlavo prima. Vorrei che tra qualche anno Accento valesse come il nome di un autore di cui non hai dubbi nell’acquistare il suo ultimo romanzo.

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