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Generazione Z, per quanto riguarda il pay gap non è cambiato molto

EQUAL PAY DAY

L’equità salariale è un problema delle ragazze della Generazione Z quanto lo è stato delle loro madri.

Le donne, secondo un rapporto di Handshake, una piattaforma di recruiting che si rivolge alla Generazione Z, sono indietro con i compensi ancor prima di cominciare a lavorare. In media, gli intervistati nel 2023 hanno riferito di considerare 82.000 dollari uno stipendio iniziale soddisfacente e raggiungibile.

Ma l’analisi di Handshake rileva che le donne della Generazione Z si aspettano uno stipendio medio inferiore di 6.000 dollari rispetto agli uomini. Mostra un evidente “divario di aspettative” per le donne che esiste ancora prima di entrare nel mondo del lavoro. Il divario è risultato consistente per le donne di tutti i gruppi razziali ed etnici.

“È un problema sociale, e penso che cominci nella scuole primarie”, ha detto a Fortune Christine Cruzvergara, chief education strategy officer di Handshake.

Risale agli anni del gender gap retributivo dei boomer; nel 1980, gli stipendi delle donne rappresentavano il 64% di quelli degli uomini, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics. Il divario si è ridotto da allora, ma negli anni 2000 si è bloccato intorno all’80%.

L’attuale divario retributivo di genere – nel 2022 le donne hanno guadagnato 0,82 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini – deriva da una vasta gamma di problemi. Le donne, in media, sono ancora penalizzate della maternità: quando hanno figli, uscendo temporaneamente dalla forza lavoro, perdono opportunità di avanzamento di carriera. Inoltre, le donne si trovano ancora di fronte a barriere nella percezione del lavoro per cui sono adatte. Le donne, ad esempio, costituiscono solo il 27% della forza lavoro nei settori scientifici e tecnologici, ingegneristici e matematici (STEM) generalmente più remunerativi.

Ricerche precedenti mostrano anche che le donne spesso non negoziano la loro retribuzione come gli uomini quando fanno domanda per un lavoro o non vanno nemmeno per un lavoro se non si sentono qualificate.

Pregiudizi e percezioni sia consci che inconsci sul valore del lavoro femminile continuano a determinare un divario retributivo, che è stabile da oltre 15 anni. Le donne hanno un’aspettativa leggermente inferiore riguardo al loro valore potenziale e a quello che possono aspettarsi scegliendo di lavorare in determinati campi rispetto alle loro controparti maschili, e questo apparentemente inizia molto presto.

“Come società, dobbiamo ancora tenere conto del modo in cui vengono educate le nostre studentesse e della fiducia che siamo in grado di istillare nel loro valore, nella considerazione di se stesse e nel contributo che pensano di poter o dare, professionalmente, accademicamente o in qualsiasi altro ambito”, dice Cruzvergara. che ha collaborato a guidare le attività di orientamento presso Wellesley e George Mason University.

La trasparenza retributiva può contribuire a colmare il gender pay

Per invertire questa preoccupante tendenza, Christine Cruzvergara ritiene che le studentesse universitarie devono non solo capire che esistono disparità, ma cercare di informarsi sulle fasce di retribuzione per impieghi e settori specifici. Le norme sulla trasparenza retributiva, aggiunge, possono effettivamente essere di aiuto in questo. Attualmente, Colorado, California, Rhode Island e Washington, così come New York City, hanno tutti un qualche obbligo di trasparenza salariale sui libri contabili. New York è pronta a implementare i requisiti a livello statale a settembre, mentre il Massachusetts e la Carolina del Sud hanno una legge in attesa di approvazione.

I cambiamenti in corso sulla trasparenza retributiva possono effettivamente essere uno dei primi passi concreti e tangibili verso la riduzione del divario di aspettative, afferma Christine Cruzvergara. “La trasparenza salariale sarà sempre più importate e diffusa in futuro, perciò si spera che il divario si riduca davvero dal momento che le persone avranno a disposizione i dati e le informazioni per poter adeguare le loro aspettative”, dice.

I datori di lavoro si stanno già adeguando. Circa il 27% delle organizzazioni include fasce di retribuzione negli annunci di lavoro a prescindere dalle esigenze legali, secondo il Compensation Best Practices Report 2023 di Payscale. Nel complesso, circa il 45% dei datori di lavoro include fasce di retribuzione nelle offerte di lavoro. Su Handshake, ci sono 1,3 volte più posti di lavoro a tempo pieno con indicazione dei dati salariali rispetto al  2020.

“Questa generazione è onestamente una delle prime a laurearsi con più prospettive di trasparenza salariale di quanto si sia mai sperimentato o visto fino adesso”, aggiunge Cruzvergara, dicendo che sono le cavie per vedere se e come i nuovi regolamenti cambieranno le percezioni.

Quello sotto è la versione originale dell’articolo tradotto in italiano:
https://fortune.com/2023/02/22/gen-z-women-pay-expectations-gender-wage-gap/

 

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