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Finanza digitale e cryptoasset, rischi e opportunità per il mercato

L’evoluzione della finanza digitale non deve far paura. I nuovi mezzi di pagamento non sostituiranno il vecchio sistema che si fonda sui depositi bancari. Lo arricchiranno di nuove possibilità. Certo la evoluzione questi sistemi di pagamento  va monitorata per comprenderne i rischi. Certo occorre lavorare alla regolamentazione per evitare che gli operatori sfruttino l’assenza di norme valide per tutti i Paesi. Di sicuro questo è uno scenario futuro con cui dobbiamo avere a che fare, non ci deve spaventare. È questa, in sintesi, la riflessione emersa dai lavori della conferenza sul futuro della finanza digitale organizzata dalla Consob.

“Siamo vicini all’introduzione della prima regolamentazione europea sulla digitalizzazione dei prodotti finanziari (MiCA) ed è ora chiaro che l’architettura esistente di creazione di denaro (‘two tier’), che si fonda sulle banche centrali e sui depositi bancari non cambierà, anche se verrà arricchita dalle stable coins, ridefinite e-money, che andranno sotto la competenza delle autorità di supervisione finanziaria”, ha detto il presidente della Consob, Paolo Savona (nella foto in evidenza)aprendo il convegno sulle nuove frontiere della finanza digitale. I rischi degli strumenti finanziari digitali, come le criptovalute, non vanno sottovalutati, e la presidente dell’autorità europea che supervisiona i mercati (Esma), Verena Ross, li ha elencati tutti a partire da quello più grande: la cybersecurity e le minacce al sistema finanziario, cresciute con la pandemia e la guerra in Ucraina.

Ma c’è anche il rischio di tenere fuori un’ampia fetta di investitori, quelli meno avvezzi alla tecnologia, e di assecondare invece troppo quelli più abili con il digitale, “come abbiamo visto in particolare durante il boom del trading commerciale durante i primi lockdown della pandemia”, quando abbiamo assistito al moltoplicarsi di app che fornivano ingressi al mondo degli investimenti in cryptovalute. La presidente ha ricordato il collasso di FTX, una delle principali piattaforme di crypto asset, che ha “portato i rischi significativi del settore agli investitori retail in Europa e oltre”. Un rischio su cui l’Esma aveva avvertito da tempo, ricordando che i crypto assets “spesso non sono supportate da valore tangibile e il loro prezzo è volatile”.

Per tutelare gli investitori serve più convergenza nella regolamentazione e maggiore cooperazione nella supervisione, ha spiegato Elizabeth McCaul, membro del Supervisory Board della Bce. Altrimenti gli operatori sfrutteranno le falle nei sistemi di controllo. E proprio la “mancanza di una solida legislazione”, secondo il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Paolo Angelini, può andare contro lo sviluppo delle stesse tecnologie, come la blockchain, la cui richiesta in “costante crescita” viene frenata dall’assenza di un quadro regolatorio certo. Ovviamente, ha sottolineato il direttore generale della DG Fisma della Commissione Ue, John Berrigan, la regolamentazione dovrà essere “tecnologicamente neutra”, per non ostacolare l’innovazione.

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