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Creatività e cultura, come creare valore nell’era del Web 3.0

La partecipazione del nostro Paese a una politica comune a livello europeo per la cultura può rappresentare un’opportunità 

I settori culturali e creativi rappresentano una fonte importante di valore economico che trae origine dalla conoscenza e dal talento, dalla diversità e molteplicità di esperienze e conoscenze.

Si tratta di un settore relativamente giovane, ma capace già di apportare significativi benefici economici e sociali a livello globale, un valore che l’OCSE stima in 2,25 trilioni di dollari, con circa 29,5 milioni di posti di lavoro prodotti. Nelle sole economie OCSE, 1 lavoro su 20 proviene dai settori culturali e creativi, che generano il 2,2% del valore aggiunto complessivo derivante da attività imprenditoriali.

Si tratta di un comparto in cui l’Italia può affermare un ruolo di leader, facendo leva sull’abilità di trasformare la bellezza della diversità di luoghi, tradizioni, territori, espressioni artistiche in valore identitario riconosciuto e apprezzato a livello mondiale. Sono proprio cultura e creatività i due aspetti che vengono associati più frequentemente al nostro Paese dai turisti internazionali. Del resto, l’Italia vanta 58 siti riconosciuti patrimonio dell’Umanità Unesco; risorse immateriali distintive e fonti di un vantaggio competitivo globale di beauty equity.

In Italia, le attività culturali e creative sviluppate da soggetti pubblici e privati muovono complessivamente 252 mld di euro, circa il 5% del Pil nazionale, impiegando quasi 1,5 milioni di persone, il 5,8% della forza lavoro totale (fonte: Symbola, 2022).

L’equity della bellezza made in Italy contamina l’industria, trasformandosi in riserva di competenze distintive fondate sulla creatività e sul talento, che sono alla base della creazione di prodotti dallo stile e qualità unici, e di iconiche rappresentazioni del fare italiano – i Moonboot, lo spremiagrumi Juicy Salif della Alessi, la Moka Bialetti, la lampada eclisse di Artemide – opere artistiche di design che hanno guadagnato importanti riconoscimenti e che sono esposte al museo MOMA di New York.

Il comparto della cultura e creatività rappresenta quindi un driver per la diffusione dell’Italian lifestyle a livello internazionale, attraverso contenuti, prodotti e idee originali; tuttavia, la piena espressione del suo potenziale economico non può prescindere dalla capacità da parte delle imprese del settore di affrontare oggi sfide di competitività e tecnologiche di domani, favorendone uno sviluppo duraturo in chiave di valore.

Le tecnologie digitali stanno infatti progressivamente modificando le abitudini di fruizione dei prodotti creativi e culturali, facendo emergere nuovi competitor e rafforzando il potere delle piattaforme. Questo richiede uno sforzo aggiuntivo da parte del comparto orientato alla sperimentazione di nuovi modelli di business, anche sfruttando la leva delle tecnologie di realtà estesa, intelligenza artificiale e augmented reality, per corrispondere all’esigenza di consumatori e visitatori di vivere esperienze sempre più ibride, integrate e immersive.

Alcuni musei stanno avviando sperimentazioni in questa direzione; si tratta di iniziative da incentivare, trasformandole nella regola, affiancando a politiche di incentivo all’adozione del digitale nella fruizione del patrimonio culturale, la creazione di percorsi educativi specialistici per la creazione di figure capaci di ingegnerizzare esperienze nel settore in chiave ibrida e phygital.

È altrettanto importante sviluppare le capacità di fare impresa, mediante l’accrescimento delle competenze manageriali e migliorando l’accesso al credito pubblico e privato e al capitale di rischio. Occorre inoltre garantire la sostenibilità delle nuove iniziative imprenditoriali avviate, favorendo la continuità del sostegno da parte di attori pubblici e privati, al fine di massimizzare i risultati degli investimenti in termini di performance di mercato.

La promozione delle industrie culturali e creative richiede anche il rafforzamento degli strumenti di tutela delle opere d’ingegno a livello internazionale, con meccanismi efficaci di protezione del valore immateriale prodotto da ogni forma di imitazione, un’esigenza resa ancora più stringente con la creazione di nuovi ambienti di fruizione, come quelli del Metaverso.

Le questioni di politica industriale che attengono alla promozione delle industrie culturali e creative devono inserirsi in un quadro europeo, sfruttando la leva del programma Creative Europe, per l’accrescimento della cooperazione crossborder e la creazione di hub e network creativi che mettano in connessione esperienze nazionali ed europee, favorendo la contaminazione tra saperi attraverso la circolazione di idee e talenti. La partecipazione del nostro Paese a una politica comune a livello europeo per la cultura può rappresentare quindi un’opportunità non soltanto per il rafforzamento della dimensione sociale ed economica delle industrie culturali ma anche per la diffusione della cultura italiana in Europa e nel mondo, consolidando così la posizione dell’Italia a livello globale come attore leader nella generazione di saperi e contenuti culturali e creativi.

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