NF24
Cerca
Close this search box.

Intelligenza Artificiale Criminale: sextortion e ghostbot

Ai

L’avanzamento dell’Intelligenza Artificiale (IA) sta portando con sé numerosi benefici in diversi settori, ma anche rischi e abusi che devono essere affrontati. Recentemente, l’FBI e ricercatori inglesi hanno sollevato l’allarme riguardo all’abuso dell’IA, in particolare nei casi di sextortion e ghostbot, invitando le persone a proteggere i propri dati e la propria privacy.

L’FBI ha diffuso un’allerta dopo aver ricevuto numerose segnalazioni di vittime della sextortion, una pratica che ha radici nel mondo del web, ma che grazie all’IA sta raggiungendo nuovi livelli di realismo. Le vittime, compresi anche minori, ricevono immagini di nudi generate dall’IA, minacciando di diffonderle per scopi estorsivi. Le immagini appaiono sorprendentemente “realistiche” e in alcuni casi i bambini sono stati presi di mira. L’FBI ha sottolineato che i progressi tecnologici continuano a migliorare la qualità, la personalizzazione e l’accessibilità nella creazione di contenuti abilitati dall’IA.

L’FBI fornisce alcuni consigli per evitare di cadere in trappola: limitare la condivisione di contenuti online, renderli visibili solo a un numero ristretto di conoscenti e evitare di pubblicare foto e video dei bambini o, se necessario, oscurarne il volto. Gli estorsori, per creare dei deepfake, cercano immagini delle loro vittime sui social media, le accumulano e poi le utilizzano con algoritmi di intelligenza artificiale per renderle sessualmente esplicite.

Oltre alla sextortion, l’uso dell’IA solleva anche preoccupazioni legate ai ghostbot. Questi software, utilizzando dati personali e impronte digitali presenti sui social media, generano reincarnazioni digitali dei defunti. Un esempio di questo fenomeno è l’ologramma del defunto Robert Kardashian, creato e donato alla figlia Kim. Una ricerca condotta dalla Queen’s University di Belfast evidenzia la mancanza di leggi sulla protezione dei dati post mortem, che potrebbe causare un aumento dei casi di ghostbot. La ricerca suggerisce l’inclusione di una clausola “do not bot me” nei testamenti e in altri contratti per impedire la reincarnazione digitale non autorizzata.

Marisa McVey, della School of Law della Queen’s University Belfast, afferma che nel Regno Unito le leggi sulla privacy e sulla protezione dei dati non si applicano agli eredi dopo la morte. Sebbene i ghostbot non siano considerati una minaccia fisica, possono causare stress emotivo e danni economici, con un impatto significativo sui cari e sugli eredi del defunto.

La ricerca non solo si concentra sulle possibili vie legali per proteggere la privacy, la proprietà, i dati personali e la reputazione, ma sottolinea anche l’importanza di aumentare la consapevolezza sociale sul fenomeno dei ghostbot, sull’eredità digitale e sulla protezione coordinata tra diverse giurisdizioni, affinché nulla avvenga senza il consenso delle persone coinvolte.

In conclusione, mentre l’IA porta con sé grandi potenzialità, è fondamentale prestare attenzione ai rischi e agli abusi che possono derivarne. La consapevolezza, la protezione dei dati e la creazione di leggi adeguate sono elementi cruciali per affrontare le sfide che questa tecnologia presenta.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.