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Con il cambiamento climatico potrebbe cambiare anche l’orario di lavoro

Il famoso appello di Dolly Parton per il “lavoro 9-5” potrebbe diventare un ricordo del passato, considerato che il cambiamento climatico continua a devastare il pianeta e, con esso, la forza lavoro.

Il mondo diventa sempre più caldo, così, secondo i ricercatori dell’Università di Oxford, le aziende potrebbero trovarsi nella necessità di cambiare lo schema di lavoro del personale per far fronte a livelli di calore insopportabili.

È una brutta notizia per i nottambuli: gli esperti, nel Regno Unito, hanno raccomandato che il turno di lavoro inizi alle 6 del mattino, per finire entro le 14:00 e battere il caldo pomeridiano. Per chi ha un’ora di tragitto per arrivare al lavoro, questo potrebbe significare iniziare la giornata alle 4 del mattino per prepararsi e andare nei mesi più caldi.

Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Sustainability, afferma che la Gran Bretagna è uno dei tanti paesi europei che dovrà adattarsi di più per far fronte alle temperature soffocanti, non avendo già, a differenza dei suoi vicini mediterranei, prassi lavorative influenzate dal caldo, come la siesta.

Il nuovo “orario estivo”

Molte aziende hanno già adottato il cosiddetto “orario estivo“: L’Oréal, Asos e Nike sono tra il crescente numero di aziende che consentono al personale di lasciare il lavoro tra le 12:00 e le 15.30 il venerdì durante i mesi estivi.

Tuttavia, piuttosto che un sistema per coinvolgere i lavoratori consentendo loro di timbrare il cartellino prima, lo schema di lavoro suggerito dall’Università di Oxford è più seriamente mirato a evitare uno scenario di surriscaldamento annuale del personale.

Secondo gli esperti con il passare delle ore il calore si accumula e diventa più insopportabile, dunque finire alle 14:00 potrebbe essere meglio che alle 17:00.

Ecco perché in Spagna, dove le temperature si sono avvicinate ai 45 ° C durante le ondate di calore che hanno colpito l’Europa meridionale, le aziende stanno facendo da apripista imponendo ai lavoratori di anticipare la fine (e l’inizio) del loro orario di lavoro.

“Nel sud della Spagna, ad esempio in Andalusia, questi schemi di lavoro in estate non sono una novità”, ha detto l’autore dello studio Jesus Lizana a MailOnline. “È abbastanza comune per chi lavora all’aperto in luglio e agosto (come, ad esempio, i lavoratori edili e agricoli) anticipare il turno di lavoro, dalle 6:00 alle 14:00, per evitare le ore più calde della giornata”, ha aggiunto. “Anche i negozi, in estate, sono chiusi nelle ore più calde, dalle 14 alle 18, e riaprono dalle 18 alle 21.”

Gli scienziati ritengono che le modifiche all’orario di lavoro sarebbero particolarmente vantaggiose per chi lavora all’aperto o in edifici non progettati per resistere a temperature estreme.

Ma anche negli spazi di lavoro dotati di refrigeranti condizionatori, i ricercatori sottolineano il “circolo vizioso” per cui le persone bruciano più combustibili fossili per fornire energia per l’aria condizionata determinando così un ulteriore riscaldamento del clima, richiedendo più energia. Quindi gli impiegati farebbero bene a timbrare il cartellino prima.

La politica “Cool Biz” del Giappone

Insieme a Svizzera e Norvegia, il Regno Unito vedrà un aumento di circa il 30% di giorni con temperature sopra la media, senza tenere conto di eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore, che stanno diventando sempre più diffuse.

“Anche un piccolo aumento delle temperature sta effettivamente mostrando un relativo elevato cambiamento che può avere un impatto molto significativo e rendere questi paesi più vulnerabili alla necessità di un maggiore raffreddamento”, ha affermato Nicole Miranda. che ha condotto lo studio. “Questi aumenti significano che abbiamo bisogno di implementare misure per il raffreddamento a una velocità elevata e su larga scala”.

Miranda ha messo in guardia i governi, evidenziando che non prepararsi ad affrontare il caldo crescente e scegliere in seguito l’opzione più semplice di installare l’aria condizionata non farebbe che esacerbare il problema.

Le soluzioni proposte dai ricercatori includono l’ammodernamento degli edifici per includere misure di ventilazione che potrebbero anche essere utilizzate per mantenere il calore durante l’inverno e piantare più alberi vicino agli edifici per creare ombra.

 

Nel frattempo, i datori di lavoro potrebbero prendere esempio dal Giappone, incoraggiare il personale a disfarsi dei loro abiti e vestirsi in modo più casual nei mesi estivi per mantenersi freschi.

Il governo nipponico ha lanciato la sua politica “Cool Biz” quasi due decenni fa per ridurre il consumo di energia e combattere il riscaldamento globale. Oltre a chiedere ai lavoratori di indossare camicie a maniche corte, le raccomandazioni del governo includono il mantenimento dei termostati dell’ufficio a 28 ° C o più, far sì che il personale entri al lavoro prima, consentire ai lavoratori di prendere vacanze più lunghe in estate e vietare gli straordinari.

 

La versione originale di questo articolo è su Fortune.com

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