Non si ferma il contrasto all’inflazione dell’Eurozona. La Bce si è riunita oggi e ha deciso all’unanimità di alzare ancora una volta i tassi di interesse. Arriva così un aumento – il nono in un anno – di 25 punti base: il tasso sui rifinanziamenti principali viene portato al 4,25%, quello sui depositi arriva al 3,75% e a 4,50% quello sui prestiti marginali, con effetto dal 2 agosto 2023.
La decisione di alzare i tre tassi di riferimento della Bce nasce dalla convinta volontà del Consiglio direttivo di “assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”, come si legge nel comunicato diramato dall’Istituto centrale a margine della riunione odierna. “L’inflazione continua a diminuire ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”.
La scelta nasce dunque da una valutazione ponderata delle prospettive di inflazione: nonostante alcune misure mostrino dei segnali di allentamento, l’inflazione di fondo resta nel complesso elevata. “I passati incrementi dei tassi di interesse – fanno sapere da Francoforte – continuano a trasmettersi con vigore: le condizioni di finanziamento si sono inasprite nuovamente e frenano in misura crescente la domanda, un fattore importante per riportare l’inflazione all’obiettivo”.
L’approccio del Consiglio direttivo continuerà ad essere guidato dai dati nella determinazione di livello e durata della restrizione. Francoforte potrebbe aprire a una possibile pausa a settembre, qualora l’inflazione dovesse calare ulteriormente.
“A settembre potremmo alzare oppure confermare i tassi: i dati ci diranno se e quanta strada dobbiamo ancora fare”, ha riferito in conferenza stampa la presidente della Bce Christine Lagarde, commentando la decisione di alzare i tassi assunta dal Consiglio direttivo all’unanimità. Da escludere invece lo scenario di un taglio in autunno dei tassi. Nella giornata di ieri anche la Fed ha alzato i tassi di interesse dello 0,25%: è il livello più alto registrato dal 2001.
