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Global 500, Enel ed Eni guidano le italiane nella lista delle maggiori aziende al mondo

enel rete elettrica

Con la crisi energetica e l’inflazione, l’aumento del costo dell’energia è stato uno dei nodi principali dell’anno passato. E le conseguenze si sono viste anche sui conti delle società del settore: basta andare a vedere il balzo compiuto da due giganti italiani, Enel ed Eni, nella classifica delle maggiori aziende al mondo per fatturato, cioè la Global 500 stilata da Fortune. Nel ranking 2023 (che si basa sui bilanci del 2022), in media, molte società energetiche di tutto il mondo hanno aumentato i ricavi di circa il 50%. Come Saudi Aramco, che insegue Walmart al primo posto della classifica.

Inoltre,  cambia l’ordine delle aziende italiane che fanno parte della lista. Non è più Generali a guidarle: è terza, passando dalla posizione numero 72 alla 137 del ranking.

Sorpassano il Leone di Trieste sia Enel che Eni: il gigante elettrico è la prima italiana per fatturato, e passa dalla posizione numero 90 alla 59. Un balzo ancora superiore lo fa il Cane a 6 zampe, che scala addirittura 50 posizioni, dalla 111 alla 61.

Da Generali in giù, tutte le altre italiane perdono posizioni: Intesa Sanpaolo passa dalla posizione 298 alla 383. Poste Italiane scende quasi a fondo classifica, dalla 378 alla 452. Unicredit, uscita dalla classifica lo scorso anno, non è presente neanche nel 2023.

Una non italiana che vale sempre la pena segnalare per il legame con il nostro Paese, la Exor degli Agnelli-Elkann che ha sede in Olanda, passa dalla posizione 293 alla 317. Il gigante di cui Exor è holding, Stellantis, occupa quest’anno la posizione 31, dalla 29 dello scorso anno.

Ecco tutte le italiane della Fortune Global 500:

Enel

Il gigante elettrico (fino ai primi mesi di quest’anno guidato da Francesco Starace) è la prima italiana per ricavi da vendite nel 2022, e passa dalla posizione numero 90 alla 59 nel ranking di quest’anno. Un balzo compiuto grazie a un aumento alla voce ricavi arrivati a 147,79 mld di dollari, dai 104 dello scorso anno, dopo l’aumento del 40% dell’anno precedente (il Gruppo aveva scalato 28 posizioni). Insomma, se i conti 2021 raccontavano il rimbalzo post pandemico, quelli del 2022 vanno oltre, facendo sfiorare ad Enel la top 50. La stessa società ha commentato i risultati dello scorso anno indicando che l’aumento dei ricavi era “riconducibile ai maggiori volumi di energia prodotti, intermediati e venduti in un contesto di prezzi medi crescenti”. Ora il sorvegliato speciale è l’indebitamento, mentre nel primo semestre 2023 (con i risultati presentati dal nuovo Ceo Flavio Cattaneo) crescono utili ed Ebitda.

Eni

Un balzo ancora superiore rispetto a Enel lo fa il Cane a 6 zampe, che scala addirittura 50 posizioni, dalla 111 alla 61. Come per l’altro colosso italiano, anche Eni è al secondo balzo consecutivo: nel 2021 post-pandemico (ranking 2022) aveva scalato addirittura 105 posizioni, registrando ricavi da vendite da 91 mld di dollari (+79%). Nel 2020, con la pandemia, i ricavi erano crollati del 37% e i profitti del 6.000%. Intanto nel primo semestre 2023 della società di Claudio Descalzi ha registrato numeri in calo in seguito alla discesa dei prezzi del petrolio e del gas.

Generali

Non è più Generali a guidare le italiane in classifica: nel ranking di quest’anno il Leone di Trieste passa dal primo al terzo posto del Made in Italy, dalla posizione numero 72 alla 137 della classifica. I ricavi dalle vendite 2022 riportati da Fortune registrano una diminuzione percentuale importante (-26,8%). Eppure, il 2022 per il Gruppo guidato da Philippe Donnet è stato un anno con record positivi: ha registrato il miglior risultato operativo di sempre, a 6,5 mld di euro (+11,2%). Ora la partita principale si gioca ancora negli equilibri azionari. Nei primi sei mesi del 2023, intanto, aumenta l’utile.

Intesa Sanpaolo

Dalla terza in giù, tutte le italiane perdono posizioni: Intesa Sanpaolo, quarta tra le italiane, passa dalla posizione 298 alla 383. Già l’anno scorso il primo gruppo bancario italiano aveva perso 7 posizioni, con ricavi da 46 mld di dollari. I conti di questi mesi, grazie alla politica monetaria della Bce sui tassi, sorridono: nel primo semestre 2023 l’utile netto è aumentato dell’80%, e ora la previsione per la fine dell’anno è superiore ai 7 mld di euro, secondo l’Ad Carlo Messina.

Poste Italiane

Poste Italiane passa dalla posizione 378 alla 452, con 33 mld di ricavi dalle vendite. Già lo scorso anno Poste aveva perso posizioni in classifica: 20, per la precisione, con entrate da 37 mld di dollari. Ma anche per il gigante guidato da Matteo Del Fante l’ultima trimestrale registra risultati positivi: chiusi sopra le attese i conti dei primi 6 mesi 2023. L’utile netto aumenta del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a quota 1,1 miliardi. I ricavi crescono dell’8,3% a 6,1 miliardi di euro.

Stellantis – Exor

Una non italiana che vale sempre la pena segnalare per il legame con il nostro Paese (anche se è quotata e ha sede legale in Olanda) è la Exor degli Agnelli-Elkann che passa dalla posizione 293 alla 317, registrando 45,9 mld di dollari di ricavi. Il gigante dell’automotive Stellantis (tra i principali investimenti di Exor, che ha una quota del 14%), occupa quest’anno la posizione 31, dalla 29 dello scorso anno, con 188 mld di dollari di entrate, in aumento del 6,9%.

Il resto della lista

Salgono ancora i ricavi totali della Global 500, che arrivano a 41 trilioni di dollari: un terzo del Pil mondiale, distribuito principalmente tra Stati Uniti e Cina. Una crescita ininterrotta fermata solo dalla pandemia: infatti solo la lista 2021, con i ricavi 2020, ha totalizzato entrate minori rispetto all’anno precedente.

Le aziende nell’elenco impiegano 70,1 milioni di persone in tutto il mondo e hanno sede in 232 città nel mondo. Il numero di donne Ceo delle società Fortune Global 500 è salito a 29 quest’anno, rispetto alle 24 del ranking precedente.

Rispetto allo scorso anno scendono i profitti, che si fermano a 2.900 miliardi: comunque il secondo anno più alto di sempre, dopo quello precedente trainato dal rimbalzo post pandemico. Insomma, né le tensioni geopolitiche né l’inflazione hanno messo in pericolo i guadagni dei giganti del pianeta, perlomeno se si considera il dato totale della Global 500, che per il decimo anno consecutivo è guidata da Walmart.

Con vendite superiori a 611 mld di dollari nel 2022, il colosso americano del retail continua a guardare tutti dall’alto, ma deve guardarsi le spalle.

La novità arriva alla posizione numero 2: non c’è più Amazon, ma Saudi Aramco, che si è molto avvicinata alla stessa Walmart beneficiando dell’impennata dei prezzi dell’energia – così come hanno fatto Exxon Mobil e Shell, tornate nella top 10. Il gigante petrolifero saudita è tradizionalmente re dei profitti nella Global 500: nel 2023, con 159 mld, ha registrato l’anno più redditizio di sempre per una società della classifica.

Le Big Tech, nel frattempo, sono ancora molto redditizie. Insieme, Apple, Alphabet e Microsoft hanno realizzato un utile netto di 233 mld di dollari, con Apple (n. 8) che ha registrato poco meno di 100 mld di profitti, il massimo mai raggiunto da una società statunitense.

 

La Top 10 della Global 500 2023:

  1. WALMART
  2. SAUDI ARAMCO
  3. STATE GRID (CINA)
  4. AMAZON.COM
  5. CHINA NATIONAL PETROLEUM
  6. SINOPEC GROUP
  7. EXXON MOBIL
  8. APPLE
  9. SHELL
  10. UNITEDHEALTH GROUP

La metodologia di Fortune

Le società della Fortune Global 500 sono classificate in base ai ricavi totali per i rispettivi anni fiscali terminati entro il 31 marzo 2023.

La classifica completa è disponibile qui.

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