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Disney, regina dello streaming o solo un’altra azienda di media in difficoltà?

Bob Iger Ceo Disney

È un’estate intensa per Bob Iger. L’amministratore delegato della Walt Disney ha prolungato il suo contratto, ha riaccolto due ex dirigenti come consulenti ed è diventato per breve tempo ‘il cattivo degli scioperi di Hollywood’. Iger è impegnato in una missione quadriennale per risollevare le sorti della Disney, ma i primi risultati sono contrastanti. Nonostante il calore che Wall Street nutre da tempo nei confronti dell’amministratore delegato, le azioni della Disney sono scese dell’11% da quando è tornato in azienda a novembre, mentre l’indice S&P 500 è salito del 13%.

I guadagni potrebbero dare un vantaggio alla società rispetto ai concorrenti, che in gran parte hanno deluso in questo trimestre. I risultati trimestrali di Netflix, ad esempio, hanno scontentato gli investitori il mese scorso. Il suo ricavo è stato inferiore alle stime degli analisti, e le azioni sono scivolate del 9%. Stessa cosa per Warner Bros. La scorsa settimana anche Discovery ha mancato le aspettative di ricavo e il totale dei suoi abbonati ha subito un colpo. Il suo valore azionario, tuttavia, è aumentato di un modesto 2,5% dopo che la società ha annunciato di aver estinto debiti, aumentato il flusso di cassa libero e fissato un nuovo obiettivo di risparmio.

Secondo Seeking Alpha (servizio di contenuti di crowdsourcing che pubblica notizie sui mercati finanziari, ndr), la maggior parte degli analisti di Wall Street è ottimista sul futuro delle azioni di Disney, con due terzi di loro che consigliano agli investitori di acquistarle. Le ragioni degli analisti includono le recenti misure di riduzione dei costi di Disney e la diminuzione delle critiche provenienti sia dalla politica sia di destra che di sinistra. Ci si aspetta, inoltre, che Disney riporti un fatturato di 22,5 miliardi di dollari in questo trimestre, in aumento del 3% rispetto al trimestre precedente e del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

“Dopo i deludenti risultati del secondo trimestre, la pressione su Disney per conseguire risultati positivi è in aumento”, ha scritto Vladimir Dimitrov, un consulente strategico, su Seeking Alpha. Nel trimestre scorso, Disney ha mancato le stime di profitto e ha perso 4 milioni di abbonati a Disney+, pari al 2% del totale. I risultati di questo trimestre, ha confermato Dimitrov, saranno “fondamentali” per accontentare Wall Street.

Disney Plus

Disney, su cosa si concentreranno adesso gli analisti di Wall Street?

Tutti gli occhi saranno puntati adesso sul settore dello streaming di Disney, che Iger ha reso una priorità assoluta. Le sue proprietà includono Disney+ e ESPN+, nonché una quota di due terzi in Hulu. Disney è in una posizione competitiva nella guerra degli ott (over the top, ndr), con un numero di abbonati secondo solo a Netflix. Nell’insieme delle piattaforme, Disney vanta in totale 231 milioni di abbonati, di cui solo 158 appartengono a Disney+. Netflix ne ha 238 milioni e genera il maggior fatturato tra tutte le aziende di streaming, con Disney+ e Hulu a seguire.

Gli asset di streaming di tutta l’industria dei media non sono ancora redditizi, con l’unica eccezione di Netflix. Disney non è più l’azienda che perde soldi, ma non è neanche quella che ne perde meno. Paramount, che possiede Paramount+, ha perdite più contenute rispetto al business di Disney, sebbene abbia una frazione del numero di abbonati di Disney. Nel periodo di un anno che ha preceduto l’annuncio degli utili più recenti di Disney a maggio, l’azienda ha perso 4,2 miliardi di dollari nel settore dello streaming. Durante lo stesso periodo, ha registrato ricavi per 87 miliardi di dollari. Ora l’azienda prevede che il segmento inizi a generare profitti entro la fine dell’anno fiscale 2024, e ogni progresso verso tale obiettivo, o segni di regressione, saranno importanti.

Anche i piani di Disney per ESPN (emittente televisiva statunitense che trasmette programmi dedicati unicamente allo sport 24 ore su 24, ndr) sono in sospeso. Iger ha detto che l’azienda sta cercando di vendere una quota dell’attività a una società che potrebbe aiutare con i contenuti o la distribuzione. Sebbene il canale sia ancora redditizio, secondo il New York Times i suoi numeri stanno diminuendo. La notizia riflette la tendenza più ampia dell’abbandono della televisione tradizionale a favore dello streaming, che sta portando le aziende del settore dei media a rivedere i propri modelli di business. Il cambiamento per ESPN è inevitabile, ha dichiarato Iger in una telefonata con gli analisti a febbraio.

Gli investitori potrebbero anche voler sentire Iger in merito ai pasticci delle sue relazioni pubbliche a causa delle osservazioni fatte su autori e attori di Hollywood in sciopero. “C’è un livello di aspettative che non è realistico”, ha detto Iger durante un’intervista a Squawk Box della CNBC il mese scorso, parlando dalla Sun Valley Conference in Idaho, il cosiddetto campo estivo dei miliardari. Celebrità e utenti dei social media si sono affrettati a sottolineare che l’amministratore delegato dovrebbe guadagnare 27 milioni di dollari nel 2023 e ricevere un aumento di stipendio l’anno prossimo, definendo irrealistiche le condizioni dei sindacati. Nei giorni successivi, le azioni della Disney sono scese del 5%.

Gli attori e gli artisti, rappresentati dal sindacato SAG-AFTRA, sono entrati in sciopero il mese scorso unendosi, per la prima volta in 63 anni, al sindacato che rappresenta gli scrittori di Hollywood, il WGA. I sindacati e l’associazione di categoria che rappresenta gli studios hollywoodiani non sono comunque riusciti a trovare un accordo su salari, benefit e uso dell’intelligenza artificiale.

L’interruzione del lavoro, che ha bloccato quasi tutte le produzioni di Hollywood, potrebbe causare ritardi nelle uscite di film e telefilm nei prossimi mesi e anni, ma sta anche contribuendo a ridurre i costi per gli studios. Con questi scioperi, Warner Bros. Discovery ha risparmiato almeno 100 milioni di dollari durante l’ultimo trimestre e Netflix prevede un ulteriore flusso di cassa libero di 1,5 miliardi di dollari entro la fine dell’anno, come hanno dichiarato i dirigenti durante le loro recenti telefonate di presentazione dei risultati. Di questo passo, la Disney potrebbe registrare davvero un aumento di liquidità nelle sue casse.

L’articolo originale è su Fortune.com.

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