Il biografo di Elon Musk afferma che il Ceo di Tesla è un appassionato di storia, e che cerca di ispirarsi al tiranno francese Napoleone Bonaparte nel suo stile di leadership. Walter Isaacson, la cui biografia di Musk uscirà il mese prossimo, ha dichiarato che l’uomo più ricco del mondo si ispira all’imperatore e dittatore militare francese Napoleone Bonaparte.
Napoleone salì al potere in Francia in seguito a un colpo di Stato alla fine del XVIII secolo e subito dopo instaurò una dittatura. “A Musk piace la storia militare“, ha detto Isaacson ad Axios in un’intervista pubblicata lunedì. “E crede che ci siano lezioni che si applicano alla vita aziendale. Per esempio, crede che ovunque Napoleone si trovasse, era lì che i suoi eserciti avrebbero dato il meglio. Allo stesso modo Musk amava presentarsi a tarda notte alle catene di montaggio di Tesla e SpaceX”.
Isaacson, ora professore di storia alla Tulane University, è un ex redattore della rivista Time ed ex presidente della CNN. Ha scritto biografie del cofondatore della Apple Steve Jobs, di Leonardo da Vinci e di Albert Einstein.
Per condurre le ricerche per il suo libro, Isaacson ha seguito Musk per due anni, partecipando a riunioni e visite in fabbrica con lui, e ha trascorso ore a intervistare il Ceo di Tesla e i suoi amici, familiari e colleghi.
Durante questo periodo Musk ha raccontato a Isaacson che gli piaceva leggere e ascoltare la storia della Prima guerra mondiale e che di notte ascoltava un podcast di storia. Nel suo libro, Isaacson racconta un episodio in cui Musk trascorse un’ora presso il sito di lancio di SpaceX a Boca Chica, in Texas, dove si stava costruendo un booster per l’astronave.
“Se vedono il loro generale sul campo di battaglia, saranno più motivati“, avrebbe spiegato Musk a Isaacson. Musk ha aggiunto di averlo “imparato leggendo di Napoleone”, ha detto Issacson ad Axios. Fortune ha contattato i collaboratori di Musk per un commento sulle affermazioni di Isaacson.
Musk è già balzato agli onori della cronaca per le sue tattiche divisive e per l’approccio discutibile alla gestione del personale. In seguito all’acquisizione di Twitter da 44 mld di dollari, l’azienda ha subito un’ondata di dimissioni dopo che Musk avrebbe chiesto ai dipendenti di firmare un giuramento per lavorare “per molte ore e ad alta intensità“.
Il mese scorso un’ex dirigente di Twitter è diventata virale sulla piattaforma – ora nota come X – con una serie di rivelazioni su come l’azienda era gestita sotto Musk. Ha descritto una “cultura della paura” in cui i dipendenti “andavano coi piedi di piombo” e avevano paura di dire la verità a Musk. Anche i dipendenti delle altre aziende di Musk, Tesla e SpaceX, hanno reso pubbliche in passato lamentele sul modo in cui venivano trattati sul lavoro.
La battaglia improbabile tra Musk e Zuckerberg
Più di recente, Musk – l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di 222 mld di dollari – è balzato agli onori della cronaca per la sua proposta di affrontare fisicamente il miliardario tech Mark Zuckerberg. I due avevano precedentemente concordato di affrontarsi in un combattimento in gabbia per raccogliere fondi per beneficenza, ma dopo che Musk ha detto di aver bisogno di una risonanza magnetica prima di confermare la data, Zuckerberg ha detto che era “tempo di andare avanti”.
In un post pubblicato domenica sulla piattaforma X di Musk, Isaacson ha scritto che Musk gli ha mandato un messaggio alle 4:44 del mattino, condividendo gli screenshot dei messaggi che sarebbero stati inviati tra lui e il capo di Meta, Zuckerberg. Secondo lo scambio di messaggi condiviso domenica, Musk ha chiesto a Zuckerberg di “combattere nel tuo Ottagono” il giorno successivo. Non è chiaro se Zuckerberg abbia risposto.
Un portavoce di Meta non ha risposto alla richiesta di Fortune di commentare i messaggi. Alla domanda di Axios se pensava che l’incontro in gabbia sarebbe andato in porto, Isaacson ha risposto che “non fa previsioni quando si tratta di Musk, ma sembra improbabile. Ovviamente penso che l’idea di questo incontro in gabbia sia completamente ridicola”.
L’articolo originale è disponibile su Fortune.com
