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Plagio online, ecco come l’Intelligenza Artificiale viene usata per riscrivere contenuti originali di altri

Nell’era dell’intelligenza artificiale, la tutela della creatività e dei contenuti è un tema serio. Troppi sono i casi di siti di bassa qualità che utilizzano l’IA per riscrivere i contenuti di importanti testate giornalistiche. Le conseguenze sono preoccupanti per l’industria delle notizie. La tutela del diritto d’autore e della difesa delle imprese che pagano per produrre contenuti è diventata una priorità.

La pratica automatizzata del plagio con L’IA, sfruttando algoritmi per ridare nuova forma agli articoli di testate prestigiose come CNN, Reuters e il New York Times, è diventata quasi regola. Il plagio automatizzato avviene senza alcuna supervisione umana, e ha l’obiettivo di migliorare la posizione di questi siti nelle classifiche dei motori di ricerca e di aumentare i guadagni provenienti dagli annunci pubblicitari. Tutto ciò evidentemente avviene in maniera truffaldina.

L’allarme è stato lanciato da Newsguard, un’organizzazione che valuta l’affidabilità dei siti di notizie in tutto il mondo. Già a maggio, Newsguard aveva messo in guardia sull’ampia diffusione dei “newsbot”. L’organizzazione ha individuato ben 37 siti web che utilizzano chatbot per riscrivere articoli pubblicati su fonti autorevoli, senza neppure citare le fonti originali. Questi siti, definiti “content farm”, ospitano anche annunci pubblicitari di aziende importanti, contribuendo involontariamente a finanziare la pratica distorta di utilizzare l’IA per copiare contenuti delle fonti tradizionali.

Sebbene alcuni dei principali attori nel campo dell’intelligenza artificiale abbiano chiaramente stabilito nelle proprie politiche che i loro chatbot non devono essere utilizzati per plagiare contenuti, la sfida persiste. Perchè la riscrittura automatizzata è talmente precisa da essere quasi indistinguibile dal testo originale. Strumenti come Grammarly, che sono progettati per rilevare il plagio, spesso non riescono a identificare gli articoli riscritti da altre fonti tramite l’IA.

La differenza è spesso svelata soltanto dai messaggi di errore presenti nei testi generati dai chatbot, come “Come modello linguistico di intelligenza artificiale non posso riscrivere questo titolo…” o “Spiacente, come modello linguistico di intelligenza artificiale non posso individuare il contenuto che deve essere riscritto senza alcun contesto o informazione…”. Questi messaggi di errore sono stati individuati su diversi siti, tra cui GlobalVillageSpace.com, Roadan.com, DailyHeadliner.com, TopStories.com.ng e TopGolf.kr. A dimostrazione del fatto che nel rimasticare articoli usando l’IA non c’è alcun intervento dell’uomo e dunque vengono pubblicati articoli non solo senza citare le fonti, ma spesso senza eliminare errori o omissioni che pure ci sono negli articoli originali.

Un caso singolare è quello di WhatsNew2Day.com, che ha sfruttato l’IA per riscrivere un articolo di The Verge che parlava dell’utilizzo di annunci pubblicitari di grandi marchi su siti spam generati da chatbot. Un dettaglio curioso è che l’IA sembra non aver riconosciuto il paradosso.

Gli autori del monitoraggio di NewsGuard, Jack Brewster, Macrina Wang e Coalter Palmer, hanno sottolineato la complessità nel definire questa nuova pratica e se gli articoli riscritti con l’IA possano ancora considerarsi “contenuti originali”.

Si tratta di un fenomeno che oscilla tra l’aggregazione e  plagio. Due tecniche truffaldine altamente efficienti e difficili da scovare. Sarà probabilmente necessario il giudizio dei tribunali per stabilire il confine. In ogni caso, questa nuova tendenza apre una discussione importante riguardo alla possibilità di riscrivere articoli in tempo reale, in modo difficilmente riconoscibile, sollevando interrogativi sulla veridicità delle notizie online.

E nell’era della post verità e dei social network che spesso instillando nel frullatore mediatico verità parziali o notizie non vere o verosimili forse l’informazione online di tutto aveva bisogno fuorché di questi nuovi veleni e sospetti.

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