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Anche l’industria italiana scende in campo per combattere l’inflazione

La lotta contro l’inflazione? In Italia l’industria nazionale potrebbe presto unirsi a Governo e forse sociali per affrontare l’aumento dei prezzi. I continui appelli del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sembrano aver fatto breccia nei cuori dell’industria, simile a quanto avvenuto in Francia. Iniziano a prendere forma i piani per coinvolgere il settore industriale nel Patto contro il caro prezzi, in modo da contrastare il rischio di aumenti nei prossimi mesi.

Le sigle industriali si apprestano a riunire i propri consigli direttivi nei prossimi giorni per prendere una decisione su questo importante passo. Se le ipotesi diventassero realtà, il governo vedrebbe ulteriori forze unite per fronteggiare l’inflazione, dopo la recente adesione della grande distribuzione organizzata e del commercio al patto voluto dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato.

L’accordo dovrebbe entrare in vigore il primo ottobre e durare un trimestre, con l’obiettivo di proteggere i consumatori dall’offensiva dell’inflazione attraverso il contenimento dei prezzi. Questo movimento fa seguito alla preoccupazione crescente per l’aumento dei costi di vita, amplificata anche dai recenti rincari dei carburanti.

In particolare, gli aumenti dei prezzi dei carburanti stanno sollevando timori che i maggiori costi di trasporto possano riflettersi sui prezzi finali dei beni di prima necessità. Le ultime rilevazioni dell’Istat a luglio indicano un aumento del 5,9% rispetto al +6,4% di giugno.

Il focus su come contenere l’inflazione rimane una priorità, e il governo sembra orientato verso un intervento strutturale sul cuneo fiscale, tagliando il 7% dei costi fiscali durante il 2023. Anche se il tema benzina non è stato ancora affrontato ufficialmente, si sta cercando una strategia per mantenere i costi dei carburanti sotto controllo.

Tuttavia, sul fronte dell’adesione dell’industria al patto anti-inflazione, le opinioni sono discordanti. Mentre alcune associazioni dei consumatori sottolineano la necessità di impegni precisi da parte dei produttori, altre sono più ottimiste sul potenziale risparmio che potrebbe derivare da questa collaborazione. L’Associazione dei Consumatori (Assoutenti) stima che un abbattimento dei prezzi del 10% sul “carrello della spesa” potrebbe portare a risparmi per circa 4 miliardi di euro, con un risparmio medio di 155,3 euro per una famiglia tipo.

Con ancora qualche settimana a disposizione per delineare i dettagli operativi dell’accordo, il governo e le associazioni dovranno lavorare a stretto contatto per definire quali prodotti saranno interessati e stabilire le modalità di applicazione dei “calmieri” lungo la filiera. Un’attenzione particolare è rivolta anche al settore energetico, in particolare al prezzo dei carburanti e alle sfide legate al gas.

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