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Venezia 80, l’impegno e il coraggio delle opere della Settimana Internazionale della Critica

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È fatta tutta di opere prime la Settimana Internazionale della Critica, sezione parallela e indipendente della Mostra del cinema di Venezia organizzata dal Sindacato Critici Cinematografici. Pagine di un libro tutto da aprire.

Sette i titoli in concorso, di cui uno italiano, più un film di apertura e uno di chiusura e una proiezione speciale. Per il terzo anno consecutivo, la Settimana della Critica vede la direzione della giornalista triestina Beatrice Fiorentino. Più di cinquecento i film visionati da Beatrice con i suoi collaboratori. E allora ecco qualche flash sulla trentottesima edizione della Settimana della critica. Che per comodità, per tutti quelli che frequentano la Mostra del cinema, è la “SIC”.

“Nel programma emerge forte l’attenzione allo sguardo femminile, alla inclusività, alle tematiche LGBTQ+. Quattro dei sette film in concorso sono diretti da donne”, racconta la direttrice. “Non abbiamo fatto nessuno sforzo per trovare sguardi femminili ad ogni costo, non abbiamo ragionato in termini di quote. Ma mi sembra evidente che i tempi stanno cambiando”, commenta Beatrice Fiorentino.

Ed è di una donna anche il corto di apertura, “Incontro di notte”. Una donna che fa parte della storia del cinema italiano, e che quest’anno riceverà il Leone d’oro alla carriera, Liliana Cavani. Spiega la delegata generale della Sic: “Ci sarà anche un documentario girato illegalmente con i telefoni cellulari, dalle detenute di una prigione. Un film ‘politico’, con cellulari ‘poveri’ nascosti dalle detenute nelle parti intime, per sfuggire alle perquisizioni.

Ma ognuno dei film scelti racconta il mondo con uno sguardo insolito, spigoloso, preciso. Ogni sguardo è politico: ma allo stesso tempo, ogni film che abbiamo scelto sa come intrattenere il pubblico”. Il team di selezionatori – oltre a Beatrice Fiorentino, Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni – ha scelto film dalle caratteristiche molto diverse: si va dal documentario girato clandestinamente a film noir, di fantascienza, e horror con ragni infestanti.

Il film di apertura, “God Is A Woman”, è la storia di un  film perduto e ritrovato. Nel 1975 un celebre documentarista, Pierre-Dominique Gaisseau, andò a Panama per girare un documentario sul popolo Kuna, nella cui società le donne sono sacre. Gaisseau visse con loro per un anno, filmò i loro riti più segreti, ma poi tornò in Francia, finì i soldi, il film finì sequestrato dalle banche, perduto per sempre. Divenne una leggenda, un film di cui si è sempre favoleggiato senza averlo mai visto. Adesso, sono spuntate delle immagini rimaste nascoste per mezzo secolo, e riaffiora questo film leggendario.

Il film italiano in concorso è il documentario “About Last Year”, diretto da tre giovani registe – Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova – che seguono, per un anno, la vita di tre giovani donne cisgender che vivono alla periferia di Torino e vivono la vita delle ballroom. “Tre donne che guardano altre tre donne, senza il filtro del desiderio fisico”, dice Fiorentino.

Malqueridas” è il documentario cileno realizzato con immagini fornite dalle detenute di un carcere, dove i telefonini non sono ammessi. “E’ un racconto corale costruito su materiale a bassissima definizione. Sono state mantenute le imperfezioni originali. E anche il formato verticale dell’immagine del telefono. L’immagine verticale come gesto politico: la resistenza di queste donne che raccolgono storie di sorellanza, di maternità negata, di amore, di vita e di morte”, dice Fiorentino.

La tedesca Julia Fuhr Mann firma il documentario “Life is Not a Competition, But I’m Winning”. “È un film che lavora sulla narrazione sportiva ufficiale che vuole gli atleti solo vincitori o vinti”, dice Fiorentino. “Le Olimpiadi come fabbrica di eroi maschili, le Olimpiadi come strumento di discriminazione. Il film racconta fra un collettivo di atleti queer, una maratoneta trans gender e un’atleta sottoposta a chirurgia ormonale. Una visione che supera le etichette e le categorie”.

Fuori concorso, in collaborazione con la Mostra del cinema di Venezia e con le Giornate degli Autori, verrà presentato “Passione critica”, un documentario che racconta cinquant’anni di storia della critica cinematografica in Italia. Nasce da un’idea di Cristiana Paternò, presidente del Sindacato nazionale critici cinematografici, ed è firmato da Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi. La storia di uomini e donne che hanno cercato di raccontare il cinema allo spettatore, di dare un nome alle proprie emozioni, di consegnare al pubblico le loro esplorazioni, nel vasto mondo dei film di ogni genere e paese.

La SIC è realizzata, per il secondo anno, in collaborazione con IWONDERFULL. “A ogni incontro con Andrea Romeo, il fondatore di I  Wonder, sento il suo desiderio di rispettarci e, insieme, quello di farci crescere”. IWONDERFULL mette in palio un premio da 5mila euro per il miglior film. “Devo ringraziare anche la Mostra del cinema, la Biennale che ci dà spazi nei quali operare, e le Giornate degli Autori. Tutti e tre, insieme, facciamo Venezia. Ci completiamo a vicenda”.

“Volevo un festival capace di uscire dal guscio”, dice Fiorentino. “Un programma che offra uno sguardo critico sul mondo, ma che sia anche accogliente. Un programma che sia un discorso sul cinema, sulla società, su quello che sta succedendo. Con film che siano in grado di rappresentarci, ma anche film che mio figlio possa andare a vedere con gli amici”, conclude Fiorentino.

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