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Aviazione, come si finanzia la transizione ecologica? Il caso Adr

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Il tragitto dell’aviazione verso un futuro a basse emissioni è un volo a lunghissimo raggio, che spesso non è ancora decollato. Le tecnologie che servono a decarbonizzare l’aviazione sono ancora in fase di maturazione, o completamente fuori portata prima di qualche anno (come l’idrogeno). Nel frattempo, bisogna trovare equilibrio tra la domanda crescente di voli da parte dei viaggiatori e le richieste di sostenibilità dei regolatori, soprattutto in Europa. Per finanziare questo percorso, alcuni player dell’aviazione hanno iniziato a ‘fare da soli’, affidandosi alla finanza. Prendiamo Aeroporti di Roma: è stato il primo gestore aeroportuale al mondo ad emettere un sustainability linked bond nel 2021.

A differenza di un green bond (che si usa per finanziare singoli progetti sostenibili, e che ADR ha usato nel 2020) gli interessi riconosciuti agli investitori vengono collegati agli obiettivi di sostenibilità della società. Un esempio? A luglio 2023 ADR ha emesso un altro bond decennale (400 mln di euro, cedola del 4,875%) collegato agli obiettivi di ADR sul taglio delle emissioni ‘Scope’ 1 e 2 (le emissioni provocate direttamente dalla società): zero emissioni nette nel 2030 attraverso nuovi impianti fotovoltaici, l’elettrificazione della flotta autoveicoli, l’utilizzo di biocarburanti. Per quanto riguarda invece lo Scope 3 l’obiettivo è una riduzione del 30% nel 2030 (dal 2019), delle emissioni di CO2 per passeggero che transita in aeroporto.

Non vengono quindi considerate le emissioni degli aeromobili (la gran parte della CO2 del trasporto aereo): sarà mai possibile includerle? “Lato vettori, questo in realtà è già successo: a gennaio 2023 abbiamo visto la prima emissione obbligazionaria con obiettivi legati alle emissioni di CO2 degli aeromobili”, spiega a Fortune Italia il Ceo di ADR, Marco Troncone, riferendosi al bond da 1 mld emesso da AirFrance-Klm. “Il quadro è più complesso per gli aeroporti, la responsabilità dell’abbattimento di queste emissioni non ricade direttamente sui gestori aeroportuali, che sono comunque tenuti ad occuparsene in quanto emissioni di ‘scope 3’, pur dipendendo dalle strategie dei vettori (adozione del SAF e rinnovo delle flotte) e dagli enti regolatori (traffico aereo e carbon regulation)”.

Inoltre gli operatori aeroportuali possono facilitare la transizione anche orchestrando il contributo dei tanti attori coinvolti, anche di altri settori, come quello energetico. “Aeroporti di Roma si impegna nel favorire e abilitare la diffusione dell’uso di carburanti sostenibili per l’aviazione ed è anche promotrice del Patto per la Decarbonizzazione del trasporto Aereo”, il tavolo lanciato nel 2022 che punta già quest’anno a identificare un percorso condiviso per raggiungere i target di sostenibilità “senza deprimere il settore” e incentivando gli investimenti. Nato col patrocinio di Governo ed ENAC, attualmente vi hanno aderito 11 aziende, 9 associazioni e 5 istituzioni.

 

Il Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo

Il Patto è nato nel 2022 per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del trasporto aereo nel contesto degli SDGs e dell’Agenda 2030 e prendendo a riferimento l’obiettivo di ‘Net zero emissions’ entro il 2050. Il lavoro di confronto e ricerca di soluzioni del Comitato di indirizzo è un unicum a livello internazionale, dicono da Adr. Tra gli obiettivi c’è l’incentivazione degli investimenti sulle misure in grado di ridurre le emissioni: biocarburanti, fonti rinnovabili, nuove tecnologie per la propulsione degli aerei e lo sviluppo dell’intermodalità.

 

 

Aviazione, il peso della sostenibilità sui consumatori

L’aviazione ‘verde’ ha un problema di sostenibilità economica, che potrebbe colpire anche i consumatori. Secondo un report della società BeZero, il prezzo di un biglietto aereo potrebbe aumentare fino al 230% nel 2050, e nel 2035 il piano ReFuel dell’Ue sull’aviazione chiederà che l’utilizzo dei biocombustibili arrivi al 20%. Intanto, nonostante pesino per meno del 2% sulla CO2 a livello globale, le emissioni del settore sono quelle più aumentate tra 1990 e 2019, secondo i dati dell’Ipcc: con un incremento dell’85%, neanche i settori dell’industria, dell’energia e il resto dei trasporti sono cresciuti tanto.

Anche se i bond di ADR ancora non includono il capitolo aeromobili, le iniziative ci sono, come l’impegno sui biocarburanti. “I carburanti sostenibili per aviazione possono rappresentare una rivoluzione”, dice Troncone.

“I SAF di origine biologica sono in grado di ridurre le emissioni di CO2 del 60-80%, pertanto è evidente il loro ruolo fondamentale nel novero delle soluzioni per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione, in particolare Net Zero 2050. Naturalmente, insieme all’adozione di nuove tecnologie, al rinnovo delle flotte, al miglioramento delle operazioni, alla rimozione e compensazione del carbonio”.

Tra le altre iniziative c’è l’intermodalità, con i collegamenti su ferro, e il fotovoltaico (una prima ‘solar farm’ da 22MW a Fiumicino produrrà a regime circa 32 GWh). Inoltre, dal punto di vista finanziario, i target di decarbonizzazione del gruppo Mundys, che include anche ADR, hanno ottenuto “la certificazione, da parte di SBTi (the ‘Science-Based Target Initiative’) e ADR ha confermato il suo impegno a tenere aggiornato il proprio framework con obiettivi progressivamente crescenti, anche sullo Scope 3”.

Aviazione e sostenibilità, il ruolo dell’Italia

L’Italia, dice Troncone, “è pronta a svolgere un ruolo fondamentale per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo nell’iniziativa del World Economic Forum che, grazie al contributo di Mundys e ADR, studierà da un lato come trasformare gli aeroporti in veri e propri “Energy Hub” in grado di autoprodurre, accumulare e distribuire energia pulita, e dall’altro come contribuire all’adozione del SAF su larga scala, usando tecnologie all’avanguardia e innovativi strumenti di finanziamento.

Proprio Mundys guiderà ‘Airports of Tomorrow’, l’iniziativa del World Economic Forum e di Airport Council International per individuare soluzioni industriali e forme di finanziamento ibrido per l’azzeramento delle emissioni entro il 2050.

Gli ‘step up’

Intanto, sulle emissioni contemplate dai bond emessi finora, ADR si è imposta dei paletti, o ‘step up’, che non sempre vengono inclusi in emissioni simili.

Questo “rispecchia i Sustainability-linked bond principles emanati dalla International capital markets association (Icma). Il razionale è quello di collegare il costo del debito al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, creando quindi un incentivo virtuoso che correla strategia finanziaria e di sostenibilità. In sintesi, funziona così: nel primo trimestre 2031 ADR verificherà il raggiungimento dei tre target (“SPT”) riferiti all’esercizio 2030. La verifica sarà oggetto di revisione esterna e in caso di mancato rispetto di un solo target, il tasso di interesse delle ultime tre cedole del bond (luglio 2031, 2032 e 2033) subirà un incremento dello 0,2% per anno (la cedola passa da 4,875% a 5,075%). In caso di mancato rispetto di due o tre target, l’incremento del tasso di interesse sarà invece dello 0,3% o dello 0,4%”, spiega Troncone.

Bond simili diventeranno più frequenti, in ADR? “Certamente”, dice Troncone. “Tutti gli strumenti di finanziamento accesi da novembre 2020 ad oggi sono stati strutturati in formato ‘green’ o ‘sustainability-linked’. L’obiettivo è di proseguire su questa strada”.

 

La solar farm di Fiumicino

“L’impegno di ADR è di ridurre progressivamente l’impronta ambientale dei propri aeroporti con il target del Net Zero Emission nel 2030, con venti anni di anticipo rispetto a quanto prefissato a livello di settore aeroportuale europeo”, racconta l’Ad di Aeroporti di Roma. “Ricordo che gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, primi in Europa, hanno ottenuto a marzo 2021 la certificazione Level 4+ da parte di Airport Carbon Accreditation, la più alta attestazione di ACI Europe sulle performance e sul piano di riduzione delle emissioni di CO2 negli aeroporti”.

Il piano di Adr punta a potenziare la produzione di energie rinnovabili direttamente nell’hub di Fiumicino, in particolare attraverso la realizzazione di ‘solar farm’. La prima, da 22MW, è già in avanzato stato di sviluppo e produrrà a regime circa 32 GWh di energia rinnovabile all’anno: sarà il più grande impianto fotovoltaico per autoconsumo in ambito aeroportuale a livello europeo. “In secondo luogo”, dice Troncone, “stiamo convertendo all’elettrico i nostri veicoli e puntando all’efficientamento energetico e di “greening” delle nostre infrastrutture che sono sempre più certificate LEED o BREEAM. Questo porterà nel 2030, a raggiungere l’obiettivo di emissioni net zero per quanto riguarda l’infrastruttura aeroportuale”.

 

Contestualmente al bond, ADR ha anche rimborsato in anticipo un prestito bancario da 200 mln di euro, racconta Troncone, e avviato una tender offer rivolta ai portatori del prestito obbligazionario da 500 mln di euro emesso da ADR nel 2017, in scadenza nel 2027. “Questa seconda operazione ha ricevuto adesioni per circa 67 mln di euro: ADR ha riacquistato i relativi titoli dagli investitori e li ha cancellati”.

Le 3 operazioni valgono “circa 130 mln di euro di nuove risorse finanziarie”, spiega Troncone, e “perseguono soprattutto l’obiettivo di ottimizzare la struttura dell’indebitamento e di migliorare il profilo delle scadenze del debito, accrescendo allo stesso tempo il peso della finanza sostenibile sul totale delle fonti di finanziamento”. In questo modo, racconta l’Ad, la quota di debito sustainable per Aeroporti di Roma è arrivata al 64%.

 

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