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Le tecnologie che potrebbero rivoluzionare la sostenibilità

Tecnologie e innovazione giocano un ruolo di primaria importanza nella tutela dell’ambiente e dei diritti umani e se utilizzate correttamente possono rendere le catene del valore globali più trasparenti, efficienti e attente alle esigenze della collettività. Nonostante importanti contraddizioni ancora in essere, basti pensare che oggi Internet inquina tre volte tanto tutto il traffico aereo mondiale (Royal Society, ndr), si tratta di fatto di potenziali alleati strategici, che se usati correttamente, potrebbero favorire una transizione ecologica giusta e creare un futuro più sostenibile per le generazioni future.

Tracciabilità e trasparenza con la Blockchain

Si chiama blockchain, letteralmente ‘catena di blocchi’, e consiste in un registro ‘virtuale’ condiviso e immutabile che permette di introdurre informazioni e dati relativi ad un prodotto o servizio. Attraverso la blockchain, il consumatore responsabile può verificare l’origine e la composizione esatta di un prodotto lungo le sue catene di approvvigionamento orientandosi tra brand sostenibili e pratiche di greenwashing.

E gli imprenditori e produttori possono posizionarsi più agilmente sul mercato differenziandosi da frodi e contraffazione, e rispondendo al contempo alle richieste crescenti di trasparenza e tracciabilità che provengono da clienti e istituzioni. In alcune merci, ormai, basta di fatto inquadrare l’apposito QR code presente su etichette o packaging per scoprire la storia digitale di ogni prodotto e la sua esatta composizione.

Notevole il potenziale della blockchain sia in ambito gestione dei rifiuti che finanza sostenibile. Grazie a questa tecnologia, infatti, è possibile ad esempio anche creare registri digitali per i rifiuti, consentendo di tenere traccia del loro percorso e di garantire che vengano poi correttamente smaltiti o riciclati. Ciò favorisce la riduzione degli sprechi e la conservazione delle risorse naturali, contribuendo a un’economia più sostenibile.

La blockchain consente anche la creazione di strumenti finanziari innovativi, come ad esempio i token di carbonio, che possono essere scambiati e utilizzati per finanziare progetti di riduzione delle emissioni.

In un mondo in crescita tra sedicenti professionisti della sostenibilità e agenzie che si reinventano esperte di ambiente e diritti umani in pochi mesi, certo è che la creazione di cv digitali in blockchain potrebbe essere anche una buona soluzione per attribuire gare e commesse a persone di comprovata esperienza. Nonostante l’evidente potenziale della blockchain, diverse le questioni ancora aperte, come la sfida del consumo di energia necessario per alimentare l’intero sistema, e a tal proposito stanno nascendo delle alternative più green basate sulle rinnovabili, e soprattutto l’obiettivo di garantire che le informazioni inserite nel registro siano realmente veritiere e corrette.

Efficienza e prevenzione dei rischi con l’IoT

Anche l’Internet delle cose, meglio noto come IoT, offre opportunità senza precedenti per la sostenibilità. I sensori intelligenti, ad esempio, possono raccogliere dati in tempo reale sull’uso dell’energia, la qualità dell’aria, il consumo idrico e altro ancora di diversi cicli di prodotto, consentendo una gestione ottimale della produzione basata sulla minimizzazione degli sprechi.

In agricoltura ad esempio, l’IoT permette agli agricoltori di monitorare e ottimizzare l’irrigazione, l’uso dei fertilizzanti e la gestione delle colture, riducendo l’impiego di risorse e di sostanze chimiche nocive. Molto promettente, secondo uno studio del World Economic Forum, è l’adozione di tecnologie di agricoltura di precisione per ridurre l’uso di acqua (30%), fertilizzanti (50%) e pesticidi (95%) e contribuire a mitigare l’impatto ambientale.

Altissimo inoltre il potenziale dell’IoT per la salvaguardia di foreste e risorse naturali; così come nel contrasto agli effetti della crisi climatica. Si pensi ad un incendio boschivo o altro episodio catastrofico che possa mettere a rischio aree verdi o protette ma anche fauna e persone, e a quanto possa essere strategico l’Internet delle cose per segnalare eventuali problematiche e quindi accelerare i tempi di intervento.

L’IoT ha un potenziale replicabile in numerosi comparti. Secondo un rapporto di McKinsey, ad esempio, potrebbe ridurre le emissioni di gas serra del settore energetico e dei trasporti fino al 15% entro il 2030.

Tra le sfide aperte dell’IoT sicuramente il tema della sicurezza informatica e della tutela della privacy, oggi sempre più regolamentata dalle istituzioni europee.

Semplificazione della complessità grazie all’AI

L’intelligenza artificiale è funzionale ad elaborare in tempi record un quantitativo corposo di dati e informazioni e trasformarli in modelli descrittivi, predittivi o decisionali che possono anche essere utili al mondo della sostenibilità. Basti pensare che ad esempio un sistema di AI potrebbe svolgere attività di manutenzione predittiva su un impianto di distribuzione dell’acqua per ridurne le perdite, o che potrebbe essere usato per ottimizzare i cicli di produzione, compensando i materiali di scarto tra filiere differenti.

Ha fatto molto discutere a livello nazionale, la diffusione di ChatGpt, il chatbot basato sull’intelligenza artificiale e apprendimento automatico, specializzato su interazione e conversazione con gli utenti umani. E se la sfida della tutela della privacy e della proprietà intellettuale, sono due ambiti cruciali per l’utilizzo etico della tecnologia, è anche vero che in un mondo ancora malsanamente focalizzato sull’overperformance, l’assistente digitale permette di abbattere tempi e costi e facilitare il professionista anche nelle proprie elaborazioni creative.

Nonostante ChatGpt non sia oggi sostituibile all’intelletto umano, è un buon alleato, che mostra un potenziale straordinario. E magari, a breve, ci aiuterà a rendicontare più agilmente e in compliance con le crescenti richieste di Bruxelles.

 

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