GILEAD
Cerca
Close this search box.

Tassi alti e accesso al credito, il peso sulla fiducia delle imprese

garanzia sace imprese aziende magazzino crisi imprenditori
Gilead

Cala la fiducia di imprese e consumatori, e lo certifica l’Istat. A settembre 2023 si stima una diminuzione sia del clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 106,5 a 105,4) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 106,7 a 104,9.

I due indici di fiducia vengono pubblicati periodicamente dall’Istat. Nel caso di settembre, per quanto riguarda le imprese, il calo di fiducia “si estende a tutti i settori di attività, con l’eccezione delle costruzioni, ed è tornato allo stesso valore di ottobre 2022”.

Il peso dell’accesso al credito sulle imprese

I dati Istat rispecchiano anche una delle maggiori difficoltà per le imprese, in epoca di tassi alti: l’accesso al credito. Secondo gli imprenditori interrogati sulle condizioni di accesso al credito bancario, si stima un peggioramento delle condizioni nel terzo trimestre 2023.

In alcuni mesi dell’anno, tra cui settembre, l’indagine Istat interroga le imprese anche sulle condizioni di accesso al credito, l’ottenimento o meno del credito richiesto, e le motivazioni dell’eventuale aggravio delle condizioni finanziarie.

È rilevante la quota delle imprese per le quali le condizioni di accesso al credito sono nel complesso meno favorevoli. La pensano così il 39,7% nel settore del commercio al dettaglio, il 35,7% in quello manifatturiero, il 27,7% in quello dei servizi di mercato e, infine, il 24,7% in quello delle costruzioni.

Rispetto alla rilevazione precedente, che risale a giugno, la percentuale delle imprese che non ha ottenuto il finanziamento richiesto aumenta nel comparto delle manifatturiere (dal 6,0% all’8,2%), ma diminuisce in quello dei servizi (dall’8,2% al 7,8%).

Imprese, crescono i crediti deteriorati

Intanto, secondo le stime dell’Outlook Abi-Cerved 2023-2025, nei prossimi due anni aumenteranno i crediti deteriorati anche a causa della politica della banca centrale europea, che con i rialzi dei tassi d’interesse combatte da mesi l’inflazione.

Lagarde (Bce) rassicura: niente recensione, riporteremo inflazione al 2%

Secondo il report dell’Associazione bancaria italiana e di Cerved quest’anno il tasso di deterioramento del credito alle imprese (la percentuale di crediti diventano ‘non performing’ nel periodo preso in considerazione) arriverà al 3,1%. Era il 2,2% del 2022.

Vengono così superati per la prima volta i valori pre-Covid. Nel 2024 si prevede poi un ulteriore aumento, fino al livello più alto dal 2016.

“Inflazione elevata, orientamento restrittivo della politica monetaria e rallentamento dell’economia rischiano di portare ad una riacutizzazione dei rischi finanziari delle imprese, creando le condizioni per un aumento dei crediti deteriorati”, ha detto il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. “Al riguardo andrebbero, ad esempio, riviste tempestivamente alcune regole europee vigenti che penalizzano la rinegoziazione dei finanziamenti bancari”.

Tra il 2022 e il 2023 i nuovi crediti in default aumentano in tutti i comparti, a partire dall’industria (dall’1,7% al 2,8%) e dall’agricoltura (dall’1,8% al 2,8%).

I servizi rimangono il settore con il tasso di deterioramento più alto, pari al 3,2% (era il 2,3%), seguiti dalle costruzioni (2,9% dal 2,1%).

La crescita dei tassi di default porta industria e servizi a superare i livelli pre-Covid (rispettivamente 2,3% e 2,8% nel 2019), mentre agricoltura e costruzioni rimangono al di sotto dei valori del 2019 (3,1% e 4,0% rispettivamente).

I numeri della fiducia: le imprese…

Con riferimento alle imprese e ai numeri Istat, per tutti i comparti indagati si stima una riduzione dell’indice di fiducia ad eccezione delle costruzioni.

Ecco un dettaglio:

  • la manifattura scende da 97,7 a 96,4.
  • i servizi da 103,5 a 100,5.
  • il commercio da 108,7 a 107,3.
  • Nelle costruzioni l’indice sale leggermente da 160,2 a 160,9.

Quanto alle componenti dell’indice di fiducia, nella manifattura e nei servizi tutte le variabili peggiorano.

“Nel commercio al dettaglio i giudizi sulle vendite si deteriorano marcatamente mentre le relative attese diminuiscono lievemente in presenza di un calo delle scorte. Per quanto attiene alle costruzioni, i giudizi sugli ordini/piani di costruzioni sono improntate all’ottimismo mentre le aspettative sull’occupazione presso l’azienda registrano una dinamica negativa”, dice l’Istat.

…e iI consumatori

L’indice di fiducia dei consumatori invece si riduce “per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno”.

Secondo le risposte alle domande che compongono l’indagine Istat, gli intervistati giudicano più negativamente la situazione economica generale e quella occupazionale. “Mentre si registra un miglioramento delle valutazioni attinenti la situazione finanziaria della famiglia”, dice l’Istat. Nel dettaglio, il clima economico, il clima corrente e il clima futuro calano, rispettivamente, da 121,5 a 115,2, da 101,4 a 100,2 e da 114,1 a 113,2; invece, il clima personale aumenta passando da 101,5 a 102,2.

 

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.