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Cinema italiano in crescita sui mercati internazionali: l’analisi di Nicola Borrelli

Il direttore generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, Nicola Borrelli (nella foto in evidenza), ha recentemente evidenziato una sfida cruciale per l’industria cinematografica italiana durante la presentazione dei risultati della ricerca intitolata ‘La distribuzione dei film italiani sui mercati esteri’, promossa nel 2022 da Anica, in collaborazione con eMedia e con il supporto della Direzione Cinema del Mic. Secondo Borrelli, l’Italia ha un notevole ritardo nell’ambito della distribuzione cinematografica internazionale, con la maggior parte dei film italiani affidati a distributori stranieri.

“Ancora oggi registriamo che i film importanti italiani hanno venditori internazionali non italiani. Stiamo lavorando per permettere a qualche operatore italiano di competere, anche se non è semplice, partiamo da decenni di ritardo e disattenzione”, ha dichiarato Borrelli. Questa constatazione mette in evidenza la necessità di una maggiore presenza e competenza italiane nella distribuzione internazionale dei film nazionali.

Una delle principali iniziative discusse è la revisione del decreto sui contributi automatici, con un focus specifico sulla parte relativa ai contributi internazionali. Borrelli ha sottolineato l’importanza di utilizzare queste risorse per promuovere una crescita effettiva dell’industria cinematografica italiana, anziché semplicemente accumulare fondi.

Il Ministero della Cultura, guidato dal ministro Gennaro Sangiuliano, ha già adottato diverse iniziative di successo per sostenere il cinema italiano, come “Cinema Revolution”, un programma per incoraggiare il ritorno del pubblico nelle sale cinematografiche durante l’estate. Sangiuliano ha sottolineato l’importanza di collaborare con altri ministeri per raggiungere ulteriori obiettivi.

Tuttavia, nonostante gli sforzi e i progressi evidenziati, la distribuzione dei film italiani sui mercati esteri presenta ancora alcune sfide significative. Nonostante un aumento generale della domanda di film a livello globale, e un notevole incremento (+123%) della circolazione dei film italiani nel mondo tra il 2017 e il 2021, ci sono ancora diverse criticità da affrontare.

In Italia, esistono 200 imprese di distribuzione nazionale e internazionale, ma solo otto di queste hanno un peso significativo nelle vendite estere. Molti di questi operatori sono mononazionali e mancano di dimensioni per competere a livello internazionale. Inoltre, i film nei cataloghi per le vendite estere dei distributori nazionali spesso riflettono le caratteristiche della produzione cinematografica italiana, compresi titoli Italian Original, commedie di successo a livello domestico ma di difficile esportazione, e un numero limitato di opere con un taglio autoriale riconosciuto oltre i confini nazionali.

Micaela Fusco, presidente dell’Unione Esportatori Internazionali dell’Anica, ha sottolineato la necessità di aiutare l’industria cinematografica italiana a diventare più competitiva e a sfidare le sfide globali. “Siamo piccoli, e questo non ci fa piacere. Abbiamo tantissimi talenti e buoni film: molti viaggiano verso l’estero, moltissimi no”, ha affermato Fusco.

In conclusione, l’industria cinematografica italiana sta affrontando una sfida importante nella distribuzione internazionale dei suoi film. Mentre ci sono progressi e iniziative in corso per affrontare questa questione, rimane un percorso da compiere per permettere al cinema italiano di competere a livello globale e raggiungere un pubblico internazionale più ampio.

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