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Perché abbiamo bisogno di una leadership al femminile

La letteratura e le evidenze empiriche, anche quelle di natura aneddotica, sono piene di casi nei quali si esaltano gli attributi di individui carismatici, spesso definiti leader, che sono in grado di indirizzare e ispirare il cambiamento. Ma quali sono i tratti della leadership di successo? E soprattutto sono in qualche modo correlati al genere?

Nel nuovo mondo interconnesso, caratterizzato da sfide globali ed evoluzioni dinamiche dei mercati, ci si chiede se la leadership del futuro sia feminine o masculine.  Oltre le differenze di genere, è evidente che nelle organizzazioni si afferma la consapevolezza della priorità che deve essere assegnata a un nuovo modello di leadership.

La pandemia da Covid-19 ha accelerato i processi di digitalizzazione dei mercati, velocizzando il processo di cambiamento nei modelli organizzativi e facendo prevalere una visione delle organizzazioni non più come strutture gerarchiche ma come organismi, capaci di essere in osmosi costante con l’ambiente e di attivare processi di adattamento dinamico ai mutamenti esterni.

Nel nuovo paradigma dell’agile organization, basato sull’empowerment di team diffusi, flessibili, networked e improntati alla collaborazione e all’apprendimento continuo, i manager assumono l’importante ruolo di guida, trasformandosi in coach organizzativi, capaci di riconoscere il talento dei propri collaboratori, di incoraggiarli ed indirizzarli verso il cambiamento attraverso la condivisione della conoscenza e dei valori, stimolandone il pensiero creativo.

Se i team saranno il nodo chiave delle organizzazioni agili di domani, per gestire il cambiamento i leader dovranno essere dotati di intelligenza emotiva, con spiccate abilità sociali e di problem solving, dovranno saper motivare i propri collaboratori, dovranno essere predisposti all’ascolto e mostrare capacità di gestire efficacemente i conflitti interni, alimentando un clima di speranza e di fiducia. Il leader di domani sarà un leader gentile, dotato quindi di gentle power che metta insieme intelligenza emotiva, abilità di guida, trasparenza e fiducia. I gentle leader saranno necessariamente manager aperti e capaci di instaurare relazioni basate sulla condivisione, a beneficio della coltivazione dei saperi e della circolazione delle idee, per nutrire il pensiero creativo e per trovare, insieme, soluzioni adatte a risolvere problemi complessi.

Nella teoria manageriale, tuttavia, il concetto di leadership è stato a lungo associato ad attributi definiti come masculine, in cui prevalgono aspetti caratterizzanti una leadership gerarchica basata su comportamenti goal-oriented, quali l’indipendenza e l’estrema razionalità nelle decisioni, ma anche l’essere decisivi, assertivi, propensi al rischio ed autoritativi. Nel tempo, a una caratterizzazione masculine della leadership si sono affiancate qualità feminine, che individuano approcci alla leadership in chiave collaborativa, empatica e supportiva verso i propri collaboratori, ma anche estremamente aperta al cambiamento esterno. Si tratta di caratteristiche che si configurano come elementi indispensabili a costruire relazioni basate sulla fiducia reciproca, e che sono determinanti per affrontare contesti caratterizzati da crescente complessità.

La leadership del cambiamento è quindi per sua natura ibrida, e nasce dall’incontro di attributi  masculine e feminine, che non possono che complementarsi andando oltre gli stereotipi di genere, per affermare il primato del talento e della gentilezza, della capacità del leader di incoraggiare, ispirare e motivare.

L’affermazione di una leadership trasformativa richiede alle organizzazioni di poter contare su di un management che sia espressione di elementi caratterizzanti entrambi gli stili di leadership, masculine e feminine. Si tratta di una premessa necessaria per favorire una osmosi continua tra saperi nelle organizzazioni e attivare competenze adeguate a gestire contesti di mercato ad elevata complessità. Questo richiede necessariamente il superamento del gap di genere nelle posizioni di leadership. 

Secondo i dati del World Economic Forum, la quota di donne assunte in posizioni di leadership è stata del 36,9% nel 2022. Un dato che mostra passi in avanti rispetto al passato, ma che rivela che la female leadership è ancora un passo indietro e lo è soprattutto in alcune industry come l’automotive, le infrastrutture, l’Ict e l’energia, settori determinanti per assicurare uno sviluppo economico knowledge-based. Favorire l’accesso nelle posizioni di vertice delle female leaders rappresenta, quindi, una misura chiave per accrescere le capacità dinamiche delle organizzazioni e la loro propensione al cambiamento, non solo come leva per accrescere la performance, ma soprattutto per liberare le capacità creative e di innovazione dei team, che rappresentano fattori indispensabili per gestire shock esterni e il catch up tecnologico.

Oggi più che mai è necessario un cambio di prospettiva, superando gli stereotipi di genere nell’approccio alla leadership: il motto “think manager-think male” non fa bene alle organizzazioni, occorre una visione nuova che sia in grado di integrare anche il gentle power, con approcci alla leadership che favoriscono l’incontro dei tratti feminine e masculine di gestione manageriale in chiave innovativa e dinamica.

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