Simone Gennari, romano, 23 anni, appassionato di politica e attuale vision leader di Visionary Roma, una realtà locale e nazionale che ogni giorno porta avanti azioni di protesta e di proposta fatte dai giovani per i giovani. Attivista, educatore e volontario in varie realtà ed associazioni, Simone studia economia. Lui preferisce parlare di benessere e persone più che di crescita e profitto. “Chiedere se l’Italia investa sui giovani non è la domanda giusta. Le persone non sono capitali, non ci si investe. Noi giovani dobbiamo avere il coraggio di attivarci e abbiamo la responsabilità di proporre movimento. Ecco ciò che serve al nostro Paese”. I giovani di Ultima Generazione? “Quando loro indicano la luna, noi guardiamo il dito. Il problema è il nostro essere schiavi della realtà e la nostra mancanza di re-immaginazione”.
L’evento Visioni di Roma ha avuto il successo che vi aspettavate?
Visioni ha coinvolto oltre cento partecipanti mettendo in connessione associazioni, startup e realtà giovanili: quando riunisci le persone e le loro visioni si crea sempre valore
Tu coordini il gruppo romano di Visionary, di cosa vi occupate?
C’è un intero movimento strutturato in oltre 12 hub territoriali diffusi in tutta Italia. Cerchiamo di garantire strumenti, opportunità e uno spazio socio-politico per la nostra classe sociale.
Ha ancora senso battersi per una generazione che sembra persa?
Battersi per vedere realizzata la propria visione è importante e necessario. La nostra generazione non è persa, ma disillusa. I giovani stanno provando a mettere in discussione il presente. E questo non vuol dire perdersi, ma avere consapevolezza dell’oggi per immaginare insieme un domani migliore.
Quali sono le tematiche più sentite dalla Gen Z?
Sono due le rivendicazioni portanti: diritti e qualità. I giovani sono tornati a mettere al centro il benessere personale, collettivo, ambientale e socio-economico.
Benessere e salute mentale: siamo in ritardo nel comprendere le richieste dei ragazzi?
Le istanze giovanili non vengono recepite. Se avviene è solo in maniera limitata. I bisogni diventano così vizi generazionali e le risposte semplici tamponamenti. Manca ascolto e rappresentanza politica.
I prossimi appuntamenti di Visionary?
A Roma continueremo a lavorare su benessere mentale e lavoro di qualità. A Bergamo ci sarà il Festival delle buone notizie. Poi stiamo organizzando i Visionary Days: il nostro evento di brainstorming collettivo che ogni anno riunisce oltre 2500 giovani da tutta Italia.
