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AI, cresce l’entusiasmo tra i dirigenti e i lavoratori che la utilizzano

L’intelligenza artificiale è diventata indispensabile per i professionisti, tanto che circa il 60% di chi la utilizza dichiara che rinuncerebbe al 10% dello stipendio piuttosto che lavorare senza il supporto tecnologico.

I lavoratori dipendono sempre più dall’intelligenza artificiale nello svolgimento delle loro mansioni. A Wall Street la crescita dell’AI riporta alla memoria il boom di internet: l’aumento della produttività aziendale e i risparmi consistenti che ne derivano stanno facendo impennare le azioni di molte aziende tecnologiche. Ma l’AI potrebbe comportare dei rischi economici, in particolare nel mercato del lavoro, e questo ha spaventato molti lavoratori più di quanti ne abbia entusiasmati.

Inoltre, l’uso dell’AI sta crescendo in molti contesti lavorativi, e se chiedi ai lavoratori più pagati che usano l’AI generativa – che può creare testi, immagini, audio e video – come la tecnologia abbia impattato sulle loro vite, la paura non è la prima cosa a cui pensano.

Di fatto il 59% dei lavoratori che usano l’AI generativa per ricerche di market intelligence hanno dichiarato che preferirebbero guadagnare il 10% in meno piuttosto che perdere l’accesso agli strumenti di AI, come rivela il rapporto AlphaSense di GenAI 2023. Questo dato include il 54% di quanti operano nei servizi finanziari.

La crescita dell’uso dell’intelligenza artificiale fra quanti realizzano ricerche di market intelligence – che si focalizzano sulla comprensione e sui dettagli delle tendenze e dei comportamenti dei clienti – potrebbe essere un indicatore del fatto che la tecnologia registrerà presto un incremento di utilizzo anche in altri settori basati sull’analisi dei dati.

Dopotutto, l’80% dei ricercatori che si occupano di market intelligence prevede di essere sempre più dipendente dall’AI nel prossimo anno, visti i benefici che comporta in termini di risparmio di tempo e riduzione della parte più noiosa del lavoro. E mentre alcuni esperti si dicono preoccupati per l’esagerato clamore che circonda l’AI, le aziende hanno invece scommesso sempre di più sulla tecnologia, negli ultimi due anni.

Per fare un esempio, Accenture, che è un gigante per la consulenza e servizi IT, ha annunciato un investimento di 3mld di dollari per utilizzare l’AI nell’analisi dei dati relativi ai servizi offerti ai suoi clienti, il che estenderà l’accesso all’intelligenza artificiale a 80.000 professionisti. Paul Daugherty, a capo dell’ufficio di tecnologia e innovazione di Accenture, ha dichiarato alla giornalista di Fortune, Scheryl Estrada, che si sta preparando per il 2024, quando “le aziende leader cominceranno a cercare applicazioni scalabili di AI generativa”. E ha aggiunto “Penso che vedremo molte aziende impegnate nel tentativo di ripensarsi alla luce delle nuove tecnologie, puntando a diventare centri di eccellenza rispetto all’intelligenza artificale. Ne hanno bisogno per continuare andare avanti”.

L’entusiasmo per l’AI è cresciuto fra i dirigenti. Circa il 72% dei Ceo hanno classificato come priorità assoluta l’investimento in AI generativa, anche a fronte di condizioni economiche incerte, come emerge da una nuova indagine di KPMG che ha riguardato 1.325 dirigenti di aziende con ricavi annuali superiori a 500 mln di dollari. La ricerca di AlphaSense mostra anche che è cresciuto del 180%, negli ultimi due anni, il numero di volte in cui il termine ‘AI’ compare nelle rassegne stampa mensili, oltre che in altri documenti pubblicati dalle aziende americane che hanno una capitalizzazione che supera il miliardo di dollari.

Negli ultimi anni i venture capitalist hanno dato molto spazio alle startup di intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato da Bloomberg ad ottobre – citando i dati di PitchBook – nel terzo trimestre del 2023 il finanziamento per le startup di AI ha registrato un +27% – per un investimento complessivo di 17.9 mld di dollari – in controtendenza rispetto al quadro generale dei finanziamenti per startup, che era già affondato del 31% nell’ultimo anno.

I timori relativi ai rischi dell’AI e la relativa lentezza dei tassi di adozione

Nonostante il crescente utilizzo dell’AI in alcuni settori chiave, ci sono ancora dei timori relativi ai rischi economici che questa tecnologia comporta, e i tassi di adozione a livello economico sono stati relativamente deboli.
Anche se nel 2023 gli americani hanno utilizzato l’AI più che mai, la maggior parte di loro è ancora reticente rispetto al fatto che questa tecnologia abbia ricadute solo positive. Un recente sondaggio di Pew Research ha rilevato che il 52% degli americani sono più preoccupati che entusiasti, quando si parla di AI, rispetto al 10% che si dice più entusiasta che preoccupato. Il restante 36% è sia spaventato che incuriosito ed entusiasta.
I timori dei consumatori possono aver influenzato il tasso di adozione della nuova tecnologia, che si è rivelato particolarmente lento in molte aziende americane. In un recente sondaggio di GitLab su 1000 programmatori, il 90% ha dichiarato di utilizzare l’AI nello sviluppo di software, o di avere intenzione di farlo. Dall’altro canto, un sondaggio del Census Bureau ‘May business trends e outlook” degli Stati Uniti ha rivelato che solo il 6,9% delle imprese statunitensi prevedono di utilizzare l’AI per la produzione di ‘beni o servizi’ nei prossimi sei mesi, dimostrando quanto l’AI sia lontana dal giocare un ruolo chiave per l’intera economia.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com

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