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Cinema, la sala vola verso il pareggio. Tra tre anni previsto il +9%

Torniamo dalle Giornate Professionali di Sorrento con la consapevolezza che il mercato della sala cinematografica non solo è sopravvissuto al disaster-movie della pandemia, ma che ha anche saputo mettersi in discussione e tamponare le falle di un sistema che probabilmente necessitava di un nuovo rodaggio. Il peggio è passato e, ad oggi, il gap con gli anni preCovid è quasi colmato.

In più però, rispetto a prima, c’è la consapevolezza del ruolo centrale del grande schermo come principale sfruttamento del prodotto film, che valorizza ogni altro segmento successivo e che non ha più nella piattaforma un rivale. Lo streaming è un partner semmai e la partita è ben divisa: al cinema vanno i film, online le serie Tv più qualche titolo acchiappa-account o che non ce la farebbe a reggere il confronto con l’esperienza della sala.

Questo il pubblico lo ha capito benissimo e per questo è tornato in massa al cinema: nel giro di dodici mesi, da dicembre 2022 a dicembre 2023, ben quattro titoli hanno raggiunto risultati eccellenti, “Avatar – La via dell’Acqua” (che è valso il Biglietto d’Oro alla Disney), “Barbie” e “C’è ancora domani” (Biglietto d’Oro come miglior film italiano, una scena nella foto in evidenza), tutti ben al di sopra dei 30 milioni di euro, con “Oppenheimer” solo poco al di sotto.

Messi insieme fanno decine di milioni di biglietti venduti, che alla fine del 2023 saranno solo un 20-25% in meno rispetto alle medie stagionali prepandemiche. Un risultato straordinario che compirà il suo capolavoro nel biennio 2024-25 quello che sancirà il pareggio e porrà le basi per il superamento di quei dati (la previsione dei maggiori analisti, a livello globale tra il 2026 e 2027, è di +9% circa di incassi e leggermente meno sulle presenze del settore theatrical). Nessuno poteva immaginarlo in questi quattro anni.

Da quel 7 marzo 2020, dal Dpcm “zona rossa in tutta Italia”, che faceva da preludio al lockdown, tra riaperture a singhiozzo, false ripartenze, restrizioni durissime e una campagna stampa allarmista a dir poco funesta, l’industria della sala cinematografica (un mercato con il suo indotto da alcuni miliardi di euro l’anno) fu messa severamente in ginocchio e ridotta pure a brandelli dagli avvoltoi che lucravano sulla sua fine, parlando di nuove modalità di fruizione del prodotto. Nuove sirene irretivano i manager delle major, venivano cambiati i business plan, la corsa allo streaming stravolgeva tutti i piani con i produttori che si convertivano immediatamente alle piattaforme serializzando ogni cosa con il beneplacito degli autori, molti dei quali sul grande schermo non ci sono ancora tornati (pensiamo a Carlo Verdone, Gabriele Muccino e Ferzan Ozpetek solo per citare tre dei maggiori registi italiani).

Quattro anni dopo ci troviamo a raccontare un mercato in ottima salute dove il film è assoluto protagonista, la cui qualità in questo tempo si è alzata a dismisura tanto da mettere in difficoltà chi realizzava film di basso spessore.

Che ci si debba porre il problema della qualità è una sacrosanta ragione, ma il caso dei “Me contro Te”, la saga di film italiani più visti in questi anni, racconta che contano le fanbase (o fandom). È così che campa la Marvel, ed è su questo aspetto che avrebbero dovuto insistere di più produttori e distributori (non sarebbe un evento vedere al cinema Christian De Sica e Carlo Verdone ne “I cognati”? O tanti altri progetti basati su “film con follower…”).

Queste sono le sfide che la sala deve raccogliere, al di là dei capolavori e dei grandi film dei maestri. Ci aspettano allora delle feste di Natale con i titoli Disney e Warner su tutti, “Wish” e “Wonka”, ma occhio al vero blockbuster: “Come può uno scoglio” con Pio e Amedeo. Ci sono anche Ficarra e Picone e Siani, certamente, ma indizi ci portano a pensare che potrebbero essere proprio loro due il clamoroso successo di queste vacanze di Natale 2023.

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