Ci sono storie che toccano il cuore e scuotono l’anima di chi legge ma soprattutto di chi scrive.
È il caso del Panificio Pascuzzo, un nome semplice che nasconde però una realtà imprenditoriale nata 63 anni fa e che coinvolge tante generazioni della stessa famiglia.
A parlare è Anna Pascuzzo, una minuta donna di 85 anni che, con una semplicità disarmante, ci rende partecipi dei suoi ricordi e ci fa rivivere un passato lontano fatto di tradizioni, affetti sinceri e soprattutto di duro lavoro.
Ci racconta che negli anni ’60, quando una coppia convolava a nozze, le donne del paese preparavano dolci di ogni tipo per la festa di matrimonio che coinvolgeva praticamente tutti: parenti, amici, vicini di casa. E lei, insieme a suo marito Francesco Veltri, ha iniziato così nella Presila Cosentina, a Parenti – appena 2.000 abitanti – con un’amministrazione comunale illuminata e un tessuto imprenditoriale vivace e un po’ visionario che ha fatto della tradizione il suo segno distintivo, conservando e tramandando la cultura identitaria tipica dei borghi italiani.
Una storia lontana nel tempo ma anche attuale perché, sebbene il 70% delle piccole e medie imprese a conduzione familiare rischino la chiusura a causa dello spopolamento delle aree interne, la famiglia Veltri-Pascuzzo ha voluto fortemente mantenere in vita e proseguire il lavoro dei nonni.
Un’eredità importante che Romano e i suoi figli, Francesco e Marika poco più che ventenni, hanno raccolto cercando di dare un nuovo impulso all’attività di famiglia nel segno della modernità e soprattutto della sostenibilità. Il laboratorio è una dicotomia di strumenti all’avanguardia e di profumi e sapori antichi che poi convergono nella realizzazione di prodotti unici. Taralli, biscotti, pasta ma anche panettoni e i tipici dolci della tradizione calabrese.
Ogni componente della famiglia svolge un ruolo preciso sotto la supervisione attenta e scrupolosa di papà Romano. Francesco si occupa della produzione, Marika invece dell’amministrazione, ma dietro la sua apparente timidezza nasconde un forte piglio imprenditoriale. È lei infatti a seguire i progetti di internazionalizzazione del panificio di famiglia. Oggi i prodotti Pascuzzo raggiungono non solo le tavole di tanti italiani ma anche il Canada e gli Stati Uniti.
Romano ha l’aria simpaticamente burbera ma quando parla della sua attività, dei sacrifici e dei problemi che ha affrontato negli ultimi anni a causa della pandemia e dei rincari energetici, i suoi occhi diventano lucidi. Il ricordo commosso poi di suo fratello Saverio, colonna portante del panificio, tragicamente scomparso nel 2020, un vuoto incolmabile. Poi, però, ha sempre ricominciato con più tenacia di prima dando nuova linfa a quel lavoro che è tutta la sua vita. Faticoso certo, fatto di orari improbabili. Eppure quella sua passione che lo ha fatto iniziare tanti anni fa, oggi la vede e la condivide coi suoi figli: la nuova generazione della Famiglia Pascuzzo che con coraggio e perseveranza guarda al futuro con rinnovata fiducia.
