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San Marino, terra di libertà tra storia e diplomazia

“Benvenuti nella terra della libertà” Arrivando da Rimini, questa è la scritta che si vede su una delle porte d’ingresso allo Stato di San Marino. Ma perché ‘terra della libertà’? Come molti sanno, San Marino non è un Comune dell’Emilia-Romagna, bensì uno Stato indipendente a tutti gli effetti, che vanta una bandiera, un inno e una forma democratica di governo. Dalla Città di San Marino, che si staglia sulla pianura romagnola, lo sguardo spazia fino al Mar Adriatico. Detto anche Repubblica del Titano, lo Stato di San Marino, che conta 33.847 abitanti, presenta alcune peculiarità: non è membro dell’Unione europea ma ha adottato l’euro; non ha un capo di Stato, bensì due, i ‘Capitani Reggenti’. Abbiamo intervistato il segretario di Stato, Luca Beccari, che ci ha guidato alla scoperta di molte curiosità.

 

Segretario Luca Beccari, la Serenissima Repubblica di San Marino è la Repubblica più antica del mondo. Infatti, l’8 ottobre 1600 è stata promulgata la prima Costituzione scritta, le ‘Leges Statutae Sancti Marini’ tuttora alla base della legge sammarinese. Dal suo punto di vista, quali sono i momenti topici della storia sammarinese?

La Repubblica di San Marino è un unicum nella storia ed è particolarmente complesso citare fatti, eventi o momenti che ne hanno definito le peculiarità e le prerogative sovrane, sia a livello legislativo che sotto il profilo storico, culturale ed economico.

Già a livello di ordinamento, le specificità normative prendono le mosse proprio dalle ‘Leges Statutae’ che tuttora definiscono e informano i principali organi dello Stato. Da segnalare che si tratta di un ordinamento che non fa capo a una costituzione rigida e formale, anche se la Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese, adottata con Legge n. 59 dell’8 luglio 1974, va citata quale legge che si pone a rango costituzionale e che assume rilievo normativo prioritario rispetto alle leggi ordinarie.

Di pari passo con l’originalità dell’impianto normativo, si pone un’indipendenza e una sovranità statuale fortemente difesa nei secoli dai numerosi tentativi di occupazione e di attentato all’integrità territoriale. Sono numerose le battaglie e le conquiste di San Marino per l’ottenimento di diritti civili e politici che oggi la definiscono quale terra di libertà, ancorata al diritto, fortemente solidale e pienamente integrata nella comunità di Stati.

Una particolarità che non si può non notare, al confine tra Italia e San Marino, è la porta, alla sommità della quale si legge: ‘Benvenuti nella terra della libertà’. Nonostante sia un’enclave totalmente italiana e nonostante il rapporto d’amicizia e collaborazione con Roma, San Marino ha scelto di non essere membro dell’Unione europea. Perché questa scelta? Alla luce dei recenti avvenimenti internazionali, potrebbe esserci un cambio di rotta?

Il rapporto con l’Europa è un rapporto diretto, che prescinde da quello con altri Stati e anche con la vicina Repubblica italiana, pur con le numerose interconnessioni bilaterali esistenti e con interlocuzioni costanti relative anche alla proiezione europea della Repubblica di San Marino. La Repubblica ad oggi ha escluso l’adesione all’Ue anche in seguito al referendum del 2013 che ha aperto la strada all’accordo di Associazione come Stato terzo. Questo sarà firmato prossimamente e consentirà di accedere al mercato unico a parità con gli Stati membri pur nel mantenimento di una posizione di terzietà.

L’accordo contemplerà le quattro principali libertà e offrirà vantaggi e benefici alle imprese, ai giovani e all’intera società sammarinese, nella salvaguardia delle peculiarità e delle specificità dello Stato. Al momento le istituzioni e l’opinione pubblica sono in attesa del raggiungimento di tale obiettivo di portata storica per San Marino. L’adesione è un percorso indubbiamente molto complesso per un Paese di modeste dimensioni, che richiede un approccio e un passaggio culturale e strutturale ad oggi non al centro del dibattito pubblico.

Da segretario di Stato, come descrive la complessa congiuntura internazionale che stiamo vivendo? Come viene percepita da San Marino?

Siamo tutti impegnati – piccoli e grandi Stati rappresentativi delle democrazie più evolute – a promuovere nelle sedi multilaterali il primato del diritto internazionale e umanitario dinnanzi agli scenari di conflitto che tuttora sono presenti in varie aree del pianeta. In particolare, San Marino segue attentamente i cambiamenti e gli sconvolgimenti che si stanno verificando con ripercussioni a livello geopolitico, economico e sociale. Nessun Paese è indenne dai contraccolpi determinati dai conflitti armati più o meno lontani; San Marino, da Paese neutrale, promuove da sempre i percorsi di pace e mediazione politica e certamente percepisce come minaccia crescente per l’intera comunità di Stati la diffusione del terrorismo internazionale e soprattutto l’aggressione ai principi della serena convivenza tra popoli e nazioni.

San Marino si distingue per molte peculiarità: una tra tutte è quella di avere due ‘Capi di Stato’. I ‘Capitani Reggenti’ rappresentano un unicum. Questa unicità si riflette anche sul suo ruolo di Segretario di Stato? In che modo potrebbe descrivercelo?

L’istituto dei ‘Capitani Reggenti’ è indubbiamente originale ed esclusivo della Repubblica di San Marino, che è particolarmente orgogliosa del mantenimento di un’antica istituzione che tramanda nei secoli l’autorevolezza e i poteri anticamente attribuiti loro, nonostante il percorso di riforme e l’adeguamento all’evoluzione dei tempi. Il ruolo del segretario di Stato per gli Affari esteri è di indubbio rilievo nell’ambito del Congresso di Stato e dunque dell’esecutivo sammarinese; pur non essendo codificato, assurge a ruolo di ‘primo ministro’ e di ‘primus inter pares’ nell’esercizio delle proprie funzioni di Governo. Effettivamente si tratta di un incarico attinente alle attività di indirizzo e di gestione della politica estera sammarinese, con ampi risvolti nello svolgimento di funzioni che afferiscono al rapporto bilaterale e multilaterale e che promuovono l’immagine e l’identità di San Marino all’estero. Oggi si aggiunge anche la promozione della Repubblica in ambito economico e commerciale, rientrando nel mio mandato tutta l’attività di attrazione degli investimenti esteri, che comportano un intenso scambio di relazioni con istituzioni politiche e diplomatiche. Fondamentali, a tal riguardo, risultano gli accordi destinati a stringere collaborazioni e definire un quadro giuridico, atto ad accogliere investimenti significativi per la crescita economica della Repubblica.

Torniamo alla politica estera e alle relazioni diplomatiche. A parte la cooperazione e l’amicizia con l’Italia, come ha influenzato il rapporto diplomatico tra San Marino e i vicini europei il fatto di non aderire all’Ue?

Nel quadro delle buone relazioni esistenti con gli Stati membri dell’Unione e con gli Stati dell’intero continente, il percorso in atto a San Marino è valutato come un’opportunità. La maggior integrazione ci offrirà un’ulteriore leva per determinare gli scenari futuri e le prospettive di sviluppo dell’intera Europa. Siamo fiduciosi che il nuovo status in ambito europeo, porti a un ulteriore riconoscimento anche del ruolo attivo svolto da San Marino in ambito internazionale e del percorso effettuato, soprattutto negli anni più recenti, nell’adeguamento ai parametri internazionali di trasparenza, di lotta alla corruzione e di affermazione di un sistema affidabile, rispettoso delle regole e attrattivo.

In conclusione, San Marino, la Repubblica più antica del mondo, potrebbe fare la differenza, se per dirla con le parole di Tolkien: “Sono le piccole cose, le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l’oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore”.

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