L’Enea (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) ha annunciato che al 31 dicembre 2023, gli investimenti ammessi a detrazione per il Superbonus al 110% hanno raggiunto un record storico, superando i 100 miliardi di euro e attestandosi a 102,68 miliardi.
Secondo i dati forniti dall’Enea, il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è di 91,05 miliardi di euro. Allo stesso tempo, le detrazioni maturate per questi lavori conclusi ammontano a 99,732 miliardi di euro, rappresentando un onere a carico dello Stato.
Gli edifici che hanno beneficiato di questo incentivo sono stati 461.433, suddivisi in varie categorie. Tra questi, 104.856 erano condomini, 240.441 edifici unifamiliari, 116.128 unità indipendenti e otto castelli. L’Enea fornisce un quadro completo dei dati nazionali al 31 dicembre 2023, evidenziando che i 91,050 miliardi di euro di investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione corrispondono all’88,7% dei lavori effettivamente realizzati.
Nel dettaglio, l’investimento medio (compreso quanto non ammesso a detrazione) è stato di 614.832 euro per i condomini, 117.472 euro per gli edifici unifamiliari, 98.506 euro per le unità funzionalmente indipendenti e 240.725 euro per i castelli.
Tra le curiosità fornite dai dati, emerge che il numero di castelli che hanno usufruito delle agevolazioni del Superbonus è aumentato, passando da sette a novembre a otto a dicembre, evidenziando una partecipazione inaspettata anche da parte di proprietà immobiliari di grande valore storico e culturale.
Il Superbonus al 110%, introdotto per favorire la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica degli edifici, per alcune forze politiche (il M5S) ha ottenuto un successo significativo. Per altri partiti, quelli di maggioranza, ha solo drogato gli investimenti nell’edilizia e creato una voragine nei conti pubblici.
Resta da monitorare come questa iniziativa continuerà a influenzare il settore immobiliare e la sostenibilità ambientale nel prossimo futuro. Al momento quelle fornite sono cifre nude e crude. Dietro le quali c’è poi la battaglia politica sull’utilità della misura e gli effetti sul Bilancio dello Stato.
