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Stop al Superbonus, calo del 7,4% degli investimenti edilizi italiani nel 2024

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha presentato oggi il suo rapporto Osservatorio Congiunturale 2024, sottolineando un’imminente contrazione del 7,4% negli investimenti sull’edilizia in Italia nel corso del 2024. Questo calo è attribuito principalmente alla fine del Superbonus, che ha stimolato significativi investimenti nel settore nelle annate precedenti.

Nonostante un aumento del 20% negli investimenti delle opere pubbliche, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), l’Ance avverte che questo incremento non sarà sufficiente a compensare il crollo del mercato delle abitazioni previsto al 21,3% nel 2024 rispetto al 2023.

La presidente di Ance, Federica Brancaccio (nella foto in evidenza), ha sottolineato che la stretta sugli incentivi fiscali sull’edilizia avrà un impatto negativo significativo nel corso del 2024, con solo un parziale bilanciamento dovuto all’aumento degli investimenti nelle opere pubbliche, in particolare grazie al Pnrr.

Brancaccio ha dichiarato: “Questo non riuscirà però a compensare. Quindi noi prevediamo un calo di circa 7 punti nel 2024, ovviamente su tre anni eccezionali che ci sono stati.”

Le previsioni per il 2025 indicano un possibile aumento nel settore edile, ma la presidente dell’Ance ha sottolineato l’importanza di gestire saggiamente il Pnrr. Ha evidenziato che, sebbene i tempi tra bandi, aggiudicazioni e aperture di cantieri siano stati accorciati, esistono ancora rallentamenti significativi nella fase di esecuzione, a causa di criticità tipiche del contesto italiano, come autorizzazioni, intoppi e imprevisti.

Per il 2024, le previsioni sulle opere pubbliche indicano una crescita del 20%, con circa 10 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al 2023. Tuttavia, questo aumento non sarà sufficiente a compensare il calo del 21,3% previsto nel settore delle abitazioni.

Nel 2023, i bonus edilizi hanno generato lavori per oltre 80 miliardi di euro, di cui 44 miliardi sono stati relativi al Superbonus. Ance prevede che la fine del contributo al 110% e il ridimensionamento degli incentivi per l’efficientamento energetico e sismico porteranno a un crollo del 27% nel mercato della riqualificazione abitativa e del 4,7% nelle nuove costruzioni, generando un calo complessivo del 21,3%.

La presidente di Ance ha anche sollevato preoccupazioni sulla mancanza di una politica industriale a medio e lungo termine nel settore delle costruzioni, chiedendo chiarezza sulla politica di settore dopo la fine del Pnrr.

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha presentato oggi il suo rapporto Osservatorio Congiunturale 2024, sottolineando un’imminente contrazione del 7,4% negli investimenti sull’edilizia in Italia nel corso del 2024. Questo calo è attribuito principalmente alla fine del Superbonus, che ha stimolato significativi investimenti nel settore nelle annate precedenti.

Nonostante un aumento del 20% negli investimenti delle opere pubbliche, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), l’Ance avverte che questo incremento non sarà sufficiente a compensare il crollo del mercato delle abitazioni previsto al 21,3% nel 2024 rispetto al 2023.

La presidente di Ance, Federica Brancaccio, ha sottolineato che la stretta sugli incentivi fiscali sull’edilizia avrà un impatto negativo significativo nel corso del 2024, con solo un parziale bilanciamento dovuto all’aumento degli investimenti nelle opere pubbliche, in particolare grazie al Pnrr.

Brancaccio ha dichiarato: “Questo non riuscirà però a compensare. Quindi noi prevediamo un calo di circa 7 punti nel 2024, ovviamente su tre anni eccezionali che ci sono stati.”

Le previsioni per il 2025 indicano un possibile aumento nel settore edile, ma la presidente dell’Ance ha sottolineato l’importanza di gestire saggiamente il Pnrr. Ha evidenziato che, sebbene i tempi tra bandi, aggiudicazioni e aperture di cantieri siano stati accorciati, esistono ancora rallentamenti significativi nella fase di esecuzione, a causa di criticità tipiche del contesto italiano, come autorizzazioni, intoppi e imprevisti.

Per il 2024, le previsioni sulle opere pubbliche indicano una crescita del 20%, con circa 10 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al 2023. Tuttavia, questo aumento non sarà sufficiente a compensare il calo del 21,3% previsto nel settore delle abitazioni.

Nel 2023, i bonus edilizi hanno generato lavori per oltre 80 miliardi di euro, di cui 44 miliardi sono stati relativi al Superbonus. Ance prevede che la fine del contributo al 110% e il ridimensionamento degli incentivi per l’efficientamento energetico e sismico porteranno a un crollo del 27% nel mercato della riqualificazione abitativa e del 4,7% nelle nuove costruzioni, generando un calo complessivo del 21,3%.

La presidente di Ance ha anche sollevato preoccupazioni sulla mancanza di una politica industriale a medio e lungo termine nel settore delle costruzioni, chiedendo chiarezza sulla politica di settore dopo la fine del Pnrr.

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