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Caccia ai furbetti del Fisco anche sui social network: data scraping e privacy al centro del dibattito

Il Ministero dell’Economia italiano sta considerando l’estensione delle indagini fiscali ai social network nella sua lotta contro l’evasione fiscale. L’idea è stata annunciata dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il quale ha dichiarato che un dialogo è già in corso con il Garante della Privacy per raggiungere un accordo su questa iniziativa.

Leo ha paragonato l’evasione fiscale a un “macigno tipo il terrorismo” e ha sottolineato la necessità della collaborazione di tutti per affrontare il problema. L’ipotesi di utilizzare il ‘data scraping’, ovvero l’acquisizione di dati automatica dai social network, è al vaglio all’interno del concordato preventivo biennale, un nuovo regime per le partite Iva. Questo consentirebbe all’amministrazione finanziaria di esaminare non solo i dati relativi all’attività economica dei contribuenti ma anche “gli elementi significativi del suo tenore di vita”.

La proposta ha già suscitato qualche controversia all’interno della maggioranza, con la Lega che ha dichiarato il suo dissenso ad una “indiscriminata caccia alle streghe”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha enfatizzato la necessità di evitare un’approccio eccessivamente invasivo.

Il viceministro Leo ha chiarito che si sta lavorando con l’Agenzia delle Entrate e Sogei per valutare la fattibilità di questa iniziativa. L’obiettivo è di utilizzare le informazioni dai social network come supporto alle indagini fiscali, andando a “corroborare le proposte fatte” dall’amministrazione finanziaria.

Il tema è delicato in quanto coinvolge la questione sensibile della riservatezza dei dati personali. Tuttavia, Leo ha sottolineato che il dialogo è già iniziato con il Garante della Privacy, e ora si cerca di raggiungere un accordo. La collaborazione con il Garante è fondamentale, ha dichiarato il viceministro, per combattere l’ampia evasione fiscale che ammonta a 80-100 miliardi di euro.

Il concordato preventivo biennale è parte integrante della strategia del governo per contrastare l’evasione fiscale. Chi non aderirà al concordato sarà soggetto a controlli e, in caso di anomalie, saranno adottate le necessarie misure. Leo ha anche difeso l’eliminazione della soglia di accesso al concordato, affermando che la scelta è finalizzata a coinvolgere un numero più ampio di contribuenti.

La lotta del governo all’evasione fiscale non si limita all’implementazione del concordato, ma comprende anche misure volte a ridurre la pressione fiscale complessiva. Leo ha indicato l’obiettivo di alleggerire il carico fiscale e ha menzionato la possibilità di ridurre l’Irpef con il tempo.

L’attuazione della delega fiscale continua con il progresso di nuovi decreti legislativi. Si prevede l’emanazione di decreti sulle sanzioni entro febbraio e sulla riscossione, affrontando la difficile situazione di un magazzino che supera i 1.185 miliardi di euro di crediti da recuperare.

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