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Il coraggio di essere indipendenti: intervista a Lucy De Crescenzo, Ceo di Europictures

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In tutti questi anni, Europictures  ha portato sugli schermi piccoli grandi film di qualità e d’autore, italiani ed internazionali, diretti da alcuni dei più acclamati registi, da Jacques Audiard a Roberta Torre, da Claire Denis a Daniele Vicari, passando per John Turturro, Claude Lelouch e decine di altri.

L’intervista

Ci racconti che anni sono stati questi alla guida di Europictures, quali risultati importanti ritiene di aver raggiunto, se ci sono state delusioni e occasioni che non è riuscita a cogliere. E che obiettivi ha per il futuro?

Sono soddisfatta e felice di festeggiare questi primi 15 anni con una società che è nata per scommessa e che è stata sempre in attivo. Le soddisfazioni sono state tante, penso in primis alla vittoria del Leone D’Oro con il film “La scelta di Anne”, ma anche agli altri premi prestigiosi come la Palma D’Oro per il film “A beautiful day – You Were Never Really Here” con Joaquin Phoenix e l’Orso d’Argento per “Incroci Sentimentali” di Claire Denis con Juliette Binoche e Vincent Lindon. Qualche occasione mancata c’è stata, qualche delusione per non aver preso un titolo poiché qualche distributore più grosso si era messo sopra rilanciando, ma sono anche molto fatalista, forse è semplicemente così che doveva andare… Per il futuro posso dire che continueremo con coraggio e passione a cercare titoli interessanti per la nostra distribuzione ma ci stiamo concentrando anche molto sulla produzione per ampliare il nostro raggio di azione.

Lei è una delle pochissime donne della distribuzione italiana. Come mai gli editori cinematografici in Italia sono prevalentemente uomini?

In effetti le donne nella distribuzione cinematografica si contano sulle dita d’una mano, e in Italia siamo anche di meno, questo è un dato che deve assolutamente far riflettere. L’esercizio è un’industria a presidio principalmente maschile e in questi anni come donna mi è capitato di dover subire ingiustizie o fronteggiare incomprensioni. Il motivo credo risieda nel fatto che bisogna fare i conti con un’industria molto complessa e che risponde a delle logiche e regole di mercato che spesso sfuggono al buonsenso.

A proposito di donne, Europictures ha aperto la stagione con “The Miracle Club” dramedy tutto al femminile con due premi Oscar e presto arriverà in sala “La moglie del presidente” con una straordinaria Catherine Deneuve. Quali altri titoli firmati porterà in sala nella prima parte del 2024?

Si, siamo stati molto soddisfatti di aprire l’anno con “The Miracle Club”, un feel good movie con i premi Oscar Maggie Smith e Kathy Bates e con Laura Linney e Stephen Rea. Siamo contenti del risultato che questo film sta riscuotendo, perché siamo usciti in una data parecchio competitiva e abbiamo fatto una bella scommessa su questa pellicola. Un altro titolo al femminile che presenteremo sarà “La Moglie del Presidente”, avremo qui in Italia Catherine Deneuve per promozione, lo porteremo in anteprima al Rendez-Vous ed usciremo in sala subito dopo. Rimanendo sul femminile porteremo in sala “Matria” che vanta ben 2 candidature ai premi Goya. Porteremo poi in sala altri titoli a cui teniamo particolarmente: “Eravamo bambini”, film di Marco Martani con un bel cast di giovani attori di talento, quali: Lorenzo Richelmy, Alessio Lapice, Lucrezia Guidone e Giancarlo Commare e con Massimo Popolizio; “Io e il secco”, che ad Alice nella città ha fatto emozionare pubblico e critica, con un bravissimo Andrea Lattanzi, giovane attore tra i migliori della sua generazione, e Barbara Ronchi nei panni di una madre fragile e soggiogata da un uomo violento interpretato da Andrea Sartoretti. Inoltre abbiamo due deliziose commedie francesi, “Oh La La” con un bel cast di attori di talento tra cui spiccano Christian Clavier e Didier Bourdon, e “Divertimento”, un biopic coinvolgente sulla storia della prima direttrice d’orchestra donna di Francia, che è anche una immigrata di seconda generazione, quindi il film tocca temi importanti come l’integrazione e il riscatto sociale.

Per la seconda metà della stagione bisognerà attendere le acquisizioni da Berlino, Cannes, Venezia e dai maggiori festival internazionali?

Per la seconda metà della stagione sicuramente puntiamo molto allo scouting che faremo tra Berlino e Cannes, vogliamo trovare titoli freschi e competitivi. E abbiamo anche un film importante acquisito con Adler su cui puntiamo tanto, “The Fabulous Four” una commedia davvero travolgente che ci riporta all’umorismo e all’ironia di “The Book Club” e “Il club delle prime mogli”, con un cast stellare che vede tra le protagoniste i Premi Oscar Susan Sarandon e Sissy Spacek, la candidata Oscar Bette Midler e l’Emmy Award Megan Mullally.

Il film di Paola Cortellesi e in particolare alcuni titoli Lucky Red delle ultime settimane (soprattutto Miyazaki) hanno riportato in sala un pubblico attento alla qualità. Conferme dopo i casi recenti de “La stranezza” o “Le otto montagne”. Che significato ha questa tendenza per l’interno sistema?

Questo per Europictures, che è una società che ha sempre puntato sulla qualità, ha un significato importante. Il pubblico è cambiato, in questa fase di mercato non bisogna dare niente per scontato perché anche titoli più difficili possono rivelarsi delle belle sorprese per chi ci scommette. Quello che sta presidiando la sala è un pubblico che si muove molto sul passaparola, ma soprattutto che è alla ricerca del film ben fatto e di quel cinema che ti fa sentire bene e ti riappacifica.

Europictures è socio di Circuito Cinema: qual è lo stato dell’esercizio in Italia oggi?

Sì, anche quella è stata una scommessa. Abbiamo preso le quote durante la pandemia, quando i cinema erano chiusi, perché abbiamo sempre pensato che l’esperienza della sala non morirà mai. Quando facciamo acquisizioni pensiamo sempre in primis al theatrical, alla qualità e ai titoli che possano donare allo spettatore un’emozione. Indubbiamente i grandi registi e le grandi tematiche andranno sempre meglio. Ne è un esempio, come dicevamo, il caso di “C’è ancora domani” e “Perfect Days”. Ma non dobbiamo cullarci sugli allori: non abbiamo ancora raggiunto le performance pre-pandemia, e se compariamo i nostri numeri con quelli di altri paesi, la situazione da noi non è così rosea. Pensiamo alla Francia. Lì in un anno per i film francesi si strappano 72 milioni di biglietti, qui in Italia i nostri film arrivano a circa 18 milioni di biglietti. Questo è un dato da non sottovalutare sia quando si porta un film al cinema, sia quando lo si produce.

La collaborazione con Vision Distribution, che ha generato una bella sinergia, continuerà?

Mi auguro di sì, abbiamo fatto un ottimo lavoro, soprattutto sui film di qualità che curiamo con una certa attenzione. Europictures ha deciso di allargare il suo campo d’azione alla produzione.

Quali motivazioni e quale strategia la muovono?

La produzione è un lavoro che ci entusiasma molto, soprattutto la parte dello sviluppo e dello scouting. Cominciammo tanti anni fa con “Pasolini” di Abel Ferrara; poi dopo un lungo stop l’anno scorso abbiamo prodotto la commedia “Lo Sposo Indeciso” di Giorgio Amato con un cast corale in grande sintonia tra cui Ilenia Pastorelli, Gianmarco Tognazzi, Francesco Pannofino, Ornella Muti, Claudia Gerini e Giorgio Colangeli, che su Netflix sta facendo dei numeri pazzeschi ed è stato per diverse settimane nella top 5. La distribuzione e l’acquisizione di prodotto di qualità oggi come oggi sono attività sempre più competitive, i grandi player monopolizzano il mercato e quindi noi di Europictures, da grandi amanti del cinema quali siamo, abbiamo deciso di continuare ad avere un parte attiva in questo business. La produzione ci dà quella libertà di poter fare i prodotti che ci interessano, raccontare vicende per noi importanti che hanno fatto storia e poter veicolare la nostra idea di cinema al pubblico. Sono questi i sentimenti che ci muovono.

“Lo sposo indeciso” è uscito al cinema a giugno ed è una delle produzioni italiane più viste su Netflix. Segno che non c’è alcuna competizione tra sala e piattaforma e che lo streaming può dare una seconda chance a film che a volte non riescono a trovare un pubblico largo?

Io non direi che si tratta di dare una seconda chance, piuttosto direi che ci sono alcuni prodotti di fascia media – spesso commedie – che per essere lanciati in sala hanno bisogno di un supporto importante e il risultato spesso non giustifica l’investimento. Alcuni tipi di prodotti sono più giusti per la piattaforma, proprio perché come dicevamo prima il pubblico oggi in sala cerca la qualità e vuole vivere un’esperienza.

Su quali titoli state lavorando?

Per quanto riguarda i nuovi progetti di produzione a breve gireremo l’esordio alla regia di Fortunato Cerlino con Salvatore Esposito, Vincenzo Nemolato e Marianna Fontana. Stiamo sviluppando la serie tratta dal successo editoriale “Per sole donne” di Veronica Pivetti con Verdiana Bixio di Publispei. C’è in cantiere lo sviluppo del film “Nuova Famiglia” sulla storia del boss Luigi Giuliano insieme a Cosmo Production; stiamo lavorando alla realizzazione di un doc su Totò che racconti questa figura da un punto di vista nuovo, rendendola contemporanea. Inoltre tra gli altri abbiamo un progetto di cui siamo davvero orgogliosi: la realizzazione di un film sull’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, uno dei casi più oscuri della nostra cronaca nera, rimasto irrisolto per oltre 40 anni e ora invece di nuovo nell’attualità grazie al libro “La strage continua” di Raffaella Fanelli che ha fatto riaprire le indagini.

La produzione italiana è alle prese con una proposta di modifica del tax credit, quali conseguenze porterebbe a discapito del settore?

Purtroppo, sono molte le società che pur non operando nel settore hanno usufruito di questa agevolazione statale; quindi, trovo che sia giusto utilizzare tutte le precauzioni possibili per restringere il campo.Tuttavia bisogna fare attenzione perché le limitazioni non devono essere troppo restrittive come quelle proposte in questo decreto che, così come sono impostate, vanno a vantaggio solo delle grosse produzioni, limitano il raggio di azione degli indipendenti, che genericamente sono quelli che investono sui giovani talenti, e dunque si ripercuotono a cascata sul settore e sulla nuova creatività.

Il nuovo film di Martani

Dopo la presentazione lo scorso ottobre alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città, arriva nelle sale il prossimo mese “Eravamo bambini”, il nuovo film di Marco Martani, prodotto da Minerva Pictures e Wildside in collaborazione con Vision Distribution, con Lorenzo Richelmy, Alessio Lapice, Lucrezia Guidone, Giancarlo Commare, Francesco Russo, Romano Reggiani e Massimo Popolizio. Liberamente tratto dal testo teatrale “Zero” di Massimiliano Bruno (che firma anche la sceneggiatura insieme allo stesso regista), racconta uno spaccato di vita in un paese della costa calabrese, in cui un pacifico trentenne viene arrestato per aver minacciato con un coltello un carabiniere. Durante il suo interrogatorio si intrecciano le storie di altri quattro suoi coetanei, amici d’infanzia, tutti traumatizzati da un fatto di sangue a cui hanno assistito da bambini. Un messaggio di uno di loro rompe la quotidianità perché manifesta l’intenzione di voler tornare nel paese calabrese per vendicarsi di qualcosa o qualcuno. Gli amici lasciano subito le loro vite “interrotte” per raggiungerlo ed impedirgli di fare qualche sciocchezza.

The Miracle Club

L’anno è iniziato come si era concluso, al femminile. Se Paola Cortellesi con il suo film campione d’incassi, “C’è ancora domani”, aveva portato sul grande schermo una storia di soprusi, di violenza e di riscatto (a dire il vero il film è ancora presente in sala pur avendo forse esaurito la sua corsa), in “The Miracle Club” di Thaddeus O’ Sullivan – distribuito da Europictures dai primi di gennaio 2024 – la caparbietà delle donne è una macchina dirompente con una forza motrice inesauribile. È vero, l’ambizione non sarà trascendentale, ma al di là della loro massima aspirazione dentro a tutto il film ci sono consapevolezza e scoperta di sé stesse e un futuro da scrivere, con tutta la passione e la determinazione nel cambiare, nel 1967 nella “provincia inglese”, il corso di un destino già segnato. Siamo nella piccola ed isolata Dublino anni luce lontana da una rivoluzione culturale che tarda ad arrivare nonostante la dirimpettaia Swinging London. Una comunità operaia di una periferia calma e desolata vede passare il tempo ad un ritmo tutt’altro che frenetico, con una società immobile radicata nelle prroprie tradizioni.

La moglie del Presidente

Catherine Deneuve interpreta Bernadette Chirac, moglie del Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac (Michel Vuillermoz), nel film diretto da Léa Domenach “La moglie del Presidente”. Quando suo marito vince le elezioni presidenziali del 1995, Bernadette è una figura in ombra. Sempre considerata poco carismatica e antiquata, una volta entrata all’Eliseo decide di ribaltare questa immagine di sé. Catherine Deneuve sarà in Italia per la promozione del film distribuito da Europictures.

 

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