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La multa Ue da 1,8 mld e il botta e risposta Apple-Spotify

Apple Store spotify

La Commissione europea ha multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro per abuso di  posizione dominante. Si parla del mercato delle app di streaming musicale, che Cupertino distribuisce agli utenti attraverso il suo App Store.

La cifra (1,84 mld) corrisponde allo 0,5% dei ricavi globali di Apple, ed è molto superiore a quanto era stato stimato nelle indiscrezioni recenti. Per la precisione, 1,8 mld sono stati comminati a scopo ‘deterrente’, e quaranta milioni per le violazioni contestate.

Inoltre la multa arriva a pochi giorni dall’attuazione del Digital market act, il regolamento che verrà applicato dal 7 marzo: la stessa vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager ha ricordato che l’Ue sta valutando la compliance dell’azienda. In una lettera firmata da 34 organizzazioni, tra cui oltre a Spotify anche Epic Games, Bruxelles è stata invitata a valutare bene le proposte fatte da Apple per l’adesione al Digital markets Act proprio sulle regole dell’App store.

Sulla sanzione Vestager ha detto che per dieci anni “Apple ha abusato della propria posizione dominante nel mercato dello streaming musicale attraverso l’App Store”.

La decisione non è sicuramente piaciuta a Cupertino, che ha risposto in una nota citando direttamente Spotify come “beneficiario” della decisione, e che avrebbe “incontrato 65 volte” la Commissione “durante l’indagine”. Anche per questo Apple non ci sta: farà appello.

Apple, la decisione della Ue

Secondo l’antitrust Ue Apple applicava restrizioni agli sviluppatori di app: impediva loro di informare gli utenti sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici, come ad esempio Spotify: l’indagine è partita proprio da un reclamo dell’app svedese.

Il comportamento di Apple “è illegale secondo le norme antitrust dell’UE”, si legge in una nota della Commissione, che ha ordinato ad Apple di rimuovere gli ostacoli che impediscono ad app e servizi come Spotify di mostrare agli utenti altre opzioni di pagamento al di fuori dell’App Store.

Il riassunto della Commissione

Bruxelles ha ricapitolato il contesto che ha portato alla multa record.

Apple è attualmente “l’unico fornitore di un App Store in cui gli sviluppatori possono distribuire le loro app agli utenti iOS in tutto lo spazio economico europeo (‘SEE’). Apple controlla ogni aspetto dell’esperienza utente iOS e stabilisce i termini e le condizioni che gli sviluppatori devono rispettare per essere presenti sull’App store”.

Dall’indagine della Commissione è emerso che Apple vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare “in modo completo” gli utenti sui servizi di abbonamento musicale alternativi “e più economici disponibili al di fuori dell’app”.

Gli sviluppatori di app non possono, tra le altre cose, includere collegamenti nelle loro app che indirizzano gli utenti iOS al sito web dello sviluppatore su cui magari è possibile acquistare abbonamenti alternativi. “Agli sviluppatori di app è stato inoltre impedito di contattare i propri utenti appena acquisiti, ad esempio tramite e-mail, per informarli sulle opzioni di prezzo alternative dopo aver creato un account”, dice la Commissione.

Il comportamento di Apple, “durato quasi dieci anni, potrebbe aver portato molti utenti iOS a pagare prezzi significativamente più alti per gli abbonamenti in streaming musicale a causa delle elevate commissioni imposte da Apple agli sviluppatori e trasferite ai consumatori sotto forma di prezzi di abbonamento più elevati”, dice la Commissione.

La risposta di Apple…

Secondo il gigante guidato da Tim Cook “la decisione è stata presa nonostante l’incapacità della Commissione di scoprire prove credibili di danni ai consumatori”, si legge in una nota che nomina direttamente il servizio di streaming. “Il principale sostenitore di questa decisione – e il più grande beneficiario – è Spotify, una società con sede a Stoccolma, in Svezia. Spotify ha la più grande app di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante questa indagine. Oggi Spotify detiene una quota del 56% del mercato europeo dello streaming musicale – più del doppio di quella del suo concorrente più vicino – e non paga nulla ad Apple per i servizi che hanno contribuito a renderlo uno dei marchi più riconoscibili al mondo. Gran parte del loro successo è dovuto all’App Store, insieme a tutti gli strumenti e la tecnologia che Spotify utilizza per creare, aggiornare e condividere la propria app con gli utenti Apple in tutto il mondo. Siamo orgogliosi di svolgere un ruolo chiave nel supportare il successo di Spotify, come abbiamo fatto per gli sviluppatori di tutte le dimensioni, fin dai primi giorni dell’App Store”.

…e quella di Spotify

Anche Spotify ha commentato in una nota la decisione Ue. Le regole di Apple “hanno impedito a Spotify e ad altri servizi di streaming musicale di condividere con i nostri utenti direttamente nella nostra app vari vantaggi, negandoci la possibilità di comunicare con loro su come aggiornare e sul prezzo di abbonamenti, promozioni, sconti o numerosi altri vantaggi. Naturalmente anche Apple Music, concorrente di queste app, non è esclusa dallo stesso comportamento. Richiedendo ad Apple di porre fine alla sua condotta illegale nell’UE, la Commissione europea mette i consumatori al primo posto. È un concetto base del libero mercato: i clienti dovrebbero sapere quali opzioni hanno e sono i clienti, non Apple, a decidere cosa acquistare, dove, quando e come. Anche se apprezziamo che la Commissione Europea abbia affrontato questo importante caso, sappiamo anche che i dettagli contano. Apple ha regolarmente sfidato le leggi e le decisioni dei tribunali in altri mercati. Attendiamo quindi con impazienza i prossimi passi che, si spera, affronteranno in modo chiaro e definitivo le pratiche sleali di lunga data di Apple”.

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