NF24
Cerca
Close this search box.

Il lavoro flessibile è in crescita enorme in Italia: parola di Mark Dixon, il Ceo che l’ha inventato

Mark Dixon, fondatore e CEO di IWG Plc

Cosa ne sarà del coworking, del lavoro flessibile e degli uffici condivisi? Una domanda potrebbe essersela fatta chi negli scorsi anni ha seguito le travagliate vicende di Wework, celebre startup americana che il suo discusso fondatore israeliano, Adam Neumann, ora vorrebbe ricomprare dopo il fallimento di novembre scorso. La risposta, però, potrebbe venire dall’Europa. IWG, un altro player del mercato del lavoro ‘flessibile’, registra numeri record. Tanto da pensare di sbarcare in Borsa negli Usa. La società famosa per il marchio Regus e oggi quotata a Londra, come dice a Fortune Italia il Ceo e fondatore ‘pioniere’ del lavoro ibrido, Mark Dixon (nella foto in evidenza), potrebbe puntare in futuro a una quotazione a New York.

Una possibilità che il board “sta valutando” dice il Ceo, insieme alla possibilità di passare alle regole statunitensi di contabilità e rafforzata dalla volontà, già confermata, di riportare i prossimi risultati finanziari in dollari, e non in sterline.

Per un ‘listing’ Made in Usa della società con sede in Svizzera e quotata in Inghilterra nessuna decisione è stata presa, secondo Dixon, che grazie all’intuizione sul coworking avuta nell’89 (osservando le riunioni che si tenevano nelle caffetterie di Bruxelles), ha creato un impero da centinaia di milioni di dollari, diventando negli anni anche miliardario.

Intanto la società, che in Italia è presente con più di 100 location e tanti brand (Regus, Copernico, Signature, Spaces e HQ) dice di scommettere molto sul nostro Paese.

Il mercato di IWG in Italia

Il Ceo racconta che l’Italia è uno dei mercati più “veloci” in termini di aziende che passano a modalità di lavoro flessibile e ibrido. “C’è una crescita davvero rapida”, dice Dixon, che ricorda come il Gruppo punti ad arrivare ad un network da centinaia di uffici a disposizione dei “lavoratori in tutto il Paese”. Intanto nel 2023 i nuovi uffici sono stati 20, compreso lo Spaces di Gae Aulenti, cuore del business milanese. Un aumento del network, sottolinea la società, di circa il 23%.

La crescita del business in Italia sarà a doppia cifra, dice il Ceo. Il Gruppo non rivela dati sulle entrate a livello nazionale, ma l’Italia sarebbe una delle regioni più promettenti, dove “aziende di tutte le dimensioni adottano il modello ibrido”, secondo il Gruppo, che in Europa ha i suoi mercati più grandi in Francia e Regno Unito.

I conti di Iwg

Intanto i rivali di Wework hanno registrato nel 2023 un balzo del 34% dell’utile grazie alla domanda per i suoi spazi di lavoro flessibili. In generale, conferma il Ceo, si tratta di conti record: i ricavi da 3,3 mld di sterline sono i più alti di sempre nei 35 anni di storia di IWG, mentre l’Ebitda ha raggiunto le 403 mln di sterline dai 311 precedenti. Il Gruppo sottolinea anche l’abbassamento dei costi, grazie alla formula del franchising.

Intanto la presenza globale è cresciuta con un raddoppio del tasso di apertura di nuovi uffici nel corso del 2023, rispetto al 2022. Risultati che hanno portato a reintrodurre il pagamento dei dividendi.

Tutto questo non è bastato a far guadagnare il titolo, sottotono a Londra e influenzato da previsioni societarie relativamente caute e da condizioni macroeconomiche esterne.

Le incognite sul futuro degli uffici flessibili ci sono, ma per il Ceo le condizioni sono favorevoli. “A livello macro la situazione è debole, ma siamo cautamente ottimisti”, dice Dixon.

La quotazione a New York

Tra i maggiori cambiamenti del futuro per la società ci potrebbe essere un listing a New York.

Due indizi di una possibile Ipo sono contenuti proprio nel report finanziario dell’azienda sul 2023, dove si comunica che dell’adozione del dollaro statunitense per i prossimi report (scelta dettata dal fatto che il 60% dei ricavi sono in dollari) e che il board sta decidendo se utilizzare i principi di contabilità Gaap statunitensi, con la decisione che arriverà nel primo semestre. Il motivo? Una parte importante del business è proprio negli Usa, il Paese dove un rivale ingombrante come Wework, lo scorso novembre, ha dichiarato il fallimento. Alcuni degli uffici statunitensi del Gruppo Iwg sono proprio ex uffici Wework.

“Stiamo ragionando se adottare il sistema Gaap di contabilità”, conferma il Ceo a Fortune Italia, che non si sbottona sui tempi di un’ipotetica quotazione. La società intanto riferisce che non ci sono piani per abbandonare il listino londinese. Il Ceo si limita a dichiarare che verrà esaminato quale possa essere il posto migliore per una quotazione in base agli interessi dell’azienda.

La crescita degli uffici ‘aperti’

Secondo una ricerca di Stanford citata da Iwg, il 40% dei colletti bianchi lavorerà permanentemente nel modello ibrido, che secondo l’azienda rappresenterà un grosso vantaggio per chi si considera già “leader del mercato globale”.

Nel 2024 si stima che saranno 3,65 milioni i lavoratori da remoto in Italia.

Il business di Iwg non comprende solo coworking e uffici, ma anche spazi di lavoro virtuali che sfruttano le politiche di lavoro da remoto più radicali. “Lo smart working è una buona cosa per noi”, dice Dixon, che dopo aver fondato Regus (diventata IWG nel 2011) ha attraversato crisi economiche storiche, come la bolla delle dotcom.

Dopo aver ricostruito il business della società negli anni 2000, lo ha fatto diventare globale: Iwg afferma di servire otto milioni di persone nel mondo, in 120 Paesi, con 4.000 uffici.

Quando Dixon notò come gli uomini d’affari di Bruxelles (dove si era trasferito dall’Inghilterra dopo aver abbandonato il liceo e girovagato per il mondo) conducessero regolarmente riunioni attorno ai tavolini dei bar locali, non poteva sicuramente immaginare che il lavoro sarebbe diventato ‘flessibile’ come oggi.

“Non c’era la tecnologia”, racconta. “Non c’era neanche Internet, solo i primi telefoni cellulari. Ora le persone stanno lavorando ovunque e lo stanno facendo sempre più spesso”.

Anche nel nostro Paese, dove il lavoro da remoto “sta cambiando la stessa ‘geografia’ italiana”, consentendo ai lavoratori di allontanarsi dalle grandi città e spostarsi al Sud. O semplicemente di avere un luogo di lavoro più vicino a casa. “La tecnologia, anche considerando l’AI, sta rivoluzionando il mercato. Ed è un cambiamento permanente, come l’online shipping ha cambiato completamente il retail. Nessuno, in Italia come nel resto del mondo, ama fare il pendolare”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.