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Lavoro, Istat: mezzo milione di occupati in più nel 2023. Sud primo in classifica

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Quasi mezzo milione di occupati in più in un anno: arrivano i dati dell’Istat sul lavoro del 2023, e confermano il trend di crescita degli ultimi anni. Ma leggendo le cifre pubblicate dall’istituto emerge anche un altro dato importante: a guidare l’aumento del numero di persone hanno trovato occupazione è il Sud.

In tutta Italia sono stati 481mila gli occupati in più nel 2023, una crescita del 2,1%, mentre il tasso di disoccupazione scende al 7,7%. I disoccupati calano sotto i due milioni, a 1 milione 947mila (-81mila unità), mentre gli occupati in media d’anno sono 23 milioni 580 mila.

Il Sud primo per crescita degli occupati

Il Mezzogiorno vince il confronto con Nord e centro sia se si guardano i dati tendenziali che quelli congiunturali. Nel quarto trimestre 2023, l’aumento del tasso di occupazione è stato del +2%, con il Nord a +1% e il Centro a 1,1%. Al Sud è stata anche più forte la diminuzione del tasso di inattività (-2,0 punti in confronto a -0,8 nel Nord punti e -0,7 punti nel Centro). Il l tasso di disoccupazione, invece, diminuisce soprattutto nel Centro (-0,7 punti rispetto a -0,5 punti nel Mezzogiorno e -0,3 punti nel Nord).

Le gerarchi vengono confermate anche guardando i dati annuali. A livello territoriale, il Mezzogiorno mostra l’aumento più consistente del tasso di occupazione (+1,6 punti rispetto a +1,3 punti nel Nord e +1,1 punti nel Centro) e la riduzione più marcata del tasso di inattività 15-64 anni.

I dati Istat relativi al 2023

Occupazione Nord-Sud, un ritardo da 20 punti percentuali

Quella del 2023 è una variazione significativa per un ritardo che resta gigantesco: il tasso di occupazione nel Nord (69,4%) è di 21 punti superiore a quello del Mezzogiorno (48,2%) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14,0%) è circa tre volte quello del Nord (4,6%).

L’accelerazione del quarto trimestre

L’aumento dei numeri dell’occupazione si deve anche al quarto trimestre dell’anno scorso. Al di là del confronto anno su anno (+533mila persone, +2,3%) il dato cresce anche rispetto al trimestre precedente, di 144mila unità (+0,6%).

Il tasso di occupazione sale al 61,9% (+0,4 punti) mentre quello di disoccupazione scende al 7,4% (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni cala al 33,1% (-0,3 punti). L’occupazione nel quarto trimestre cresce anche in termini tendenziali con un aumento di 533 mila unità in un anno (+2,3%).

Istat e occupazione, gli altri dati

La crescita è caratterizzata dall’aumento delle unità per il lavoro a tempo indeterminato e il calo di quello determinato. Ecco i dati:

  • Crescono i dipendenti a tempo indeterminato, con 491 mila unità in più (+3,3%) e gli indipendenti (+62 mila, +1,3%).
  • In calo i dipendenti a termine: sono 73mila in meno (-2,4%).
  • Nel quarto trimestre i dipendenti a tempo indeterminato sono +145 mila (+0,9%) rispetto al trimestre precedente, mentre sono stabili indipendenti e dipendenti a termine.
  • Su base annua nel quarto trimestre l’aumento dell’occupazione ha coinvolto i dipendenti a tempo indeterminato (+509mila, +3,3%) e gli indipendenti (+65mila, +1,3%), ma non i dipendenti a termine che diminuiscono (-40mila, -1,4%).
  • Nel quarto trimestre prosegue il calo dei disoccupati (-65 mila in un anno, -3,2%) e quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-496 mila, -3,9%).
  • Il numero delle persone in cerca di occupazione scende a 1 milione e 938 mila (-65 mila rispetto al quarto trimestre 2022, -3,2%), “per effetto della diminuzione sia dei disoccupati con precedenti esperienze di lavoro sia di quanti sono alla ricerca del primo lavoro”, secondo Istat; in lieve aumento la quota, sul totale dei disoccupati, di chi è alla ricerca di lavoro da almeno 12 mesi, che si attesta al 54,3% (+0,1 punti), per un totale di 1 milione 52 mila persone.
  • Diminuiscono gli inattivi che non cercano lavoro perché in attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (-102 mila, -17,8%); con minore intensità, diminuiscono anche coloro che non cercano lavoro per motivi familiari (- 124 mila, -4,4% – Prospetto 6) e gli scoraggiati (-62 mila, -6,1%), ossia quanti dichiarano di non aver cercato lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo.
  • Tra le donne, il tasso di occupazione aumenta poco di più rispetto agli uomini (+1,4 punti rispetto a +1,2 punti) e si associa alla diminuzione più marcata di quello di disoccupazione (-0,6 e -0,3 punti, rispettivamente). Il gap a sfavore delle donne si attesta a circa 18 punti per i tassi di occupazione e di inattività (15-64 anni) e a 2 punti per il tasso di disoccupazione.
  • Nel 2023 si ampliano poi i divari se si considera il livello di istruzione: il tasso di occupazione aumenta di più per laureati e diplomati (+1,0 punti in entrambi i casi) rispetto a chi ha conseguito al massimo la licenza media (+0,1 punti) e, al contempo, il tasso di inattività 15-64 anni è in calo per i più istruiti (-0,9 punti per i laureati e -0,8 punti per i diplomati) rimanendo invece stabile per chi possiede un titolo più basso. Il tasso di occupazione tra i laureati (81,6%) è superiore di circa 15 punti a quello dei diplomati (66,8%) e quasi il doppio di quello di chi possiede fino alla licenza media (44,7%).
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