NF24
Cerca
Close this search box.

Generazione Z e social media: il sondaggio di Fortune UP e Nxwss

Punto di rottura tra la comunicazione classica e quella digitale, i social media sono i massimi rappresentanti di quella platea che, nell’immediatezza del web, ricerca un diversivo facilmente accessibile e in grado di farla evadere dalla realtà.

Ed è in questo contesto che s’inserisce l’indagine condotta da Nxwss e Fortune UP: un sondaggio volto a determinare la distribuzione dei colossi social per fascia di età, eleggendone i preferiti delle nostre generazioni – a cavallo fra Zeta e Millennial – e stimandone i tempi di utilizzo.

Nel sondaggio, in grado di raccogliere quasi 350 risposte, più della metà (53,2%) degli intervistati ha dichiarato un’età compresa fra i 14 e i 18 anni, staccando di 9 punti percentuali (44,2%) i ‘più anziani’ 19-25enni.

In linea con quella che è stata la più ampia vetrina dell’indagine, Instagram è risultato il network di maggior utilizzo (47,4%) per 163 persone. Segue, a quota 147, il software di video-sharing cinese TikTok.

E se circa il 51% dei votanti ha dichiarato di trascorrere fra le 3 e le 4 ore al dì sui social, relegando pochi utenti alle smodate 8 o 9 ore, quello che impressiona è il crollo verticale vissuto da Facebook.

In un campione di 344 risposte, infatti, mai una volta la creatura di Mark Zuckerberg è stata indicata come social media preferito. Un risultato forse prevedibile, ma comunque d’impatto se rapportato alla sua Golden Age di pochi anni fa. Inquadrati i votanti in gruppi più o meno significativi e variegati, l’indagine ha poi virato sul particolare: la quota anagrafica minima per l’accesso ad un network online.

Il contesto nazionale è fatto di incertezze e dati raggelanti, che quasi suggerirebbero il blocco dei social media a chi la maggiore età non l’ha ancora raggiunta.

Ben 3.444 sono le denunce per aggressione online, ai danni di minori, pervenute alle forze dell’ordine nel 2023; di queste, svettano i 3.055 esposti per sfruttamento o adescamento sessuale, soprattutto relativi a giovanissimi (under 13). Solo 108 dei 1.131 indagati sono stati tratti in arresto.

In un clima d’incertezza che mai come oggi ci fa gridare a maggiori tutele in materia di privacy e utilizzo dati, la certificazione dell’età dell’utente risulta un problema al pari del numero di anni necessari per iscriversi ad un social.

Il disegno di legge presentato da Azione e Italia Viva vieterebbe l’accesso a specifici siti web e piattaforme ai minori di anni 13, introducendo il sistema di age verification in ognuno di essi. Ciò comporterebbe l’accertamento virtuale dei documenti d’identità, su scala nazionale garantito dai servizi di autenticazione digitale della pubblica amministrazione (SPID). Insomma, una simile verifica sarebbe certamente inaggirabile e fra le più sicure della rete.

Il monitoraggio degli utenti avrebbe difatti natura duplice, impedendo l’accesso alle frange di popolazione più giovani e tenendo lontani dalle piattaforme i malintenzionati il cui nome compare nei registri giudiziari. Ed è in virtù di tali presupposti che il 67% del nostro campione si è detto favorevole. Ma siamo davvero sicuri sia giusto preferire il divieto all’educazione responsabile?  

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.