“Un’auto chiamata ‘Milano’ non si può produrre in Polonia”. Qualche giorno fa questo il commento ironico e laconico che il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, rilascio sul nuovo modello di Alfa Romeo, chiamato appunto “Milano”. La vettura è effettivamente in produzione a Tichy, in Polonia, da Stellantis.
Dopo questa polemica con il governo italiano, la casa automobilistica Alfa Romeo ha deciso di cambiare il nome della sua nuova compatta sportiva da “Milano” a “Junior”. Un modo per promuovere una maggiore serenità e distensione, mettendo da parte anche probabili controversie legali per concentrarsi sulla produzione della nuova Alfa e sull’entusiasmo dei clienti alfisti.
Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato di Alfa Romeo, ha spiegato che, nonostante il nome “Milano” rispettasse tutte le normative di legge, è stato scelto di cambiarlo per evitare ulteriori tensioni. Inoltre, Imparato ha confermato la produzione dei nuovi modelli Stelvio e Giulia a Cassino nei prossimi anni, mantenendo viva la tradizione di eccellenza automobilistica italiana.
La decisione di cambiare il nome è stata accolta con soddisfazione dal Ministro Adolfo Urso, il quale ha definito questa mossa come una vittoria per il marchio italiano e per la tutela dell’identità nazionale nel settore automobilistico. Urso ha sottolineato l’importanza di esaltare il lavoro, l’impresa e la tipicità del prodotto italiano nel panorama globale.
Imparato ha ribadito che per Alfa Romeo l’attenzione deve essere focalizzata sul business e sulla soddisfazione dei clienti, piuttosto che su dispute legali. Il cambio di nome, da Milano a Junior, è stato accolto come un omaggio al passato del marchio, mantenendo viva la sua identità storica.