Secondo un nuovo sondaggio di Bank of America, i più ricchi tra i giovani americani stanno abbandonando i beni tradizionali in favore di investimenti più particolari: Gen Z e millennial scelgono di acquistare orologi e auto rare anziché semplicemente azioni e obbligazioni.
Nello Study of Wealthy Americans di BofA del 2024 sono state intervistate più di 1.000 persone con un patrimonio investibile di almeno 3 milioni di dollari ed è stato rilevato che il 72% di coloro che hanno meno di 43 anni sono “scettici” sull’opportunità di investire esclusivamente in attività tradizionali. Solo il 28% di coloro che hanno più di 44 anni, invece, si è detto cauto nel detenere tutto il proprio patrimonio in azioni e obbligazioni.
Il 94% della Gen Z e dei millennial è interessato agli oggetti da collezione: orologi, gioielli, vini e liquori ricercati sono in cima alla lista dei desideri. A questi beni si aggiungono poi le auto rare, l’antiquariato, le scarpe da ginnastica e l’arte.
Questo interesse forse non sorprende: in effetti, la futura generazione più ricca della storia ha già mostrato la sua passione per le cose belle della vita. A gennaio, un rapporto di Bain & Co ha rivelato che entro il 2030 la generazione Z coprirà il 25%-30% degli acquisti nel mercato del lusso, mentre i millennial il 50%-55%.
Gli autori del rapporto – Claudia D’Arpizio, Federica Levato, Andrea Steiner e Joëlle de Montgolfier – hanno aggiunto: “Alimentata da una mentalità che predilige l’investimento, la gioielleria è destinata a raggiungere un valore di mercato di 30 miliardi di euro nel 2023, con l’alta gioielleria che si afferma come un punto luminoso per gli investimenti in un contesto di incertezza. Gli orologi hanno continuato a prosperare nonostante la crescente polarizzazione intorno a pochi colossi del settore”.
L’interesse per gli oggetti da collezione – che comprende anche borse e cimeli – diminuisce ad ogni nuova generazione: il 57% dei boomer ha dichiarato di essere interessato a questa classe di beni, percentuale che scende al 55% per la generazione silenziosa.
Tra i più giovani, l’80% della generazione X – quella di età compresa tra i 44 e i 59 anni – è interessata agli oggetti da collezione, intesi però principalmente come monete, gioielli e orologi.
Sembra, inoltre, che tra i giovani ricchi ci sia anche un approccio diverso alla condivisione dei loro beni in futuro. Se si considera ad esempio il mondo dell’arte ereditata, dal sondaggio BofA è emerso chiaramente che la generazione Z e i millennial vogliono che anche altre persone godano delle opere: il 56% di chi ha un’età compresa tra i 21 e i 43 anni ha dichiarato che terrebbe alcuni pezzi nella propria collezione privata; il 32% ha detto che donerebbe uno o alcuni pezzi a musei o fondazioni private e il 26% ha detto che condividerebbe alcuni pezzi con istituzioni non legate all’arte.
Questo dato va confrontato con quello della generazione più anziana, il 77% della quale ha dichiarato di voler conservare le collezioni artistiche per uso personale. Il 19% ha affermato invece di voler donare un oggetto a un ente di beneficenza, a una fondazione o a un museo.
Tutto questo suggerisce la presenza di una certa tensione tra gli individui più anziani con un patrimonio netto elevato e le loro controparti più giovani. Come scrive BofA: “I giovani indicano un’elevata disponibilità a intraprendere e sostenere cause filantropiche, tuttavia, le generazioni più anziane mostrano verso queste intenzioni una fiducia molto bassa: solo il 50% è d’accordo sul fatto che i giovani siano davvero pronti ad agire in questo modo”. “Sono ancora meno convinti che la prossima generazione sarà più efficace di loro nella filantropia, anche se i più giovani sono abbastanza sicuri delle loro capacità”.
Sentirsi bene
Anche nei sentimenti, i giovani si rivelano molto più ottimisti rispetto agli anziani di eguale estrazione sociale. Ad esempio, la Gen Z e i millennial valutano l’economia statunitense “molto buona” o “eccellente” il doppio di quanto non facciano le generazioni precedenti: solo il 24% di chi ha più di 44 anni ha dichiarato che l’economia sta andando bene, mentre tra i più giovani questa percentuale sale al 51%.
Su scala più ampia questo dato è ancora più chiaro, con appena il 6% degli intervistati anziani che giudica l’economia globale buona, rispetto al 46% di quelli di età compresa tra i 21 e i 43 anni.
A livello personale, tuttavia, entrambe le fasce d’età si sentono abbastanza bene in merito alle proprie prospettive, con il 75% di coloro che hanno tra i 21 e i 43 anni che giudica la propria salute finanziaria “molto buona” o “eccellente”, che diventa il 78% tra gli over 44.
Gli individui benestanti nutrono generalmente maggiori speranze per il futuro. Prendendo in considerazione tre fattori specifici: inflazione, PIL e performance dell’S&P500, i milionari si aspettano buone notizie per il prossimo anno.
Per quanto riguarda l’inflazione (che attualmente si attesta al 3,3%), il 42% si aspetta una diminuzione, il 33% prevede che i livelli rimangano invariati, mentre solo il 25% si aspetta un aumento.
Sul tasso di crescita del PIL (attualmente stimato intorno al +1,3%), il 48% si aspetta che il prossimo anno rimanga invariato, il 36% che aumenti e solo il 16% che diminuisca.
Allo stesso modo, il 63% prevede un aumento dell’S&P 500 nel prossimo anno, il 27% confida in un mantenimento dei livelli di performance e solo il 10% si aspetta un calo.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Fortune.com
(L’immagine in evidenza è di Getty Images)