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Salvini e Grillo, due problemi diversi per Draghi

di maio salvini governo crisi di governo trenta

Salvini e Grillo rappresentano due problemi diversi per Draghi. E non si tratta, ovviamente, di problemi personali. Le parole che arrivano dal leader della Lega e dal fondatore dei Cinquestelle aiutano a fotografare due contributi ‘pericolosi’ per il nuovo governo guidato dall’ex presidente della Bce: la repentina conversione rispetto alle tesi sostenute finora; le richieste difficilmente esaudibili. Hanno un denominatore comune, la scelta di sostenere Draghi nonostante le distanze programmatiche facilmente prevedibili. Anche se poggiano su premesse diverse. Salvini è spinto sulla strada della responsabilità dal resto del gruppo dirigente del Carroccio, con il numero due Giancarlo Giorgetti in testa. Grillo deve convincere una base eternamente in conflitto con la propria identità, come dimostra il nuovo tributo alla democrazia diretta, con gli iscritti al M5S chiamati a votare sì o no a Draghi sulla piattaforma Rousseau, dalle ore 13 di mercoledì 10 febbraio alle ore 13 di giovedì 11 febbraio.

 

Partendo da Salvini, la domanda che viene spontanea è quanto possa essere credibile una svolta europeista che più passano le ore più diventa una sorta di manifesto progressista. Basta fare riferimento al passaggio del leader del Carroccio sull’immigrazione: “Noi proporremo l’adozione della legislazione europea. A noi va bene che l’immigrazione in Italia sia trattata com’è trattata in Francia e in Germania. Con le stesse regole”. E rispondendo a una domanda sullo sbarco della nave Ocean Viking, replica: “Bisogna coinvolgere l’Europa in quello che non è un problema solo italiano”. Quanto siamo lontani dalla propaganda e dagli atti del Salvini ministro dell’Interno del governo giallo-verde? Forse troppo, se il pensiero è rivolto alle possibilità che Salvini possa rimanere coerente con la sua conversione anche nei prossimi mesi.

 

Rischi diversi quando invece si guarda alle parole di Beppe Grillo. Il fondatore dei Cinquestelle, nei giorni scorsi, ha fatto una riflessione giusta. “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”, la citazione di Platone usata per commentare la foto delle consultazioni con Mario Draghi pubblicata sulla sua pagina Facebook. Proprio da qui si può partire per valutare le parole che oggi ha affidato a un altro post Facebook, che rilancia il reddito universale. “GoodDollar è una moneta e un wallet digitale che consente di ricevere un reddito di base direttamente sul proprio telefono. Ne avevamo parlato più di un anno fa sul Blog. Ora il progetto non è più in fase sperimentale, migliaia di utenti stanno ricevendo giornalmente i propri GoodDollar”. Il Garante M5S ritiene evidentemente il progetto no profit una strada da seguire anche con la politica economica italiana? Così sembra, e non è certo un passo in direzione ‘draghiana’.

 

L’ex presidente della Bce, che sta facendo il suo secondo giro di consultazioni per mettere ordine e fare una sintesi, tra le altre questioni sul tavolo, ha anche l’esigenza di considerare gli impegni che possono considerarsi affidabili e mettere da parte le proposte che non sono realizzabili. Nonostante il sostegno di Salvini, quello di Grillo e di tutte le altre forze politiche.

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