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Carige senza aumento capitale affronta la prova dei mercati

Carige senza aumento di capitale affronta domani la prova dei mercati. La decisione del maggiore azionista Malacalza di bloccare il rafforzamento patrimoniale da 400 milioni di euro ha innescato le dimissioni di due membri del consiglio di amministrazione – Raffaele Mincione e Lucrezia Reichlin – e messo in dubbio la capacità della banca genovese di completare la ristrutturazione. Una situazione che preoccupa anche i piccoli azionisti dell’istituto che hanno inoltrato due lettere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per chiedere di intervenire nella complessa vicenda.

Ora comunque la palla è nelle mani della Bce. Non a caso il presidente Pietro Modiano e l’amministratore delegato, Fabio Innocenzi, prima di tutto riferiranno alle Autorità – Bce ma anche Bankitalia – gli esiti dell’assemblea del 22 dicembre scorso. Quella, appunto, in cui Malacalza si è messo di traverso al piano dell’Ad, astenendosi dalla votazione con il suo 27,5%, e facendo così mancare il quorum. Tutto per rimandare la decisione sull’aumento a dopo la presentazione del piano industriale, atteso a febbraio. Uno stop inaspettato al percorso di ristrutturazione. Un tracciato che la Bce aveva ritenuto credibile al punto da concedere un’estensione al 31 dicembre 2019 al termine per conseguire in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali.

E se è presto per dire che la bocciatura abbia messo totalmente in crisi il piano di risanamento, visto che il bond da 320 milioni sottoscritto dal Fondo Interbancario l’ha messa in sicurezza nell’immediato, i timori restano. Perché, ha ricordato Innocenzi, la decisione della Bce e gli outlook migliorati “sono entrambi basati sull’insieme del rafforzamento patrimoniale e non solo sulla prima gamba”. Come a dire, il nuovo piano di conservazione del capitale ha avuto il via libera da Francoforte perché si basava sul bond ma anche sull’aumento, che doveva servire a rimborsarlo. “La decisione di Malacalza mette di nuovo la palla nelle mani della Bce”, ha detto a Bloomberg Robert Baron, partner della società di investimento DeltaHedge. “Mi aspetto che la Bce costringerà la banca a fare qualcosa, ma non vedo pericoli di risoluzione. Di certo questa nuova svolta negli eventi colpisce la credibilità di Carige”.

Ora una delle soluzioni cui guardano tutti è l’accelerazione verso la fusione con un nuovo istituto. Tornano anche i rumors di una possibile Opa, dei Malacalza o di un fondo internazionale tra quelli che già in passato si erano affacciati alla finestra. Intanto domani il titolo della banca torna nell’arena della Borsa. Il titolo vale 0,0016 euro, e ha perso oltre l’80% da inizio anno. A settembre, quando Innocenzi è stato nominato A.d., la capitalizzazione era di oltre 460 milioni. Venerdì scorso ne valeva nemmeno 90.

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