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Famiglie consumano meno, paura degli imprevisti

Le famiglie italiane continuano a soffrire, nonostante la lenta ripresa in corso. Consumano meno per paura degli imprevisti e, anche per questo, continua a calare la fiducia. La ricerca Confcommercio Censis mostra numeri eloquenti, su tutti quello della ricchezza media totale delle famiglie è scesa dal 2007 di oltre 20.000 euro.

“Nei comportamenti di spesa-consumo – ha detto Mariano Bella direttore dell’ufficio studi di Confcommercio – è presente un’ampia incertezza giustificata da un mancato recupero dei livelli pre-crisi e lentezza della ripresa attuale”. La “mancanza di lavoro”, seguita, con ampio distacco dalla “evasione fiscale” sono, a parere degli intervistati, i più gravi problemi del paese. Quanto all’occupazione, sembra, se pure con varie criticità, sia avviato un processo di riduzione delle ore di lavoro per occupato a fronte di un aumento degli occupati. Infatti dal 2007 al 2017 gli occupati sono saliti da 22.894 a 23.023 mentre le ore lavorate per occupato sono scese da 2.009 a 1.878 all’anno.

A fronte di un calo della ricchezza media totale delle famiglie di 20.385 euro dal 2007 al 2018, la ricerca evidenzia un calo della ricchezza immobiliare di 11.328 euro e della ricchezza finanziaria scesa di 9.003 euro. Accanto al calo complessivo della ricchezza finanziaria, la ricerca evidenzia la tendenza delle famiglie a rimanere “liquide” lasciando una quantità crescente delle proprie risorse finanziarie in conti correnti e in depositi a vista. Nel 2007, a fronte di una ricchezza finanziaria complessiva di 64.632 euro la parte lasciata su conti correnti o depositi era di 12.212 euro, nel 2018 a fonte di una ricchezza finanziaria di 55.629, la parte “liquida” è salita a 14.683.

“Questo significa – ha detto Mariano Bella – che le famiglie italiane hanno più sfiducia nei sistemi finanziari e si trovano così più esposte all’inflazione”. Tornando a quelli che le famiglie percepiscono come i problemi più “gravi” per il Paese, dopo la “mancanza di lavoro” e “l’evasione fiscale” seguono l'”eccessivo prelievo fiscale”, la “criminalità”, la “burocrazie”, la “povertà”, e “l’immigrazione”. In merito all’eccessivo carico fiscale gli intervistati ritengono “più urgente” evitare l’aumento dell’Iva. E sono soprattutto le donne, responsabili degli acquisti, ad essere più preoccupate dell’aumento di questa imposta. Segue la riduzione dell’Irpef e la riduzione delle tasse sulle case.

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