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La rivoluzione digital dei taxi

Nell’ultimo decennio gli schemi della mobilità urbana hanno subito cambiamenti epocali. Dal lancio dei servizi di car sharing, alla possibilità di prenotare un NCC direttamente dal proprio smartphone, la rivoluzione digitale ha travolto anche il settore dei trasporti privati, modificando quel paradigma che, fino a qualche tempo prima, vedeva nei taxi l’unica alternativa concreta ai mezzi pubblici per muoversi in città. Tuttavia, proprio il settore taxi di fronte a questa svolta “digital” è rimasto inizialmente ad osservare, decidendo di proseguire su binari conservatori non sempre in linea con le esigenze (e le preferenze) dei clienti. A partire dal 2009 però, nel panorama si è registrata un’apertura grazie alla nascita di un’app innovativa per cercare, prenotare e pagare un taxi tramite smartphone, senza nessun tipo di passaggio intermedio. Si tratta di Mytaxi, piattaforma digitale del gruppo Daimler, che ad oggi riunisce circa 100.000 tassisti in oltre 150 città d’Europa. Ma guai a definirla una soluzione “anti-Uber”, Mytaxi vuole essere qualcosa di diverso: uno strumento smart per garantire un’eccellenza del servizio, senza modificare regolamentazioni o quadri legislativi. Eppure, nonostante simili premesse, i contrasti con le dinamiche conservatrici del settore non sono mancati, arrivando anche a trasformarsi in vere e proprie battaglie. Per ricostruire quanto accaduto e capire l’attuale situazione nell’universo taxi, abbiamo intervistato la General Manager di Mytaxi, Barbara Covili.

Come e quando è nato il progetto Mytaxi?

Mytaxi nasce nel giugno del 2009 dall’idea dei due fondatori, Niclaus Mewes e Sven Külper. Trovandosi all’estero e faticando a reperire un taxi, hanno pensato che fosse necessaria un’app che permettesse all’utente di prenotare una corsa semplicemente premendo un tasto sul proprio smartphone. Ha avuto, così, inizio l’avventura di Mytaxi, che in nove anni – in Europa – è cresciuta in modo esponenziale e ad oggi è forse la app più popolare per i taxi al mondo. Attualmente conta oltre 10 milioni di passeggeri e 100.000 tassisti. Inoltre, da settembre 2014, Mytaxi è parte di Daimler Mobility Services GmbH (Gruppo Daimler) e a luglio 2016, abbiamo annunciato la fusione con Hailo, App leader in Regno Unito e Irlanda per la prenotazione dei taxi, raggiungendo un importante traguardo che ha permesso di rafforzare ulteriormente la nostra leadership di mercato. Abbiamo più di 500 dipendenti, in 26 uffici e Mytaxi è presente in oltre 150 città europee. In Italia contiamo 3.450 tassisti affiliati: 1.000 a Milano, 2.300 a Roma e 150 a Torino.

Come funziona e quali vantaggi offre il servizio?

Mytaxi consente di chiamare un taxi con un semplice click sul proprio smartphone, evitando la ricerca del numero taxi e, talvolta, lunghe attese telefoniche. Basta scaricare l’app e creare un proprio account, si prenota un taxi e si monitora l’arrivo della vettura in tempo reale sulla mappa, pagando così la corsa direttamente tramite la piattaforma. Le caratteristiche distintive ed i vantaggi offerti da Mytaxi ai propri utenti sono: la trasparenza, poiché mette in contatto diretto passeggero e tassista; l’internazionalità, che consente di utilizzare il servizio nelle 150 città europee in cui è presente; e la qualità stessa del servizio, garantita anche grazie al sistema di valutazione a stelle che permette ad ogni passeggero di esprimere il proprio giudizio sull’esperienza di viaggio, assegnando a fine corsa da una a cinque stelline sia al tassista sia al veicolo.

Quanto ha influito sullo sviluppo del sistema la contemporanea espansione sul mercato di soggetti come Uber o le varie tipologie di car sharing?

La mobilità urbana oggi sta vivendo un momento di grande fermento con lo sviluppo, più o meno contemporaneo, di diversi servizi tutti accomunati dall’intento di rendere la mobilità più innovativa, digitale e sostenibile, sia da un punto di vista ambientale sia economico. Mytaxi si inserisce e si integra perfettamente nel mix di servizi di mobilità presenti nelle nostre città, a partire dal servizio di trasporto pubblico locale, passando dai nuovi sistemi di bike e car sharing fino ad arrivare al car pooling e al più classico treno. Proprio in questa logica Mytaxi ha stretto una partnership con Trenitalia, per integrare la lunga percorrenza con l’ultimo miglio e per semplificare la vita dei passeggeri. Possiamo dire, quindi, che la compresenza di più servizi “smart” ha ampliato l’offerta per il cittadino che a sua volta diventa sempre più tecnologico e connesso, e che soprattutto decide di abbandonare spesso l’utilizzo dell’auto privata.

L’idea alla base di Mytaxi è stata dunque quella di “contrastare” i nuovi servizi smart per la mobilità urbana?
Assolutamente no. L’obiettivo di Mytaxi è quello di fornire ai propri utenti un servizio di elevata qualità e al passo coi tempi, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, senza scardinare alcun impianto normativo esistente. Come detto sopra, per Mytaxi il contemporaneo sviluppo di altri servizi “smart” di mobilità rappresenta un valore aggiunto per l’utente che è sempre più interconnesso e che considera la città come un ambiente in cui muoversi in modo fluido, utilizzando diversi servizi per i propri spostamenti. In quest’ottica, i nuovi servizi smart di mobilità che operano, come Mytaxi, in un contesto legale, non sono competitor bensì condividono la stessa visione.

Attualmente che dimensione ha la vostra piattaforma?

Siamo arrivati in Italia nel 2015 e abbiamo cominciato a lavorare con una piccola flotta di tassisti solo su Milano e poi ogni anno abbiamo lanciato una città nuova: Roma nel 2016 e Torino nel 2017. Non possiamo ancora rivelare nulla, ma ovviamente il nostro percorso non si ferma qua e a breve potremo comunicare la prossima città nella quale sarà attiva Mytaxi. La flotta di tassisti è cresciuta di pari passo con la nostra clientela che sceglie il servizio, perché lo trova sicuro e trasparente. L’afflusso costante di passeggeri che provengono dai Paesi in cui siamo presenti e la preferenza che i turisti accordano alla nostra app quando arrivano in Italia, ci ha permesso di poter oggi garantire un lavoro di qualità a tutti i tassisti che scelgono di lavorare con noi.
Per quanto riguarda la nostra crescita, possiamo dire che, a livello italiano, abbiamo chiuso il 2017 registrando un incremento dei download del 140%, mentre le corse sono triplicate da un anno all’altro. E questa crescita si sta confermando in maniera ancora più incisiva anche nei primi mesi del 2018.

Storicamente il settore taxi è sempre stato restio a introdurre innovazioni o strumenti digitali per l’esercizio della professione, come si spiega questo atteggiamento?

È importante ricordare che, fino a pochi giorni fa, in Italia i radiotaxi delle maggiori città avevano nei propri statuti delle clausole di esclusiva che imponevano ai propri iscritti di non utilizzare altre fonti di dispacciamento corse, pena l’esclusione dalla cooperativa stessa. Queste clausole hanno sicuramente favorito un clima di chiusura, non solo nei confronti delle innovazioni digitali ma anche nei confronti di altri operatori che si sono affacciati sul mercato. Oggi, per fortuna, la situazione è cambiata: il tassista vede che è il cliente a scegliere l’applicazione perché la trova più immediata e di più semplice utilizzo e, conseguentemente, adegua il suo modo di lavorare. L’innovazione tecnologica, infatti, ha comunque sempre e solo senso quando risponde ad una esigenza vera del mercato a cui si riferisce e, vista la crescita esponenziale che ha avuto la nostra società in 3 anni in Italia, siamo sicuri di aver colmato un gap. È vero anche che il settore taxi ha subìto grandi trasformazioni con l’avvento delle nuove tecnologie e ha visto l’affermarsi sul mercato di diverse tipologie di operatori: chi, come Mytaxi, operando nella più totale legalità, fornisce ai tassisti uno strumento nuovo e al passo coi tempi per lavorare, e chi, invece, ha sfruttato i vantaggi offerti nelle nuove tecnologie in un contesto di deregolamentazione. È in particolare contro questi soggetti che il settore ha espresso sempre una chiusura e ha alzato la voce per difendere i propri diritti.

Non si può certo dire che il vostro arrivo sul mercato sia stato accolto bene dai servizi di radiotaxi. Quali sono stati i maggiori punti di attrito?

Mytaxi opera in modo legale nel territorio, esclusivamente con tassisti con regolare licenza e pagando tutte le tasse imposte dallo Stato in cui opera. Paradossalmente, il fatto di essere degli operatori “legali” ha aumentato, talvolta, il risentimento nei nostri confronti; probabilmente per una difficoltà oggettiva nell’osteggiare il servizio utilizzando argomentazioni legate alla sua legittimità ad operare in Italia. Mytaxi infatti opera perfettamente all’interno dei confini della legge nazionale che regola il settore.

Recentemente una sentenza dell’Antitrust ha stabilito che le clausole di esclusiva presenti nei regolamenti dei principali radiotaxi di Milano e Roma risultano restrittive della concorrenza. Si può dunque parlare di una vittoria definitiva per Mytaxi e di una nuova fase per la liberalizzazione dei servizi di settore?

Il recente provvedimento dell’AGCM inerente al settore taxi arriva a seguito di una nostra segnalazione ed ha stabilito che le clausole di esclusiva contenute negli statuti dei principali radio taxi di Roma e Milano «nella misura in cui vincolano ciascun tassista a destinare tutta la propria capacità operativa, in termini di corse per turno, ad un singolo radiotaxi, costituiscono reti di intese verticali restrittive della concorrenza». La decisione dell’Antitrust ha, in sostanza, stabilito che le clausole di esclusiva devono essere eliminate entro 120 giorni, garantendo a tutti i tassisti di potersi iscrivere ad altri servizi di dispacciamento corse, senza incorrere in sanzioni. Siamo quindi decisamente soddisfatti dell’esito pronunciato dall’Antitrust: il provvedimento permetterà, finalmente, ai tassisti di scegliere liberamente con quali e quanti operatori lavorare e a tutti i nostri passeggeri di avere a disposizione una flotta taxi più ampia ed un servizio ancor più efficiente e di qualità. Per noi questa è la vittoria più importante, che porterà a dei vantaggi concreti sia agli utenti che ai tassisti. Finalmente siamo riusciti a innovare un settore storicamente tradizionale senza però stravolgerne le fondamenta. Ci tengo poi a precisare che la nostra segnalazione all’Antitrust è nata proprio per rispondere a un’esigenza fortemente sentita da tutti i tassisti, ovvero quella di poter lavorare con più operatori contemporaneamente, come già accade in altri paesi europei, come ad esempio la Germania.

Quali saranno i prossimi passi ed i futuri obiettivi di sviluppo di Mytaxi?

La pronuncia dell’Antitrust ci permetterà di espandere ulteriormente i numerosi benefici apportati da Mytaxi anche in nuove città italiane in cui siamo pronti a lanciare la nostra app. Tutto questo a vantaggio indiscusso di utenti e tassisti, in piena corrispondenza con la nostra mission.

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