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Manovra, stop da Fmi e Bce. Juncker: Roma non rispetta la parola data

Nemmeno il voto favorevole del Parlamento italiano mette al riparo la manovra economica del governo Conte. Anche oggi nuove e pesantissime tirate d’orecchie sono arrivate dall’Fmi, dalla Banca centrale europea e anche dalla Commissione europea.

La manovra in discussione “va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti del Fondo monetario internazionale. Credo seriamente che per diverso tempo non sia stato seguito il consolidamento di bilancio che ha portato l’Italia a crescere sotto il suo potenziale”. Lo ha detto Poul Thomsen, a capo del Dipartimento europeo del Fmi, in conferenza stampa nell’ambito dei meeting di Fmi/Banca mondiale in corso a Bali. “Non è il momento di allentare le politiche” di bilancio, ha aggiunto Thomsen, per il quale un gruppo di Paesi, tra cui l’Italia, ha “margini limitati”.

Dopo la rampogna del Fmi è arrivata anche quella della Banca centrale europea che per bocca del suo presidente, Mario Draghi. Per avere benefici dalle misure monetarie della Bce “le politiche di altri settori devono contribuire con più forza ad alzare la potenziale crescita sul lungo e ridurre le vulnerabilità“. Draghi ritiene necessario accelerare le riforme strutturali e l’espansione in corso “richiede la ricostruzione di ‘cuscinetti’ fiscali”, particolarmente “importante nei Paesi in cui il debito pubblico e’ elevato e per i quali la piena adesione al Patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare sane posizioni di bilancio”.

Terza bordata, in ordine di tempo, è arrivata dal presidente della commissione europea Jean Claude Juncker che invita il governo di Roma a smetterla di “descriverci come dei mostri” per poi lanciare l’affondo: “L’Italia non rispetta la parola data” dice in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Le Monde. Quindi un nuovo appello alle autorità italiane affinché “rispettino le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea”. La cancelliera tedesca, intanto, evita di commentare la questione italiana: “Oggi si è espresso Jean Claude Juncker. I colloqui sono in corso, io non voglio immischiarmi dalla Germania in questo confronto”, ha detto Angela Merkel.

Nel corso della giornata di lavoro a Bali (nella notte italiana, ndr) intanto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha incontrato il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin. L’Italia, si legge in una nota, è determinata “a proseguire sul sentiero della riduzione del rapporto debito/Pil”. Il ministro italiano “ha illustrato lo spirito e i contenuti della manovra di bilancio per il 2019, mirata al rafforzamento della crescita economica italiana”. E secondo Tria, che risponde così direttamente all’Fmi sul rispetto delle regole europee, “i trattati indicano il 3% e questo viene rispettato”.

È chiaro, secondo il Ministro, “che ogni istituzione dà dalle raccomandazioni, poi si instaura un dialogo e si fanno delle scelte di policy che a volte coincidono con le raccomandazioni e a volte divergono”. Per Tria quindi “non c’è nulla di strano”. Il dialogo avviato “con la Commissione europea è un dialogo costruttivo, ci saranno dei rapporti, delle discussioni e tutto questo rientra nel quadro complessivo delle regole europee. Anche quando un Paese diverge da alcuni sentieri si aprono discussioni e procedure che rispondono a un quadro europeo. Tutto si svolge totalmente nel quadro legale europeo. Vedremo come riusciremo a spiegare le scelte Italiane a favore della crescita e a favore di una discesa effettiva del rapporto debito/Pil che finora non c’è stato”. Rispondendo alle critiche sulle stime contenute nella nota di aggiornamento al Def, Tria ha aggiunto che “il modello econometrico del ministero dell’Economia è quello che ha fatto tutte le stime degli altri precedenti documenti di Economia e Finanza. È lo stesso modello e direi che sono poi le stesse persone”.

Dall’Indonesia ha preso la parola anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco sottolineando che verso l’Italia “c’è interesse, c’è attenzione, ma non c’è preoccupazione. Certo si legge con molta cura ciò che viene deciso sulle politiche di bilancio sia ciò che avviene nell’economia reale”, ha osservato il governatore. “Quello che si chiedono qua è: l’Italia è riuscita a crescere? Tutto ciò che mette l’economia italiana su un sentiero di crescita è benvenuto”. Il problema del debito pubblico, secondo Visco, “è quello su cui si concentra l’attenzione. Ma il debito pubblico è salito dal 2008 sostanzialmente per l’economia piuttosto che da una politica di bilancio espansiva che non c’è stata. Anzi, in alcuni casi è stata una politica di bilancio per la quale qualcuno ha parlato di austerità”.

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