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Genova, no emendamenti antimafia. Conte: collaborare

Sono stati bocciati gli emendamenti antimafia contenuti nel decreto Genova. A portare all’attenzione del Governo il problema del rischio di infiltrazioni mafiose nella procedura di costruzione di un nuovo ponte, era stato il presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Un appello inizialmente colto, poi caduto nel vuoto in seconda battuta. Ma sul tema interviene deciso il premier Giuseppe Conte sottolineando che “evitare un bando di gara” per la ricostruzione del ponte Morandi “non significa evitare l’adozione di tutte le opportune cautele al fine di impedire infiltrazioni della criminalità organizzata o episodi di corruzione. Il sindaco Bucci – prosegue – Commissario alla ricostruzione, concorderà direttamente con il presidente dell’Anac Cantone l’adozione di tutti gli opportuni accorgimenti per procedere in modo celere, trasparente e nel rispetto della legalità”. La decisione è stata presa “al fine di accelerare quanto più possibile l’opera di ricostruzione”, spiega Conte.

Sul tema aveva già rilasciato delle dichiarazioni in mattinata il sindaco di Genova, nonché commissario speciale per la ricostruzione del ponte Morandi, Marco Bucci. “Considerata la discussione che si è creata sulla parte del decreto che prevede deroghe al Codice antimafia, voglio specificare che la nostra volontà è quella di mantenere tutte le deroghe previste nel decreto Genova e di adottare tutte le azioni necessarie per evitare infiltrazioni mafiose nei cantieri”, afferma Bucci, a margine degli Stati generali dell’economia.

Sulle critiche alla mancanza, nel testo del provvedimento, di una precisazione che escludesse la deroga al codice Antimafia dal pacchetto di deroghe alle norme extra-penali per l’attività del commissario, “lavoreremo – assicura Bucci – per garantire pienamente gli effetti della normativa antimafia senza appesantire le procedure con adempimenti eccessivamente documentali e, oppure, burocratici che, pur validi nelle condizioni normali, potrebbero rallentare la ricostruzione del ponte”.

Nel frattempo continua a valutazione dei progetti per quello che sarà il nuovo ponte, e proprio ieri sera Autostrade ha mandato il suo a Genova, ma “il decreto Genova esclude Autostrade dalla ricostruzione”, ricorda Bucci. “Non l’ho ancora visto. E anche se lo avessi visto non potrei fare commenti: sono arrivati molti progetti”, aggiunge.

Autostrade per l’Italia, tuttavia, continua a muoversi per contrastare la “presunta inadeguatezza” delle attività di monitoraggio sostenuto. Sono basate su metodologie previste dalla legge, applicate costantemente in Italia a partire dal 1985 e ripetutamente condivise – l’ultima volta nel 2017 – con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le attività di monitoraggio eseguite da Spea sul ponte Morandi. Si legge in una nota. “Un voto di 43, secondo il manuale d’uso in vigore in Spea e noto ad Autostrade per l’Italia, indica un’opera ‘da segnalare’ – precisa ancora Autostrade – ma senza deterioramento della capacità portante, con suggerimento di programmare un intervento da realizzare a medio-lungo termine. Questa indicazione era stata recepita nel progetto di retrofitting, approvato dal Ministero, nel quale tutte queste informazioni erano contenute in modo trasparente”.

Anche il ministro Toninelli è intervenuto sulla vicenda ricordando che “c’è bisogno di ricostruire un
ponte a Genova in tempi stretti. Bisogna fare rapidamente, ma sciogliere i lacci e lacciuoli procedurali non significa sacrificare la legalità, tutt’altro”. Sarà “il governo a farsi controllore del commissario
di governo, affinchè siano garantiti in pieno gli effetti della normativa antimafia”, aggiunge Toninelli.

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