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Tria: spread così non si regge a lungo. Di Maio: manovra non cambia

La manovra varata dal Governo è quella “corretta” rispetto all’attuale contesto economico”. Lo dice il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a Porta a Porta. “Non c’è nessun piano B”, “monitoreremo ciò che accade” e “sarà sempre una analisi razionale della situazione economica su cui decidere cosa fare”. Ma “attualmente non ci sono elementi nuovi”. E ribadisce: “Siamo pronti a muoverci di conseguenza dopo aver effettuato una analisi del contesto economico. Per ora siamo in una situazione in cui riteniamo che il nostro piano sia veramente corretto”. Certo, lo spread, ieri ha chiuso a 321 punti, “è a un livello che non possiamo mantenere molto a lungo, non tanto per l’impatto sugli interessi sul debito che è molto lento, avendo un debito molto solido con una vita media di sette anni ci vogliono sette anni. Ma uno spread alto pone un problema per il sistema bancario, per la parte più debole”. A ribadire che la manovra non cambierà anche il vicepremier Luigi Di Maio a Radio24. “Io non credo che si debba parlare di cambiare la manovra sul tema del 2,4% del deficit, per due motivi: uno perché manteniamo le promesse, due perchè siamo uno stato sovrano”. Secondo Di Maio, i mercati non sono preoccupati per la manovra “ma sono preoccupati per uno storytelling falso che l’Italia voglia uscire dall’euro e dall’Europa”.

Anche Matteo Salvini interviene difendendo la manovra: “Noi puntiamo sul lavoro, la vita reale. Gli italiani ci hanno votato per intervenire sulla vita reale, sulla legge Fornero, su Equitalia, sulle partite Iva, sull’agricoltura. La finanza seguirà“.

In un’intervista a Famiglia Cristiana, il ministro affronta altri temi. “Smentisco i contrasti con Salvini e Di Maio, come con qualsiasi altro membro del Governo. Discuto delle misure di Governo nell’ambito delle mie competenze come ogni altro ministro. In genere si è d’accordo. Quando non lo si è, si discute. Non ho mai minacciato le dimissioni, sono voci messe in circolazione da chi vuole mettere in difficoltà l’esecutivo”. Del resto, aggiunge, “i giornali hanno cominciato a parlare delle mie dimissioni ancora prima che giurassi”. “La nostra – afferma il ministro – non è di sicuro una strategia espansiva temeraria che mette a rischio la tenuta dei conti pubblici. E nemmeno si basa su ipotesi avventate, ma su prospettive reali che saranno generate dalle misure contenute nella manovra”. Puntiamo – dice – a una crescita di almeno l’1,5% l’anno prossimo e l’1,6 il successivo”

Porta chiusa alla ”patrimoniale’ che è una misura distruttiva, in quanto scatena la fuga dei capitali liquidi e colpisce il patrimonio immobiliare facendone crollare il valore. La conseguente riduzione della ricchezza, inoltre, impatta negativamente sui consumi con pericolosi effetti recessivi, come visto in passato”.

Quanto alle parole del portavoce del premier, Rocco Casalino, Tria è algido: “Non desidero commentare volgarità e minacce contro funzionari dello Stato, specie se questi ricoprono una funzione di garanzia e indipendenza universalmente riconosciuta e prevista dall’ordinamento. In ogni caso sono grato alle strutture tecniche del mio ministero per la professionalità, dedizione e lealtà istituzionale con cui operano”.

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