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Ok commissione banche, indagherà anche agenzie rating

Una nuova commissione di inchiesta sul sistema bancario: è stato approvato all’unanimità dalla commissione Finanze del Senato in sede redigente il Ddl per l’istituzione della nuova commissione.

Durerà in carica per tutto il periodo della legislatura con l’intento di non diventare una sede di “processo” o di “patibolo”, ma piuttosto di rappresentare un organo in grado di formulare delle proposte legislative finalizzate alla tutela del risparmio e delle persone.

Un nuovo ‘pool’ di 40 tra senatori e deputati che tra i compiti principali avrà anche quello di analizzare l’operato delle agenzie di rating e delle fondazioni bancarie oltre che indagare sui derivati, sul debito sovrano, su anatocismo e usura e quello di dare il proprio parere sull’evoluzione dell’Unione bancaria. Sono queste in grandi linee le caratteristiche della nuova commissione di inchiesta sul sistema bancario, come sintesi tra gli emendamenti delle varie compagini politiche e il testo originale del Ddl presentato dal M5S.

Ecco alcune delle principali novità che il 7 novembre dovranno esser votate dall’aula del Senato:

DURATA: la nuova commissione resterà in carica per l’intera legislatura. Ogni anno dovrà presentare in Parlamento una relazione sullo stato dei lavori e con suggerimenti legislativi. Una prima relazione è prevista dopo i primi sei mesi di lavoro.

COMPETENZE: non dovrà essere una commissione “patibolo” ma avere funzione propositiva. Tra i vari compiti, valuterà affidabilità, ruolo e potenziale conflitto di interesse delle agenzie di rating e le possibili soluzioni in merito (è stata esclusa invece un’iniziale richiesta di promuovere un’agenzia unica europea). Si occuperà poi dell‘impatto della crisi bancaria sul debito sovrano, del ruolo e delle attività delle Fondazioni bancarie e la congruità della normativa vigente in proposito, approccerà il fenomeno dei crediti deteriorati (NPL) e lo scandalo dei derivati. Il Ddl prevede inoltre che si esamini la normativa su usura e anatocismo e si verifichi la trasparenza e l’efficacia dello strumento di conciliazione dell’arbitrato bancario. Come richiesto da un emendamento del presidente della commissione Finanze Alberto Bagnai, la commissione banche dovrà poi verificare se l’Unione bancaria, così come prefigurata, sia potenzialmente lesiva dei principi concorrenziali alla base del mercato unico. A tal proposito, Bagnai ha osservato che “concentrarsi solo sulle sofferenze delle banche italiane anziché sul rischio di mercato, ad esempio sui derivati tedeschi, ci sembra che determini un certo strabismo normativo che lede il nostro sistema”.

Secondo quanto ha precisato al termine dei lavori il relatore Stanislao Di Piazza, è stato trovato un accordo anche sui tempi di operatività della stessa commissione. E ogni anno dovrà presentare una relazione al Parlamento sullo stato dei lavori, compresi suggerimenti legislativi da apportare.

 

di Angelica Folonari

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